"La priorità quando si parla di rifiuti non può essere che la riduzione della loro produzione, occorre promuovere, divulgare e finanziare politiche che abbiano questo fine. Al contempo riteniamo necessario difendere un servizio come quello della raccolta differenziata col sistema porta a porta che è sotto il continuo attacco di chi poco ha a cuore l’ ambiente e vorrebbe cedere alle lusinghe della lobby degli inceneritori, se non ci sono impianti di questo tipo nel nostro territorio è anche grazie ad un sistema che li rende inutili. Per quanto riguarda le percentuali di riciclaggio, il porta a porta, ha permesso di raggiungere ottimi risultati. In tutti gli undici comuni del circondario dove si è adottata questa forma di raccolta differenziata siamo abbondantemente al di sopra dell’ ottanta per cento, a luglio 2018 Empoli si attesta all’ 86,8%. I dati sono sotto gli occhi di tutti, anacronistico pensare al ritorno del cassonetto, appartiene ad un passato che già conosciamo anche nella forma interrata proposta dall’attuale amministrazione per il centro cittadino. Ovviamente tutto può essere migliorato ed ottimizzato. A nostro avviso deve essere monitorato il parco macchine usato per svolgere il servizio incentivando mezzi a basso consumo, a basse emissioni ed elettrici. La filiera del riciclo deve essere chiusa, gli arredi urbani non possono essere che in plastica riciclata. Necessario un impegno maggiore per contrastare la piaga degli abbandoni, ci sono esempi in comuni limitrofi di sinergie con Guardie Ambientali Volontarie che stanno portando a buoni risultati, spesso da una analisi accurata dell’ abbandono è possibile risalire al colpevole. Serve l’ istituzione di un apposito servizio per la raccolta delle potature, la raccolta FORSU e il servizio ingombranti non sono sufficienti ad azzerare il fenomeno degli abbruciamenti. La difesa del clima impone che ciò sia vietato sempre e non solo nell’ emergenza di condizioni meteo avverse, auspicabile monitorare la qualità dell’ aria introducendo centraline di controllo. Occorre una maggiore informazione della cittadinanza, solo così si può recuperare il rapporto tra cittadino e istituzioni deteriorato inesorabilmente negli ultimi anni. E’ auspicabile la consapevolezza che un servizio, quando porta a simili risultati, è un bene comune. Se ha un senso, noi pensiamo di si, essere scesi in piazza il 15 marzo per difendere il pianeta riteniamo necessario un cambio culturale. Il problema dei rifiuti che produciamo non si risolve semplicemente pagando una gabella, è necessaria una presa di coscienza che porti a superare il concetto che il rifiuto prodotto, una volta esposto fuori della porta, non è più un problema personale. Lo dimostra cosa è successo in queste giornate ventose, chi non aveva la necessità impellente poteva esporre la volta successiva, i contenitori e le ceste possono essere comunque fermate con più accuratezza. Non è più tollerabile che nelle giornate ventose il torrente Orme sia invaso da decine di buste di plastica incautamente abbandonate dopo il mercato cittadino del giovedì, problema a cui però l’ amministrazione dice finalmente di aver trovato una soluzione. Occorre sicuramente una maggiore preparazione degli operatori, il loro comportamento deve essere omogeneo e coerente. Con questo si apre un altro aspetto rilevante, bisogna tener conto di chi il servizio lo svolge. Se si appalta è fondamentale che fattore premiante per aggiudicarsi la gara sia l’ applicazione del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro dell’Igiene Ambientale, non può esserci servizio decente che nasca dallo sfruttamento del lavoratore. Il porta a porta è sicuramente un lavoro pesante, usurante e fisicamente invasivo per gli operatori, occorre scongiurare politiche sindacali che aumentino l’ orario di lavoro e incentivare invece la ricerca di metodologie che finalizzino la diminuzione del carico di lavoro. Quindi si può migliorare ma non certo cancellare una esperienza che tanto ha dato sia dal punto di vista ambientale che occupazionale".
Empoli ecologista
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