Bilancio delle nascite in Toscana è negativo: -0.8 figli per madre. Il convegno dell'Ordine degli Psicologi

L’infertilità della coppia è un problema sociale che riguarda due coppie su cinque, ma che fino ad oggi è stato sottovalutato. In Toscana il primo figlio arriva a 38 anni di età, mentre nel 1970 l’età media in cui si diventava madri era di 22 anni. E con un tasso di natalità in Toscana, di 1.3 figli per madre a fronte di un tasso di sostituzione della popolazione di 2.1 (differenza di 0.8 figli), è impensabile avere un ricambio generazionale, arrivando nel 2050 ad avere una popolazione toscana inattiva pari all’84 per cento dei cittadini.

Sono soltanto alcuni dei dati mersi nel corso del convegno organizzato dall’Ordine degli Psicologi della Toscana sul “Ruolo dello psicologo della coppia fertile”, nell'ambito del secondo Congresso internazionale Fondazione PMA Italia (Fondazione della procreazione medicalmente assistita), che si è tenuto oggi a Firenze, al Palazzo dei Congressi, e che ha visto la partecipazione di 180 psicologi iscritti,  interventi scientifici ed una tavola rotonda sullo ‘stato dell’arte degli psicologi in Pma’.

Quello dell’infertilità è un problema che a differenza del passato, riguarda Nord, Centro e Sud Italia senza differenze sostanziali. Inoltre neanche l’immigrazione sembra poter invertire questo trend: infatti quando una coppia di immigrati arriva in Toscana ha un tasso che va da 3 a 4.1 figli; ma già dopo 2-3 anni dal loro arrivo il tasso si attesta sulla media regionale (1.3) considerato che la natalità non sembra dipendere da motivi di etnia o religione, ma dalle condizioni socio-economiche in cui ci si trova a vivere.

«Sempre più coppie si trovano oggi a dover affrontare il problema della fertilità, che può avere cause ed origini diverse - ha sottolineato il presidente Ordine Psicologi della Toscana, Lauro Mengheri -. Il ruolo dello psicologo nella pma è fondamentale, sia in una fase di emergenza come quella che i dati emersi ci dicono, con molte coppie in questo percorso che hanno bisogno di un sostegno forte e concreto di un supporto professionale ed ‘umano’ in particolare quando l’esito è negativo. Ma è importante, e lo dovrà essere ancora di più in futuro, nel percorso di vita della coppia, nella loro progettualità, informando ed aiutando nelle scelte. Continueremo a lavorare politicamente in questo ambito, strategico per la nostra categoria, come dimostra la grande partecipazione a questo appuntamento».

«La PMA - ha sottolineato il presidente dell’Ordine nazionale psicologi Fulvio Giardina - non può limitarsi ad un mero tecnicismo biologico, ma si deve inserire nel più ampio progetto di vita che caratterizza ogni individuo, ogni coppia. L'intervento dello psicologo è necessario e indispensabile per garantire il benessere mentale della coppia».

 

E proprio oggi da Firenze parte ”La campagna del cavolo” realizzata da PMA Italia che vuole sensibilizzare ed informare la popolazione a conoscere le possibilità che oggi ci sono per ‘favorire’ una fertilità talvolta difficile. «L’infertilità è un problema sociale molto importante - ha spiegato il presidente PMA Italia e responsabile della “Rete regionale per la prevenzione e cura dell’infertilità” Luca Mencaglia -. Spesso non si conosce il problema, si sottovaluta e si rimanda la decisione della ‘maternità’ a vantaggio degli studi, della professione e della carriera. Si va nei centri pma a 39-40 anni, ma su 75mila donne che ogni anno in Italia iniziano una terapia di procreazione assistita ben 35mila sono eterologhe. La ‘Campagna del cavolo’ vuole quindi informare, ed invitare a recarsi prima ed iniziare un percorso comunque non semplice. Ricordo che il tasso di fertilità è in natura per le donne è del 25% (in giovane età), mentre con i percorsi di pma si arriva ad una media di 35 anni».

Fonte: Ordine degli Psicologi della Toscana

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