Fai di Primavera, a Firenze si riscopre anche lo stadio Artemio Franchi

Il cenacolo di Andrea del Sarto e l’Hotel Bernini, lo stadio Franchi e quella che fu la sede dell'Istituto agronomico d'Oltremare. Le giornate Fai di primavera 2019, a Firenze, coinvolgono spazi diversi: ci sono scrigni d’arte di solito accessibili a tutti, ma snobbati dal grande pubblico, e luoghi normalmente chiusi ai visitatori, che per l’occasione si mettono in mostra. E poi famosi edifici, come lo stadio comunale, da scoprire da un diverso punto di vista.

Le date, come da tradizione, coincidono con il primo fine settimana di primavera: sabato 23 e domenica 24 marzo, quando i volontari del Fondo Ambiente Italiano insieme agli alunni-ciceroni delle scuole superiori accompagneranno i cittadini alla scoperta di beni architettonici e artistici del territorio, coinvolgendo 430 città in tutta Italia. I luoghi visitabili nella nostra città sono stati presentati, questa mattina a Palazzo Vecchio, dalla vicesindaca e assessora all'educazione Cristina Giachi e Lucia Mannini, capo delegazione Fai Firenze. Oltre al complesso San Firenze e allo stadio Artemio Franchi, sarà possibile visitare l'hotel Bernini Palace, il convento San Michele a San Salvi, il museo del Cenacolo di Andrea del Sarto, l'ex ospedale psichiatrico di San Salvi e l'agenzia italiana per la Cooperazione allo sviluppo. Oltre 470 ragazzi (13 gli istituti coinvolti) sono stati formati per accompagnare i visitatori: oltre a loro saranno presenti 70 volontari del Fai.

"Una bella occasione - ha sottolineato la vicesindaca Giachi - per frequentare questi bellissimi spazi, luoghi legati ad una identità fortemente sentita dai fiorentini e dalle fiorentine”.

“E' un programma molto ricco – ha commentato il capo delegazione Fai Toscana, Lucia Mannini – con ben sette aperture su tutta la città, dal centro storico alla zona di San Salvi e alla zona del Campo di Marte. La nostra sfida di quest'anno è anche quella di portare i fiorentini non solo nel centro storico che è già molto frequentato, ma di conoscere anche le bellezze artistiche” fuori da quell'area.

Fonte: Comune di Firenze - Ufficio stampa

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