La lapide dell’indipendentista Mizzi lascia Firenze: finirà a Malta

È stata l’ambasciatrice di Malta a Roma, Vanessa Frazier, a prendere ufficialmente in consegna questa mattina in Santa Croce la lapide dedicata a Fortunato Mizzi, figura di primo piano dell’indipendentismo maltese. Ad accogliere la diplomatica c’erano la presidente dell’Opera di Santa Croce, Irene Sanesi, con il segretario generale, Giuseppe De Micheli.

Fortunato Mizzi (1844-1908) è stato un personaggio di spicco della comunità italofona di Malta dove, nel 1880, ha fondato il partito Antiriformista che svolse un ruolo di opposizione decisa alle politiche del governo coloniale britannico.

“Dopo che lo scorso anno Palazzo Vecchio ha ospitato la mostra Valletta Capitale d’Europa, anche quest’anno Firenze e Malta si trovano legate da ragioni culturali - ha affermato l’ambasciatrice Frazier - Il trasferimento del reperto lapideo intitolato al politico maltese Fortunato Mizzi dall’Opera di Santa Croce a Malta, accomuna i nostri territori ricordandoci quanto la storia rappresenti un valore vivo e pulsante nel tempo. Sono grata alle autorità comunali fiorentine ed all’Opera di Santa Croce per la preziosa collaborazione nella fase preparatoria a questo trasferimento. Le nostre eccellenti relazioni vengono nuovamente confermate da questo evento e costantemente rinsaldate anche dagli ingenti flussi turistici bilaterali che tanto a Firenze quanto a Malta, possono godere di un patrimonio artistico-culturale senza pari”.

La lapide, ora destinata al Museo dedicato alla storia del periodo tra le due Guerre e alla Seconda Guerra mondiale a Malta, è rimasta per quasi ottant’anni in custodia nel complesso di Santa Croce. Era stata realizzata negli anni Quaranta e doveva essere collocata nella casa de La Valletta dove Mizzi ha vissuto ed è morto. La lapide, che doveva sostituire l’originale del 1922 che era stata distrutta nel 1940 da un gruppo di maltesi filobritannici, non raggiunse mai la sua destinazione. Voluta dalla Regia deputazione per la storia di Malta che dipendeva dal ministero dell’Educazione nazionale, venne depositata in Santa Croce, in attesa di una vagheggiata riconquista dell’isola da parte dell’Italia. L’Archivio dell’Opera documenta che è stata conservata prima nella Cappella Medici e poi nella navata sinistra della basilica, per essere infine sistemata nei depositi dove è rimasta fino ad oggi.

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