Una pedalata per il Nobel a Riace, l'impresa di D'Amelio della Ciclofficina Empolese

Salvatore D’Amelio ha partecipato alla Ciclostaffetta per la Pace, da Roma a Riace, e ha consegnato al sindaco Mimmo Lucano la maglietta della Ciclofficina empolese. Ben 580 chilometri in bici - divisi in otto tappe - con un freddo pungente, con l'intento di far candidare il borgo di Riace al premio Nobel per la pace per via della attività di accoglienza e integrazione portata avanti da Lucano.

"Le bizzarrie del tempo, soprattutto a fine inverno, non possono e non devono rappresentare un ostacolo per un fine così alto. Farlo poi con la bici assumeva una valenza straordinaria. Questo mezzo meccanico, alimentato con l'energia metabolica, che ti permette di andare là dove i muscoli ti assecondano, è un autentico messaggero di pace. Se da un lato ti permette di attraversare i territori in modo discreto e rispettoso, quasi in sintonia con esso, dall'altro ti fa incontrare le persone, che meravigliate e sorprese ti accolgono, ti rifocillano, ti ospitano" scrive D'Amelio.

Anche D'Amelio ha portato avanti il suo messaggio di solidarietà senza alcuna retorica: " L'arrivo a Riace è stato particolarmente toccante. Un paese rinato, con spazi pubblici diffusi e godibili, con un patrimonio edilizio recuperato, con botteghe artigiane diffuse. Però con un altrettanto percepibile senso di frustrazione e di sconforto nelle persone per quanto di incredibile si è verificato. L'incontro con il sindaco esiliato, Mimmo Lucano, è stato di una forte carica emotiva. Nella semplicità dei gesti e nella loro vera autenticità che risiede una carica di contaminazione e di coinvolgimento. Una pedalata per Riace premio Nobel per la pace valeva davvero la pena".

 

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