Disastro aereo in Etiopia, dal Consiglio regionale: una borsa di studio per Spini e Vigiani

Si è tenuta oggi, martedì 12, una seduta del Consiglio regionale della Toscana. Molti i temi dibattuti a Palazzo del Pegaso, tra cui il cordoglio per la coppia di Sansepolcro deceduta nel disastro aereo in Etiopia.

Spini e Vigiani, Gonfalone presente ai funerali

“Il Gonfalone sarà presente ai funerali di Carlo Spini e Gabriella Vigiani. La scomparsa dei nostri concittadini, ma anche degli altri sei italiani tra cui l’assessore ai Beni culturali della Regione Sicilia, ci coinvolge emotivamente”. Così il presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani, ha anticipato il minuto di silenzio in ricordo del medico di Sansepolcro e della moglie infermiera, i toscani rimasti vittime nel disastro aereo di domenica scorsa in Etiopia. Nel ricordare la richiesta di commemorazione formulata da parte di molti consiglieri, Giani ha parlato di Spini e Vigiani come “testimoni importanti del volontariato”. “Tutti noi a cominciare da Tommaso Fattori, loro amico di famiglia, siamo rimasti colpiti dalle parole rilasciate dai figli”, ha detto ancora il presidente prima passare la parola alla vicepresidenteLucia De Robertis, che ha rivolto pubblico ringraziamento per l’operato del medico e della moglie e per “questa Toscana ricchissima di volontariato”. “Vorrei ricordare – ha proseguito De Robertis – che i volontari non sono pagati perché valgono poco, ma perché hanno un valore inestimabile”.

Il minuto di silenzio osservato dall’Aula è stato dedicato anche alla scomparsa dell’ex consigliere regionale Virgilio Luvisotti e al capitano della Fiorentina Davide Astori.

Una borsa di studio per Vigiani e Spini

La Regione Toscana, tramite il suo Centro di Salute Globale, finanzierà una borsa di studio in memoria di Carlo Spini e Gabriella Vigiani, i due coniugi aretini, lui medico, lei infermiera, entrambi in pensione e molto impegnati nel volontariato e nella cooperazione sanitaria internazionale, morti domenica scorsa nell'incidente aereo ad Addis Abeba.

La borsa di studio servirà a finanziare una tesi di laurea in medicina e chirurgia, da realizzarsi in uno dei Paesi dell'Africa dove la Regione interviene con progetti di cooperazione sanitaria internazionale.

"Questa borsa di studio - dice l'assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi - mi sembra il modo migliore per onorare due persone generose, che hanno dedicato la loro vita alla cooperazione sanitaria e alla solidarietà nei confronti delle persone meno fortunate. Insieme alla famiglia di Carlo e Gabriella, ai figli con i quali ho parlato, lavoreremo su come intotolare e declinare questa borsa di studio".

Il ricordo di Virgilio Luvisotti

Un cordoglio commosso per la scomparsa dell’ex consigliere regionale Virgilio Luvisotti, ha aperto i lavori di oggi, martedì 12 marzo del Consiglio regionale della Toscana. Il presidente, Eugenio Giani, ha ricordato l’uomo di “grande passione. Lascia una forte testimonianza per l’impegno profuso e per come ha saputo interpretare questa Assemblea”, ha detto rivolgendo un pensiero affettuoso alla famiglia.

Luvisotti è scomparso domenica scorsa, 10 marzo, nella sua città Natale, San Giuliano Terme in provincia di Pisa. Era da tempo malato e lontano da impegni pubblici. È stato consigliere regionale per tre legislature, eletto nel 1995 nella circoscrizione provinciale di Pisa per la lista An, poi di nuovo nel 2000 e nel 2005.

Sanità: sensibilità chimica multipla, risoluzione unanime per attivare percorso assistenziale

Attivare un percorso assistenziale per chi soffre di sensibilità chimica multipla, promuovere percorsi formativi per la corretta gestione e la sensibilizzazione degli operatori nei confronti di una patologia ancora poco conosciuta. La proposta di risoluzione in merito alla cura e alla tutela dei pazienti affetti da sensibilità chimica multipla (Mcs), illustrata in Aula dal presidente della commissione Sanità, Stefano Scaramelli (Pd) e approvata all’unanimità, impegna la Giunta regionale a “promuovere, con l’ausilio e il coinvolgimento dell’organismo toscano per il governo clinico, l’attivazione di un percorso assistenziale per le persone con disturbi ascrivibili alla condizione nota come “sensibilità chimica multipla’ o intolleranza idiopatica ambientale ad agenti chimici”, con l’obiettivo di “fornire indicazioni sulla presa in carico e sulle azioni più appropriate per la diagnosi e la cura nel servizio sanitario regionale”; la Giunta sarà chiamata inoltre a “promuovere percorsi formativi delle persone e degli operatori sanitari coinvolti nel percorso assistenziale, volti alla corretta gestione e alla sensibilizzazione verso la condizione” di chi è affetto da questa patologia.

La sensibilità chimica multipla “è considerata a livello internazionale una sindrome immuno-tossica infiammatoria multisistemica di intolleranza ambientale alle sostanze chimiche che può colpire vari apparati ed organi del corpo umano”, si legge nella risoluzione. È causa di moltissime patologie disabilitanti che interessano vari sistemi fisiologici: sistema renale, apparato respiratorio, cardiocircolatorio, digerente, tegumentario, sistema neurologico, sistema muscolo scheletrico ed endocrino-immunitario. La malattia si manifesta “con una progressiva intolleranza nei confronti di sostanze chimiche”, presenti nel cibo, nei cosmetici, nei detersivi e in molti altri prodotti, compresi farmaci”. Gli studi internazionali mostrano una prevalenza della Mcs tra il 3 e il 9 per cento della popolazione. L’Unione Europea ha iniziato studi specifici per capire come assistere i malati di Mcs. In molti paesi europei come Germania, Svizzera, Austria, Danimarca, Finlandia, ma anche i Australia, Stati Uniti, Canada, Giappone, la Mcs viene riconosciuta ufficialmente come patologia ambientale e sono stati approntati dei protocolli standard per l’accoglienza nelle strutture pubbliche e private dei pazienti. In Italia e in Toscana, non è contemplata fra le malattie rare riconosciute in esenzione dal sistema sanitario. Alcune regioni (Abruzzo, Veneto e Marche) hanno inserito la sindrome nell'ambito del sistema di tutela regionale delle malattie rare. La nostra Regione, a seguito dell’accertata presenza di casi sul territorio, garantisce ai cittadini toscani affetti da Mcs forme di assistenza e ha individuato l’Unità operativa di immunologia clinica dell’Azienda ospedaliera di Careggi quale struttura di riferimento regionale per la patologia.

Sanità, sensibilità chimica multipla: parla Scaramelli (PD)

Attivare un percorso assistenziale per chi soffre di sensibilità chimica multipla, promuovere percorsi formativi per la corretta gestione e la sensibilizzazione degli operatori nei confronti di una patologia ancora poco conosciuta. Da oggi c’è il via libera del Consiglio alla proposta di risoluzione già votata all’unanimità dalla commissione Sanità guidata da Stefano Scaramelli che riguarda appunto la cura e la tutela dei pazienti affetti da sensibilità chimica multipla (Mcs). “Dopo aver ascoltato in commissione Sanità i rappresentanti del Comitato toscano Mcs- ha spiegato il presdiente Scaramelli- illustrando in aula la risoluzione- , abbiamo ritenuto unanimemente di attivare, anche con l’ausilio dell’Organo Toscano per il Governo Clinico-  un percorso assistenziale ad hoc per questo tipo di pazienti”.

La risoluzione votata oggi dall’assemblea di Palazzo del Pegaso impegna la Giunta regionale a “promuovere, con l’ausilio e il coinvolgimento dell’organismo toscano per il governo clinico, l’attivazione di un percorso assistenziale per le persone con disturbi ascrivibili alla condizione nota come “sensibilità chimica multipla’ o intolleranza idiopatica ambientale ad agenti chimici”, con l’obiettivo di “fornire indicazioni sulla presa in carico e sulle azioni più appropriate per la diagnosi e la cura nel servizio sanitario regionale”; la Giunta sarà chiamata inoltre a “promuovere percorsi formativi delle persone e degli operatori sanitari coinvolti nel percorso assistenziale, volti alla corretta gestione e alla sensibilizzazione verso la condizione” di chi è affetto da questa patologia. La sensibilità chimica multipla “è considerata a livello internazionale una sindrome immuno-tossica infiammatoria multisistemica di intolleranza ambientale alle sostanze chimiche che può colpire vari apparati ed organi del corpo umano”, si legge nella risoluzione. È causa di moltissime patologie disabilitanti che interessano vari sistemi fisiologici: sistema renale, apparato respiratorio, cardiocircolatorio, digerente, tegumentario, sistema neurologico, sistema muscolo scheletrico ed endocrino-immunitario. La malattia si manifesta “con una progressiva intolleranza nei confronti di sostanze chimiche”, presenti nel cibo, nei cosmetici, nei detersivi e in molti altri prodotti, compresi farmaci”. Gli studi internazionali mostrano una prevalenza della Mcs tra il 3 e il 9 per cento della popolazione.  La nostra Regione, a seguito dell’accertata presenza di casi sul territorio, garantisce ai cittadini toscani affetti da Mcs forme di assistenza e ha individuato l’Uo di immunologia clinica dell’Azienda ospedaliera di Careggi quale struttura di riferimento regionale per la patologia.

Sanità: dirigenti Asl comandati in Regione, commissione dice no a proposta di legge per modifica retribuzione

La commissione Sanità dice no alla proposta di legge della Giunta regionale recante modifiche al Testo unico in materia di organizzazione e ordinamento del personale. La commissione, presieduta da Stefano Scaramelli (Pd) ha espresso parere contrario al nuovo testo normativo con sei voti, dei consiglieri Scaramelli, Ciolini e Giovannetti (Pd), Sarti (Sì-Toscana a sinistra), Quartini (M5s) e Pecori (gruppo misto-Tpt); due i voti d’astensione, dei consiglieri Sostegni (Pd) e Spinelli (Art.1-Mdp). Il parere della commissione Sanità è secondario, il testo sarà ora oggetto del parere referente della commissione Affari istituzionali, presieduta da Giacomo Bugliani (Pd).

La proposta di legge in questione interviene per modificare l’articolo 18-bis della legge regionale 8 del 2009, quello che disciplina il “comando e trasferimento dei dirigenti” e riguarda dirigenti provenienti dalle aziende e dagli enti del servizio sanitario, comandati nelle strutture regionali. Al fine di “non penalizzare” il personale dirigente comandato e allo scopo di “evitare effetti distorsivi e penalizzanti”, la retribuzione di questi dirigenti non dovrà essere “complessivamente inferiore a quella corrisposta ai dirigenti regionali posti in una posizione di analoga complessità funzionale”. In quel caso, sarà loro riconosciuta una retribuzione pari a quella “spettante ai dirigenti regionali” e i costi “resteranno a carico del fondo sanitario regionale”.

Per i comandi già in essere, la nuova disposizione si applica, senza valore retroattivo, anche ai dirigenti già comandati in Regione con decorrenza dal mese successivo all’entrata in vigore della nuova legge.

Sul testo presentato, la commissione ha raccolto anche le indicazioni contenute nella scheda predisposta dagli uffici legislativi del Consiglio regionale, nella quale si rileva “l’equiparazione verso l’alto” delle retribuzioni come “non conforme ai principi che finora hanno contrassegnato l’istituto del comando”.

Il presidente

Scaramelli ha annunciato il proprio voto contrario: “Il mio voto è personale, resto sulla posizione politica espressa a suo tempo dal presidente della Regione, Enrico Rossi, per mantenere l’invarianza di spesa. La norma di oggi modifica quella posizione, ma nel rispetto di quel principio politico voterò contro, anche alla luce delle indicazioni che ci vengono fornite dai nostri uffici legislativi”. La prima commissione, ha concluso Scaramelli, potrà “trarre buon frutto dalla discussione libera che abbiamo fatto in questa commissione”.

Voto contrario anche dal vicepresidente Paolo Sarti (Sì-Toscana a sinistra) ha ricordato la presa di posizione pubblica del presidente Rossi, “a commento di una nostra interrogazione a seguito del trasferimento in Regione di Monica Calamai e dei dirigenti che ha portato con sé”. Il presidente si era detto contrario “all’aumento di stipendio”, ricorda Sarti. Ora, aggiunge, “c’è questo tentativo di rimediare con una legge, sulla quale non possiamo che esprimere il nostro voto contrario”.

“Trovo discutibile prevedere un’eccezione a livello dirigenziale, che invece non può valere per i tanti dipendenti in posizione di comando con trattamento economico differenziato”, ha dichiarato il consigliere Nicola Ciolini (Pd).

Perplessità anche dalla consigliera Monica Pecori (gruppo misto-Tpt), “tutti sappiamo che ci sono tanti lavoratori che hanno trattamenti economici diversi e produttività diverse, pur svolgendo la stessa mansione”.

Voto contrario annunciato anche da Andrea Quartini (Movimento 5 stelle), che ha chiesto quante persone dovrebbero essere interessate dal provvedimento: “Non vorrei si arrivasse a qualche definizione migliorativa ad personam”.

Serena Spinelli (Art.1-Mdp) ha spiegato la difficoltà a esprimere una “posizione netta” sul provvedimento: “Su una variazione di legge in questa fase, in cui si chiede al Consiglio di legittimare una scelta compiuta al momento del comando” e anche in considerazione, ha spiegato ancora la consigliera, delle indicazioni negative “che ci giungono con la scheda predisposta dai nostri uffici legislativi”.

Enrico Sostegni (Pd) ha rilevato la necessità di “chiarire la confusione dei diversi aspetti che riscontriamo anche dalle diverse osservazioni tecniche prodotte dagli uffici legislativi”. Di qui la decisione di “esprimere voto di astensione, se non si deciderà di rinviare il voto in attesa dei chiarimenti necessari”.

Sanità, deficit ormone della crescita, Scaramelli (Pd): “Verificare le scorte"

Facilitare le condizioni dei pazienti affetti da deficit dell’ormone della Crescita (GH) verificando lo stato di distribuzione dei farmaci , agevolando l’approvvigionamento e garantendo i percorsi di cura. Lo ha detto il presidente della commissione Sanità in RegioneStefano Scaramelli (Pd) illustrando oggi in aula la risoluzione che riguarda proprio il trattamento primario delle persone che soffrono di questo deficit. Scaramelli ha ricordato che la risoluzione è nata dall’ascolto in commissione Sanità  delle associazioni che rappresentano le istanze dei pazienti che soffrono dell’assenza di questo ormone e che hanno segnalato la difficoltà del reperimento dei farmaci per curarsi. Sono state infatti le associazioni ad evidenziare ed avanzare specifiche istanze volte appunto a sollecitare le istituzioni della sanità toscana sulle particolari difficoltà sostenute da molti pazienti che vivono in Toscana e dalle loro famiglie “Ci sono mille persone in Toscana con questo deficit-ha detto Scaramelli- , di cui 400 sono bambini. Una persona ogni 3500 non produce l'ormone della crescita GH in quantità sufficiente a causa di problemi nell'ipotalamo o nell'ipofisi. Con il via libera di oggi il Consiglio impegna la Giunta a verificare le cause della denunciata mancanza di disponibilità nelle farmacie dei medicinali fondamentali per il trattamento delle patologie nei pazienti affetti da deficit dell’Ormone della crescita. Non solo. L’impegno che chiediamo alla giunta è anche quello di segnalare le eventuali difficoltà di approvvigionamento dei farmaci e garantirne il reperimento”.

Sanità: Lunigiana, un tavolo tecnico per dare risposte concrete al territorio

La Giunta regionale è impegnata a costituire un tavolo che analizzi le criticità nella sanità segnalate dai Comitati Sos Salute Lunigiana e Comitato in difesa del diritto alla salute della Lunigiana. Il tavolo deve coinvolgere le Istituzioni regionali e locali, Asl, rappresentanti delle associazioni locali maggiormente rappresentative. E’ quanto prevede la risoluzione sottoscritta da Giacomo Bugliani (Pd), Stefano Scaramelli(Pd) e Ilaria Giovannetti (Pd), e approvata dall’Aula di palazzo del Pegaso.

Il fine, ha ricordato il consigliere Bugliani nel corso dell’illustrazione, è quello di “dare risposte concrete ai territori disagiati” e anche di“sostenere e rafforzare” l’assistenza sanitaria nelle zone periferiche e montane, con particolare attenzione al territorio della Lunigiana.

Le criticità già segnalate dai Comitati lo scorso ottobre, nella commissione Sanità del Consiglio regionale, rispondevano a una mozione votata dal Consiglio in merito alla sanità della Lunigiana. In audizione i rappresentanti dei Comitati sono intervenuti per richiedere, in particolare, di mantenere i presidi ospedalieri sul territorio (Pontremoli e Fivizzano) e favorire la crescita dei servizi; assicurare un medico anestesista a Fivizzano e istituire un servizio di guardia medica pediatrica; potenziare la presenza di infermieri al Pronto soccorso di Pontremoli e garantire un medico per il trasporto assistito.

Ad annunciare il voto favorevole sono intervenuti Andrea Quartini (M5S), Paolo Sarti (Sì Toscana a sinistra) e Monica Pecori (Gruppo misto Tpt), che hanno espresso apprezzamento per i Comitati che hanno difeso la sanità pubblica, sottolineando che in Toscana ci sono altri territori disagiati. Da qui l’auspicio che non si debba ogni volta arrivare a proposte di risoluzione, in seguito a proteste dei cittadini e quindi l’invito a svolgere valutazioni a monte.

Partecipazione in Toscana, Bianchi (M5S): “Rischio smantellamento”

“Il Partito democratico vuole smantellare i processi partecipativi in Toscana”. Così il consigliere regionale del Movimento 5 stelle, Gabriele Bianchi, interviene riguardo il rischio ridimensionamento dei percorsi che vedono coinvolti i toscani nelle scelte delle istituzioni. “A fine marzo – spiega Bianchi – scadrà la normativa che ha istituito l’Autorità per la partecipazione. Siamo davanti a un vero e proprio boicottaggio da parte di una forza politica che fa di tutto per tagliare quel che è discussione, confronto d’idee, dialogo. L’impressione – prosegue il consigliere M5S – è che qualcuno sia infastidito dal coinvolgimento dei cittadini. Siamo alle solite: da un lato il popolo, dall’altro chi dice di fare gli interessi di tutti, salvo chiudere ogni dialettica e restare arroccato nella propria torre”. Il Movimento 5 stelle ha depositato una mozione ad hoc. “Chiediamo sia garantito un minimo di 500mila euro in bilancio da destinare a scelte partecipate” annuncia Bianchi. “Vogliamo i percorsi partecipativi siano sempre più estesi: la partecipazione dev’essere non solo garantita, ma potenziata. Gran parte dell’attuale sistema di potere politico in Toscana non riconosce le esigenze dei cittadini. A chi invece possiede spirito costruttivo e buona volontà – conclude – rivolgo un appello: lavoriamo assieme per far crescere senso civico, partecipazione e trasparenza nel nostro territorio. Solo così le persone si riavvicineranno alla gestione della cosa pubblica. Obiettivo dev’essere quello di migliorare la proposta di legge sulla partecipazione già depositata dal Movimento 5 stelle”.

Forteto, unanimità in Consiglio

Focus sul ruolo della Giunta nei confronti dell’attività e del ruolo del Commissario straordinario della Società Cooperativa "Il Forteto", grazie ad una proposta di risoluzione presentata dai consiglieri Jacopo Alberti (Lega) e Maurizio Marchetti (FI), emendata dalla consigliera Fiammetta Capirossi (Pd) e sottoscritta in aula da Andrea Quartini (M5S), che ha portato l’Assemblea a esprimersi con voto unanime.

Come illustrato da Jacopo Alberti, il Consiglio regionale impegna il presidente Rossi e la Giunta regionale “a fornire, tempestivamente e ogniqualvolta richiesti, tutti gli strumenti, le indicazioni e le informazioni utili a facilitare il compito e il lavoro del Commissario straordinario della società cooperativa ‘Il Forteto’, nominato dal Ministero dello sviluppo economico”; a coinvolgere “questa rispettabile Assemblea e i rappresentanti delle Istituzioni locali e nazionali interessate in un rapporto di proficua collaborazione tesa a una quanto più rapida e definitiva restituzione alla legalità delle attività della società cooperativa in oggetto, nel rispetto delle parti lese e nell’interesse principale dei dipendenti onesti e dei consumatori”.

La risoluzione, ha ricordato il consigliere, esprime “pieno appoggio e totale apprezzamento per la professionalità e la dedizione mostrate dall’avvocato Jacopo Marzetti fin dall’inizio del suo mandato commissariale”; valuta il ruolo di Mazzetti come “fondamentale per un risanamento completo e definitivo” della cooperativa, nel pieno rispetto delle parti lese e dei consumatori.

Fiammetta Capirossi (Pd), nel presentare l’emendamento, ha ricordato in particolare il progetto “Oltre” finanziato dalla Regione Toscana e rivolto a chi ha vissuto maltrattamenti e abusi e alcune azioni nate a seguito dell’interessamento del Consiglio, nonché le ultime decisioni adottate dal Parlamento in merito all’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta. Da qui la piena collaborazione a Mazzetti e l’auspicio di “un risanamento completo della situazione concernente le attività della Società cooperativa”.

Voto favorevole e pieno apprezzamento per il lavoro svolto sono stati espressi dal consigliere Andrea Quartini (M5S), che ha sottoscritto la proposta di risoluzione, e da Tommaso Fattori (Sì Toscana a sinistra), che ha parlato dell’attività del Consiglio come di un modo di stare accanto alle famiglie delle vittime.

A chiudere il dibattito l’assessore Marco Remaschi, che si è soffermato “sull’ottimo lavoro svolto e sulla necessità di voltare pagina e mettere la parole fine su questa brutta vicenda”. “Per quanto di mia competenza – ha assicurato – sono disponibile a fare tutto il possibile per garantire un marchio conosciuto a livello internazionale”. “Votare all’unanimità questo atto non è solo segno di buon senso – ha concluso – ma di una scelta giusta operata da tutta l’Assemblea”.

Forteto, Alberti (Lega): "Collaboriamo col commissario"

“Il ritardo nel rispondere alla lettera del commissario, di cui abbiamo preso atto durante l’incontro di gennaio con i membri della seconda commissione d’inchiesta, ci aveva preoccupati – spiega il consigliere regionale, Jacopo Alberti - La risoluzione che è stata approvata oggi è un’inversione di tendenza ulteriore sulla vicenda del Forteto. La Regione, da oggi, si impegna a collaborare in modo celere e chiaro con il commissario Jacopo Marzetti. L’unico scopo è arrivare in modo veloce e definitivo a ristabilire la legalità nelle attività della Società Cooperativa Il Forteto”.

“Sono molto soddisfatto della votazione, perché arriva a due settimane di distanza dalla votazione della Commissione bicamerale d’inchiesta votata in Parlamento – dice Alberti – e ringrazio i colleghi per l’unaminità, è un bel messaggio, per le vittime e i lavoratori della Cooperativa, che devono sentire vicine le istituzioni”.

Geotermia: il dibattito sulle aree non idonee all’installazione di impianti

Una riscrittura del Piano ambientale ed energetico (Paer) perché sia “conforme alle ultime direttive europee”, anche per “permettere alla Toscana di raggiungere il 100 per cento dell’efficienza energetica” attraverso “interventi su più fronti a partire dall’impiantistica fino a quello dell’abbattimento della domanda energetica quindi di ricerca del risparmio” è stata richiesta dal capogruppo del Movimento 5 stelle Giacomo Giannarelli in apertura del dibattito sull’informativa dell’assessore regionale all’Ambiente Federica Fratoni  sul documento preliminare di modifica del Paer per la definizione delle aree non idonee all’installazione di impianti geotermici (Ani).

Secondo Giannarelli la geotermia è “una delle fonti rinnovabili ma non l’unica”. “Bene che ci sia un’apertura per il rinnovo del parco impiantistico, ma dobbiamo lavorare ad una transizione energetica che permetta anche ad altri segmenti di rinnovabili di avere un ruolo da protagonista” ha spiegato pur ricordando che “il nostro bisogno è fatto di un terzo di calore, un terzo di energia e un terzo di trasporti”. Per Giannarelli si “può fare molto con l’educazione alla mobilità sostenibile”, argomento che “richiederà una grande riflessione”, l’informativa rappresenta comunque un “importante passaggio”.

“Ben venga intanto questo aggiornamento” ha detto il capogruppo di Sì-Toscana a sinistra Tommaso Fattori che ha ricordato come “più volte siamo tornati sulla necessità di rivedere complessivamente il Piano regionale anche per una effettiva diversificazione delle fonti rinnovabili di energia”. “Ho in più occasioni ripetuto come la fortuna di avere un patrimonio geotermico ci ha resi più pigri sulle rinnovabili” ha continuato ricordando il “tema complessivo della pianificazione delle fonti e della possibilità di produrre l’energia necessaria il più possibile sul territorio”. Secondo Fattori, la comunicazione dell’assessore Fratoni esprime una “volontà politica: non mi pare un’operazione che si limita solo a trasferire vincoli già esistenti nel Piano”. “Resta comunque da sciogliere il nodo, per il capogruppo, di come “riuscire a recepire le volontà politiche espresse dai diversi territori”.

Plauso al lavoro fatto dalla Giunta e dall’assessore all’Ambiente, è stato espresso dal presidente della commissione Ambiente Stefano Baccelli (Pd) che ha ricordato come l’informativa parta dalla risoluzione approvata a novembre 2018, frutto di un “lavoro serio della commissione, tra audizioni e confronti anche faticosi, in una materia certamente complessa da un punto di vista tecnologico e normativo, basti ricordare che l’attività mineraria, quindi di ricerca, è di esclusiva competenza dello Stato”. La risoluzione, in sintesi, sanciva che su altri settori quali eolico, fotovoltaico e da biomasse le aree non idonee sono presenti nel Piano regionale. Sulla geotermia occorreva intervenire. “Il lavoro fatto con l’istruttoria prima e l’avvio del procedimento oggi deve essere riconosciuto anche rispetto agli indirizzi dati da questo Consiglio”, ha detto Baccelli che ha, infine, rivendicato la strategia sulla geotermia portata avanti dalla maggioranza di governo: “Non solo accettare le Ani ma anche accompagnare altre vocazioni dei territori per il giusto punto di equilibrio”.

Un fermo e convinto no al riconoscimento della geotermia come fonte rinnovabile è arrivato da Monica Pecori (Gruppo Misto/Tpt), perché “consuma acqua e falde, mentre le emissioni sono state solo parzialmente attenzionate nell’ultima legge”. La capogruppo ha poi stigmatizzato il fatto che i contributi e le indicazioni pervenuti dai territori “non siano stati poi così tanto presi in considerazione”. “Non vedo un grande rispetto delle loro volontà se leggo l’informativa”, ha detto citando, alcuni passaggi. Primo fra tutti quello per cui la non idoneità si riferisce alla “localizzazione dell’impianto” nella sua complessiva filiera di estrazione (pozzo) e utilizzo della risorsa (centrale). Non si riferisce alle infrastrutture di collegamento (linee telefoniche, termodotti, strade). La non idoneità, ha ricordato ancora Pecori, non investe l’intera fase della ricerca: “Le limitazioni sono soltanto quelle eventualmente imposte in sede di valutazione di impatto ambientale”. Le Ani quindi, “non sono concepite e non possono in alcun modo limitare l’ambito della ricerca mineraria” ha concluso.

Geotermia, Fratoni: "Variante approvata entro fine legislatura"

“E’ un percorso impegnativo, nel quale sono previste anche fasi di partecipazione, secondo una tempistica molto puntuale. Il lavoro non è banale, ma possiamo immaginare, con ottimismo, ma anche con realismo, che entro la fine della legislatura sarà possibile approvare in via definitiva questa variante”.

Ha concluso così l’assessore regionale all’Ambiente Federica Fratoni  la sua informativa sul Documento preliminare alla modifica del Piano ambientale regionale (Paer), ai fini della  definizione delle aree non idonee per l’installazione di impianti di produzione di energia geotermica in Toscana.

L’informativa prende le mosse dalla risoluzione n. 140 approvata dal Consiglio regionale il 1 febbraio 2017, con la quale si sollecita una regolamentazione delle aree idonee e non idonee all’attività geotermoelettrica, analogamente a quanto fatto per le altre fonti di energia rinnovabile. Sul tema va tenuto comunque presente il decreto ministeriale del 10 settembre 2010,  che contiene una vincolistica piuttosto tassativa rispetto alle caratteristiche ambientali, paesaggistiche, con riferimento a coltivazioni agricole di pregio. L’assessore ha affermato che la Giunta nel maggio 2017 ha fornito alcune linee guida molto stringenti, in particolare relativamente alla non idoneità, sia in riferimento alla localizzazione, sia in riferimento all’utilizzo vero e proprio della risorsa.

L’individuazione delle aree non idonee (ani), a suo parere, non si configura “come divieto preliminare, ma come atto di accelerazione e semplificazione dell’iter di autorizzazione alla costruzione e all’esercizio, anche in termini di opportunità di localizzazione offerte dalle specifiche caratteristiche e vocazioni del territorio”. La non idoneità, infatti, si riferisce alla “localizzazione dell’impianto” nella sua complessiva filiera di estrazione (pozzo) e utilizzo della risorsa (centrale). Non si riferisce alle infrastrutture di collegamento (linee telefoniche, termodotti, strade). La non idoneità, inoltre, non investe l’intera fase della ricerca: “Le limitazioni sono soltanto quelle eventualmente imposte in sede di valutazione di impatto ambientale”, anche perché nella geotermia, diversamente dalle altre fonti, è fondamentale conoscere nel dettaglio le caratteristiche del campo geotermico e del fluido stesso. Le aree non idonee, quindi, “non sono concepite e non possono in alcun modo limitare l’ambito della ricerca mineraria”.

L’assessore ha accennato anche ai criteri di valutazione di non idoneità: “Oltre ai vincoli previsti per legge, occorre considerare anche la tipologia di impianto da realizzare, la vocazione economica del territorio, il grado di saturazione rispetto alla presenza di impianti geotermici o altri impianti agricolo-industriali”. In questo senso Fratoni ha rilevato come i vincoli localizzativi identificati dai Comuni “non possono essere considerati preclusioni assolute ma devono essere messi in relazione a quanto stabilito negli strumenti di pianificazione territoriale della Regione, soprattutto per quanto riguarda gli impianti ad alta entalpia che dovrebbe essere confinata nelle aree storicamente vocate all’attività geotermoelettrica”. Le individuazioni delle Ani non esclude categoricamente che in quelle aree non sia possibile intervenire, segnala semmai che sarà relativamente difficile ottenere le necessarie autorizzazioni.

Fratoni ha comunque affermato che il procedimento di identificazione non potrà concludersi con la sola segnalazione dei vincoli, paesaggistici, ambientali o produttivi: “Dovrà anche basarsi sull’espressione della volontà politica del territorio a perseguire un determinato sviluppo socio-economico”.

L’assessore si è quindi soffermato sull’attività istruttoria, che ha coinvolto cinquantuno proposte pervenute dalle amministrazioni locali che hanno inviato una relazione dettagliata in riferimento ai propri confini (per 27 comuni  la non idoneità riguarda l’intero territorio comunale con possibili eccezioni per le aree industriali e artigianali nelle quali non può essere esclusa la realizzazione di impianti almeno a media entalpia).

Con la risoluzione n. 223 approvata a novembre 2018 il Consiglio chiede alla Giunta a proporre l’atto di adeguamento al Paer ed a valutare la necessità di un intervento contestuale sulla pianificazione territoriale. A suo parere la proposta di modifica si muove su questo  quadro conoscitivo di riferimento, in conformità con gli obiettivi del Paer e in coerenza con il Piano di indirizzo territoriale (Pit).

Geotermia, Baccelli (PD): "Tutelare la vocazione dei territori"

Avviato il percorso per l’individuazione delle Aree non idonee per la produzione di energia geotermoelettrica in Toscana. Obiettivo: garantire un corretto equilibrio tra la coltivazione della risorsa geotermica e la tutela ambientale, anche in relazione al contesto paesaggistico e alle vocazioni socioeconomiche dei territori. Sono 51 i comuni ad aver inviato al vaglio della Giunta le proposte di zonizzazione, alcuni geotermici in senso stretto, altri confinanti con aree geotermiche. È stata Federica Fratoni, assessore regionale all’ambiente, a illustrare in Consiglio regionale l’informativa preliminare relativa alla proposta di modifica del piano ambientale ed energetico ai fini della definizione delle Ani. È intervenuto, sull’atto in questione, Stefano Baccelli, presidente commissione Ambiente e territorio a Palazzo del Pegaso. “Lo rivendico, come maggioranza che governa questa regione: abbiamo inaugurato finalmente una strategia per gestire una straordinaria risorsa di cui siamo praticamente unici possessori, la geotermia. E tassello fondamentale di questo percorso è proprio l’individuazione delle aree non idonee all’installazione di impianti, individuazione che tiene conto delle caratteristiche e dei vincoli paesaggistici e ambientali, nonché della presenza di produzione agricole di pregio, previo coinvolgimento delle amministrazioni interessate che a suo tempo hanno inviato alla Giunta le loro proposte. – ha fatto presente Baccelli - L’altro strumento fondamentale è la nuova legge sulla geotermia da poco approvata. Lo spirito della normativa è stato quello di trovare un non semplice punto di equilibrio tra l’esigenza di maggior rigore nella tutela dell’ambiente e quindi della salute dei cittadini e quella di sviluppo economico dei territori interessati per creare nuova e buona occupazione, con lo sviluppo efficiente di questa forma preziosa di energia. Così come rispecchia questo spirito la richiesta di migliorare gli standard di efficienza e qualità ambientale nell’ambito del protocollo d’intesa tra Regione Toscana e Enel. Analoga attenzione al settore purtroppo non abbiamo registrato nel Governo nazionale. Saremo sempre a fianco dei nostri amministratori che pretendono chiarezza e sostegno rispetto a un utilizzo efficace e coerente della risorsa geotermica”.

Lavoro: inceneritore Scarlino, sì a mozione per nuova sistemazione dipendenti

Il Consiglio regionale approva una mozione a tutela dei lavoratori dell’inceneritore di Scarlino. La mozione, presentata da Giacomo Giannarelli (M5s), che ha accolto emendamenti del capogruppo Pd, Leonardo Marras, impegna la Giunta regionale a sostenere il percorso del tavolo istituzionale di crisi, assieme alle organizzazioni sindacali, la società interessata e tutti gli enti locali e istituzionali territoriali “al fine di trovare una nuova sistemazione” ai 40 lavoratori in organico.

“I lavori sono vittime della mancata pianificazione della Regione, scelte sbagliate hanno effetti negativi anche sotto il profilo occupazionale”, sostiene Giannarelli nell’intervento in Aula, ricordando che “il nostro atto è stato presentato a fine gennaio” e precisando che “l’inceneritore di Scarlino non è stato trattato all’interno della commissione d’inchiesta sul Monte dei Paschi, ma Mps era presente nella compagine societaria”.

Il capogruppo del Partito democratico, Leonardo Marras, annuncia il voto favorevole a seguito dell’emendamento accolto. Ricorda che “appena giunta la notizia della definitiva sentenza del Consiglio di Stato, il pensiero è andato al destino dei lavoratori, i quali sono stati da subito oggetto di attenzione e di iniziativa da parte anche delle istituzioni locali”. Per questa ragione, “chiesto e ottenuto dal collega Giannarelli di poter proporre e condividere modifiche alla mozione, rendendola attuale”, è arrivato l’appoggio alla mozione. “Il tavolo di crisi è stato attivato – spiega ancora Marras –, il consigliere del presidente Rossi, Simoncini, ha convocato riunioni nelle scorse settimane, un nuovo incontro è previsto per il 20 marzo”.

Voto favorevole annuncia in Aula anche il capogruppo di Sì-Toscana a sinistra, Tommaso Fattori, secondo il quale “la tutela dei posti di lavoro è davvero un obiettivo fondamentale e chi. come noi, vuole la chiusura dell’inceneritore vuole anche la conversione e il mantenimento di tutti i posti di lavoro esistenti. La strategia rifiuti zero è ad alta intensità di lavoro e bassa intensità di capitale, al contrario dell’incenerimento”.

Agricoltura, sì a bilancio di Artea

Sì a maggioranza al bilancio preventivo 2019 dell’Agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura. L’atto è stato votato dal Pd, contraria la Lega.Roberto Salvini (Lega), intervenendo per annunciare il voto contrario del suo gruppo, ha precisato, tra l’altro, che pur trattandosi di “un ente pagatore, che non fa produzione, i dipendenti li paga la Regione Toscana”. “Si spendono 2milioni di euro, bisognerebbe fare una riflessione”, ha aggiunto il consigliere, ricordando che “le fasi di controllo Artea le commissiona all’esterno”.

Il bilancio di previsione 2019 evidenzia un equilibrio tra costi e ricavi e la differenza fra il valore e i costi della produzione mostra un margine operativo pari a 10mila 200 euro, allineato rispetto al preventivo 2018.

La previsione del valore della produzione è pari a 2milioni 548mila 861 euro. Nel dettaglio, le voci più consistenti dei contributi riguardano quelli in conto esercizio dalla Regione pari a 2milioni 448mila e 261 euro, costituiti da un contributo per spese di funzionamento pari a un milione e 148mila 400 euro; risorse Feasr (Fondo europeo di sviluppo rurale) per la copertura delle spese relative all’attività di rafforzamento del sistema informativo di Artea per 300mila euro.

I costi della produzione risultano, invece, pari a 2milioni e 538 mila 661 euro dei quali 10mila 500 per acquisto di beni e 2milioni e 33mila 900 euro per i servizi. Le voci di costo maggiori sono le prestazioni professionali a consulenti esterni, le utenze e altri costi di gestione.

Nel 2019 l’Agenzia sarà, inoltre, impegnata nella conclusione delle attività relative alla gestione del programma nazionale di sostegno del vino.

Impatto ambientale: interrogazione M5s su inceneritore Scarlino

Occhi puntati sulle valutazioni di impatto ambientale in Toscana. Quali misure si intendono adottare nei confronti di “coloro che hanno condotto un approfondimento istruttorio tecnico-scientifico incompleto”? Vista la “illogicità e incongruità della scelta finale” conseguentemente adottata, non si ritiene debbano esserci inevitabili conseguenze politiche nella Giunta regionale? È quanto chiede il consigliere Giacomo Giannarelli (M5S) in un’interrogazione, in seguito alla recente sentenza del Consiglio di Stato sull’inceneritore di Scarlino (Gr), che impone un ulteriore stop all’impianto. Secondo i giudici amministrativi, si legge nell’interrogazione, “l’azienda sanitaria avrebbe dovuto negare il parere favorevole e compiere ulteriori analisi aggiornate, anziché limitarsi a esigere particolari cautele”. Per questo l’iter amministrativo deve essere fatto di nuovo “al fine di esaminare più compiutamente le criticità progettuali emerse e ridurre per quanto possibile l’apposizione di prescrizioni”. Nell’interrogazione si ricorda che l’impianto “è stato sottoposto a due valutazioni di impatto ambientale”, prima dalla Provincia di Grosseto, poi dalla Regione, e che “entrambe si sono concluse con esito favorevole”.

“Apprezzamento e fiducia nei confronti degli uffici regionali che hanno svolto un lavoro lungo e complesso” sono stati espressi dall’assessore all’AmbienteFederica Fratoni. “La Toscana si conformerà alla sentenza”, ha affermato.

“Piena insoddisfazione”, ha dichiarato Giacomo Giannarelli (M5S) per la risposta dell’assessore in Aula. Il consigliere ha parlato di “grande responsabilità politica: questa sentenza è un macigno che pesa sulle vostre spalle”.

Fonte: ufficio stampa

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