Narrare i musei coi social, il lavoro di Egle Radogna nel Chianti e nel Valdarno

Hashtag o smartphone? La grande arte del passato non li teme più. Dalla campagna fiorentina i capolavori della pittura medievale e rinascimentale, custoditi e valorizzati nei quindici musei del Chianti del Valdarno, si lasciano raccontare dalla passione social di una comunicatrice d’eccezione. Egle Radogna, di origini perugine, di adozione toscana, storica dell’arte proveniente dal mondo della ricerca e dai linguaggi sperimentali della multicanalità, è la prima narratrice museale della rete del Chianti e del Valdarno. Una nuova figura professionale, di cui si è dotata la realtà promossa dai nove comuni e coordinata da Nicoletta Matteuzzi, con la quale contenuti e vita dei musei di campagna sono raccontati quotidianamente in una veste ‘smart’.

Ambrogio Lorenzetti, con la sua possente Madonna col Bambino, Coppo di Marcovaldo e il leggendario San Michele, Masaccio e la prospettiva monumentale del Trittico di San Giovenale, non sono più fermi ad aspettare, in attesa che qualcuno giunga nelle sale espositive ad ammirarli. Iniziano a condividere e viaggiare per diffondere ovunque, soprattutto tra i più giovani, la bellezza dell’arte senza tempo. “Vogliamo stupire anche i più assidui frequentatori del web – dichiara Egle Radogna - la grandezza delle pietre miliari della pittura italiana, fiorita tra il 1200 e il 1400, entra in video, viaggia su Instagram, diventa virale tra le colonne di Facebook, cinguetta con una manciata di caratteri”.  Egle fa tutto questo all’interno dei musei: documenta con testi e immagini la vitalità degli spazi e racconta ciò che accade, eventi, allestimenti, usando a piene mani gli strumenti digitali e i social network. Il progetto, ideato e realizzato dal Sistema museale Chianti Valdarno, di cui il Comune di San Casciano è capofila, è vincitore di uno specifico bando, “Valore Museo”, finanziato dalla Fondazione Ente Cassa di Risparmio di Firenze e dalla Fondazione Fitzcarraldo.

“E’ una delle esperienze toscane più innovative e siamo felici di poterla sperimentare, grazie al supporto della Fondazione Ente Cassa – dichiara il sindaco Massimiliano Pescini – un valore aggiunto per un territorio ampio e variegato come il nostro che ha deciso di mettere in rete musei e patrimoni artistici sfidando distanze e lunghezze chilometriche”. E’ così che i muri del tempo cadono per dare spazio ad un nuovo modo di comunicare: l’arte che si lascia fotografare, ammicca agli sguardi più curiosi di quel pubblico innamorato di fb e cultura digitale che si nutre di realtà virtuale e istantanea. “Nell’arte del Chianti e del Valdarno si identificano le persone, la storia e la memoria locale – aggiunge la coordinatrice Nicoletta Matteuzzi - l’arte è percepita come uno specchio di comunità, attraverso le competenze della narratrice museale la nostra rete si innova ed estende i propri orizzonti di promozione e valorizzazione attraverso i linguaggi che disegnano il futuro della comunicazione”.

Fonte: Ufficio stampa associato del Chianti fiorentino

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