Stando a quanto affermano gli ultimi dati dello studio Ipsad (Italian Population Survey on Alcohol and other Drugs), nel 2017 il gioco d’azzardo ha prodotto un giro d’affari di oltre 4,8 miliardi di euro in Toscana. Un numero evidentemente rilevante, che rimane tale se si distoglie lo sguardo dai soli confini toscani, per abbracciare l’intera Penisola, dove oltre il 40% della popolazione di età compresa tra i 15 e i 64 anni dichiara di giocare almeno una volta all'anno, con una prevalenza maschile rispetto alla popolazione femminile, pur in crescita sostenuta.
Considerati tali dati, e incrociati con quelli del gioco patologico, la Regione Toscana ha scelto di intervenire sulla materia con alcuni provvedimenti utili e il lancio di un numero verde di supporto. Se infatti è pur vero che la stragrande maggioranza dei giocatori ha con i casino online sicuri e legali (leggi qui per avere maggiori informazioni a riguardo) o “su strada”, un rapporto positivo e puramente di intrattenimento, è anche vero che nella stessa Toscana e nel resto d’Italia (dati Ars) una percentuale tra lo 0,5% e il 7,6% della popolazione è affetta da gioco patologico.
Evidentemente, la platea più interessata da tale fenomeno è quella degli adolescenti e dei giovani: si tratta di fasce più vulnerabili, in cui – non a caso – la prevalenza di comportamenti problematici legati al gioco rispetto al resto della popolazione generale è più alta. Ma a che cosa si gioca? Pur dinanzi alla crescita delle piattaforme online e delle loro proposte dedicate, a prevalere è ancora il Gratta&Vinci (66%), davanti alle scommesse sportive (54%), al biliardo e agli altri giochi di abilità (49%).
Per quanto poi attiene i luoghi in cui si gioca maggiormente, in Toscana prevale il ricorso a ricevitorie, sale da gioco, bar e circoli (90,1%), mentre l’online cresce rapidamente (17,7%) grazie ai suoi vantaggi in termini di accessibilità e riservatezza. Frequente è anche il ricorso dei giochi nelle case private (45,4%).
Sempre in riferimento al territorio toscano, la raccolta di denaro da gioco, pari a 4,8 milioni di euro, viene fronteggiata da una vincita pari a 3,7 milioni di euro e, dunque, a una spesa netta effettiva di oltre 1 milione di euro. La spesa pro capite è di circa 1.304 euro, con un picco provinciale a prato, in cui la spesa media per l'azzardo è stata di 2.948 euro pro capite, davanti a Massa Carrara (1.492), Lucca (1.403), Pistoia (1.325), Livorno (1.255), Firenze (1.188), Arezzo (1.108). Di contro, le province in cui si gioca mediamente di meno sono quelle di Grosseto (1.108), Pisa (1.006) e Siena (888).
Passando poi alla breve analisi delle iniziative poste in essere dalla Regione Toscana per poter fronteggiare il fenomeno delle derive patologiche, segnaliamo il lancio della campagna di sensibilizzazione "Quando la vita è un gioco è in gioco la vita", che coinvolgerà anche il mese di marzo con affissioni su strada, bus e tramvia, e specifici arredi urbani, pagine sui quotidiani regionali cartacei e banner online.
Come anticipato, la Regione Toscana ha anche lanciato il numero verde 800 88 15 15, in funzione dal lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle ore 18. A rispondere sono psicologi e psicoterapeuti specializzati nel gioco d’azzardo, pronti a fornire una prima consulenza nei confronti di tutte quelle persone che richiederanno un aiuto per se stesse o per i propri cari.
Tra le altre iniziative interne alla campagna, anche la realizzazione del logo No slot, consegnato in tutti quegli esercizi pubblici che ne faranno richiesta dopo aver scelto di non installare le slot. Ai Comuni è poi domandato di verificare che gli esercizi rispettino gli impegni presi.