A Firenze, nel Quattrocento aprire una florida bottega d’arte significava essere un maestro. Il prestigio non era soltanto per i numerosi clienti, meglio se facoltosi, ma anche per i collaboratori e gli allievi che vi lavorano. Questo basterebbe per inserire Verrocchio (Firenze, 1435 – Venezia, 1488) tra i maestri fiorentini dell’epoca, ma non è tutto. La bottega del Verrocchio è la scuola dell’arte a metà del Quattrocento: qui si forma Leonardo da Vinci insieme a un’intera costellazione di artisti che saranno poi fondamentali per lo sviluppo del linguaggio pittorico italiano. Da oggi è possibile fare un salto indietro nel Quattrocento ed entrare in quella bottega, visitando la mostra: “Verrocchio, il maestro di Leonardo” che si è inaugurata oggi a Firenze nel museo di Palazzo Strozzi. fino al 14 luglio 2019).
L’esposizione concentra tutte le opere del maestro ed evidenzia la prima volta lo stretto rapporto che c’è stato con pittori suoi contemporanei, e successivi molti anche stranieri. Forse anche un giovanissimo Sandro Botticelli sarebbe transitato da quella bottega, anche se lo sappiamo già allievo di un altro grande pittore, Filippo Lippi (Firenze, 23 giugno 1406 – Spoleto, 9 ottobre 1469) Eppure, la splendida tavola “Madonna con bambino” (Napoli, Capodimonte), opera giovanile di Botticelli presente in mostra, è piena di quell’energia e vigore scultorio che soltanto il Verrocchio può avergli lasciato in mente.
L’opera, come ha rilevato Andrea De Marchi, “è una costruzione teatrale di sguardi e di gesti che si concatenano e che uniscono il senso d’intimità alla maestà delle figure”.
L’arte è anche questo: un gioco d’influenze dirette o indirette per questa ragione i quadri devo essere visti e messi a confronto. Il percorso espositivo, curato da Francesco Caglioti e Andrea De Marchi, ricostruirà gli esordi di Leonardo da Vinci e offrirà uno sguardo sulla produzione artistica a Firenze tra il 1460 e il 1490 circa, l’epoca di Lorenzo il Magnifico. Due sezioni speciali della mostra sono allestite al Museo del Bargello dove si può ammirare “l'Incredulità di San Tommaso”.
Ecco che l’artista Verrocchio è qui documentato in tutte le sue manifestazioni con oltre 120 opere tra dipinti, sculture e disegni provenienti dai più importanti musei e collezioni del mondo (Metropolitan Museum of Art di New York, il Musée du Louvre di Parigi, il Rijksmuseum di Amsterdam, il Victoria and Albert Museum di Londra, le Gallerie degli Uffizi di Firenze). Il percorso inizia dalle prime opere, come la “Madonna di Volterra”, paradigma autografo e sublime del linguaggio del maestro autonomo formato sulle lezioni di Donatello, Domenico Ghirlandaio, Pietro Perugino e lo stesso Leonardo. Ci sono i disegni, il Verrocchio scultore e quello delle grandi opere pubbliche – poche in verità - come le pale d’altare: il “Battesimo di Cristo ” e la “Madonna di Piazza”, che proviene da Pistoia.
Verrocchio è moderno fino all’osso e nei suoi quadri c’è una regia suprema. Pensa da orafo, dipinge da scultore e le sue opere di bronzo hanno la delicatezza delle pennellate. In un’arte già teatrale ed erede della lezione della pittura fiamminga - così presente nelle collezioni medicee – il Verrocchio apre ai principi moderni, è gagliardo nel mestiere di guardare e rappresentare il dato naturale delle cose: unisce geometrie perfette alla naturalezza, rende la trasparenza atmosferica dei paesaggi, la mimetica rappresentazione dei dettagli; possiede un vigore e un dinamismo nel bronzo che fanno fuoriuscire dalla nicchia “le figure ” dalle facciate di Orsanmichele.
In mostra anche la parte consistente dell’attività dell’artista, i dipinti di piccolo formato, spesso “Madonne con bambino”: tavolette di devozione privata ma di grande prestigio pittorico perseguito con un perfezionismo quasi maniacale. I volti sono elegantissimi e puri quasi proti classici, così come i gioielli descritti nei minimi dettagli. Molte opere provengono da collezioni private, così come alcune proposte di opere di bronzo e terracotta che toccheranno anche la seconda parte della mostra che aprirà a Washington DC (che sarà la seconda sede dell’esposizione dal 29 settembre 2019 al 2 febbraio 2020).
Scoperte e restauri
Tante opere provengono da prestiti di musei stranieri come la scultura del “Giovane dormiente” (Berlino) restaurata per l’occasione. Dopo i restauri, si sa, vengono le soprese. Sarà possibile vedere in mostra le scoperte emerse dalle indagini radiografiche fatte sul celebre dipinto della “Madonna di Piazza” (1474-1486), dove si vede l’intervento diretto di Lorenzo di Credi, uno degli ultimi artisti forgiati da una delle botteghe più importanti del Quattrocento.
ORGANIZZATA DA: Fondazione Palazzo Strozzi e Musei del Bargello con la National Gallery of Art, Washington DC
A CURA DI: Francesco Caglioti e Andrea De Marchi
La mostra sarà aperta tutti i giorni inclusi i festivi 10.00-20.00
Giovedì 10.00-23.00
Alfonso D’Orsi
Tutte le notizie di GoBlog