Disavanzo da 13 milioni nel bilancio di Siena, botta e risposta di De Mossi e Valentini

Nel corso di una conferenza stampa indetta nel pomeriggio di oggi, giovedì 7 marzo, nella Sala delle Lupe di Palazzo Pubblico, il sindaco Luigi De Mossi, ha denunciato un buco nel bilancio del Comune di 13 milioni di euro di disavanzo ordinario relativamente ai bilanci 2015-2016. Con lui in conferenza stampa anche l'assessore al bilancio Luciano Fazzi. Una conferenza stampa che ha fatto seguito alla comunicazione ricevuta da Palazzo pubblico da parte della Corte dei Conti.

''La Corte dei Conti – ha spiegato il sindaco De Mossi - ci ha segnalato gravi irregolarità nei rendiconti dei bilanci 2015-2016. Rispetto al disavanzo presentato dal Comune di circa 8 milioni di euro la Corte dei Conti ha determinato un disavanzo di circa 23 milioni di euro.

Di questi – ha proseguito il sindaco - circa 13 milioni sono un disavanzo ordinario che ora il Comune di Siena è tenuto a ripianare in un massimo di tre anni. E' evidente che qualunque misura noi prenderemo nel bilancio, questa impatterà pesantemente sui conti 2019/2021. Senza alcuna accentuazione, dopo il debito fuori bilancio di oltre 1 milione che abbiamo riscontrato nel dicembre dello scorso anno – ha proseguito il sindaco - questa è una nuova grossa difficoltà economica che ereditiamo dalla precedente Amministrazione Pd. Ci tuteleremo secondo la legge. Sicuramente non accetterò più che qualcuno dica che ci è stato consegnato un Comune con un bilancio sano”.

L'ex sindaco Valentini: "Bocciatura inattesa, conti del Comune solidi"

Ho appreso solo oggi della pronuncia della Corte dei Conti toscana sui bilanci 2015-2016 del Comune di Siena ed ho cercato di comprendere le motivazioni di questa inattesa, almeno per me, "bocciatura", leggendo gli atti disponibili sul Sito della Corte. Il punto chiave è la contestazione mossa relativamente alle rilevanti alienazioni effettuate in quegli anni vennero utilizzate dal Comune per ridurre l'indebitamento rappresentato dai BOC (Buoni Obbligazionari Comunali): "L'ente - scrive la Corte dei Conti- nel rendiconto 2015, come anche negli esercizi precedenti, ha ridefinito il vincolo relativo alle economie realizzate a seguito della rinegoziazione dei BOC in funzione delle alienazioni realizzate e finalizzate alle estinzioni anticipate. Tale rimodulazione del vincolo è stata effettuata nella convinzione che le economie suddette, originariamente destinate ad investimento ... potessero avere un diverso utilizzo nel momento in cui l’estinzione anticipata veniva realizzata attraverso i proventi derivanti da alienazioni".

La sorpresa è che ciò non sarebbe ammissibile a seguito della diversa impostazione contabile introdotta recentemente per i bilanci dei Comuni (la cosiddetta armonizzazione contabile). In parole povere, se un Comune contrae un debito per un investimento e quel debito viene estinto senza che l'investimento si realizzi, quelle risorse non sono comunque disponibili. Pare di capire, addirittura fino al termine del periodo di ammortamento. Non entro nella complessa questione giuridica, che trovo comunque molto discutibile e penalizzante per gli Enti Locali, ma rilevo che sull'impostazione del bilancio e di ogni posta contabile è evidente che l'Amministrazione si affida al proprio ragioniere, agli uffici contabili, al Segretario Comunale ed ai Revisori dei Conti. In pratica, gli amministratori chiedono ai tecnici: "diteci quanti soldi sono disponibili e noi decidiamo come distribuirli".

La contestazione della Corte dei Conti riguarda quindi il rapporto fra spese correnti e spese in conto capitale, cioè per investimenti. Perchè i mutui (ed i BOC) vanno destinati appunto agli investimenti, e le risorse devono rimanere ferme anche - dice la Corte - se vengono estinti anticipatamente: "L'Ente è obbligato a ritardare l’utilizzo delle quote accantonate/vincolate fino al completo riassorbimento del disavanzo oppure a reperire risorse aggiuntive da destinare al finanziamento delle spese cui erano preordinati i vincoli".

Non è la prima volta che la sezione toscana della Corte dei Conti si distingue per la severità delle interpretazioni, che rendono ancor più difficile la gestione dei bilanci. Tuttavia la situazione finanziaria reale del Comune di Siena è solida, com'è dimostrato dal fatto che ci siamo - nella sorpresa di tutti - disintossicati dalla dipendenza dei contributi della Fondazione MPS. Il debito è sceso al livello di 20 anni fa (in termini reali, al netto dell'inflazione, addirittura al 1990) e nel 2020 i BOC saranno completamente estinti con un risparmio annuale di quasi 5 milioni.

Gli accantonamenti per crediti incerti (eventuali morosità su IMU, Tari, tariffe scolastiche, multe, ecc.) sono arrivati a 36-7 milioni, costituendo una valida garanzia futura. Il fondo cassa era di 15 milioni nel 2017 e di 18 nel 2018, con una ampia liquidità che ha consentito di ridurre i tempi di pagamento ai fornitori. Sia pure sottoposti alla "forche caudine" di leggi contorte, il bilancio del Comune di Siena è solido, soprattutto grazie alle vendite patrimoniali già realizzate per oltre 14 milioni, che però, paradossalmente, non sembrano utilizzabili.

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