“Il segretario della Cgil di MassaCarrara, Paolo Gozzani, sbaglia e sbaglia due volte. La cosa grave però è che per inseguire spinte ideologiche alla fine rischia di fare come quello che taglia il ramo su cui si è seduto” così il presidente degli industriali di MassaCarrara Erich Lucchetti risponde al segretario Cgil e al suo attacco alle imprese del lapideo.
“Gozzani fa un doppio errore – spiega Lucchetti – di merito. Il primo perché difendendo l'ideologia dell'esproprio proletario senza indennizzo come previsto dalla proposta della Regione Toscana, già considerata incostituzionale dalla Corte Costituzionale, non considera il messaggio dirompente che dà a tutte le aziende di tutti i settori. La proprietà privata è un diritto soggettivo, ipotizzare che qualcuno si svegli dalla sera alla mattina per sottrarlo e farlo pure senza alcun indennizzo significherebbe spingere tutti coloro che hanno un'attività privata a disinvestire, chiudere e poi spostare le proprie risorse dalla produzione e dal lavoro alla rendita con ovvie conseguenze per la crescita e l'occupazione. Tanto più che nel caso delle cave nessuno ha ereditato quel diritto dal cielo, ma lo ha acquistato con ingenti investimenti a cui ne ha aggiunti altri per rendere quella produzione più efficiente e più sicura”.
“Le aziende che fanno utili poi non dovrebbero essere un problema per il sindacato perché sono quelle che creano posti di lavoro - aggiunge Lucchetti -. E anche qui agli imprenditori non è piovuto nulla dal cielo, basti pensare al lavoro di promozione e valorizzazione del nostro marmo nel mondo ottenuto anche grazie alle imprese di commercializzazione. Qualche giorno fa un nostro associato che doveva rifare un telaio ha trovato sotto terra due blocchi di marmo, un Calacatta e uno Statuario. Erano serviti per il riempimento. Oggi quei blocchi sono stati venduti e hanno finanziato il rifacimento del telaio. Questo significa che non tanto tempo fa, ma 15-20 anni fa, il nostro marmo era così poco valorizzato che si usava per riempire buche. Oggi invece ha un grande valore e non grazie al destino, ma al lavoro degli imprenditori, degli operai e dei commercianti. Un lavoro che significa oltre 8mila occupati e 28 milioni di tasse l'anno in più per Carrara”.
“L'altro errore che commette il segretario della Cgil- continua Lucchetti – è mischiare la questione dei beni estimati con le problematiche dell'escavazione e delle regole contraddittorie a cui le imprese sono costrette. Oggi le norme regionali da una parte ci impongono di fare meno residui possibili e dall'altra ci obbligano farne di più perché impossibilitati a mutare la direzione di una escavazione anche di pochi centimetri. Una contraddizione che colpisce noi ma anche i lavoratori, come possono spiegare bene gli stessi operai delle cave”. “E' sbagliato, e lo diciamo nella convinzione più assoluta del ruolo del sindacato, che gli interessi dei lavoratori si possano perseguire con la chiusura delle imprese. Proprio per questo abbiamo chiesto e continuiamo a chiedere un luogo per una concertazione puntuale e risolutiva alle istituzioni sia locali e regionali” conclude Lucchetti.
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