Liste d’attesa, Alberti: "Empoli sempre peggio, chiarire i ritardi"

 Il consigliere regionale presenterà nei prossimi giorni un’interrogazione, perché “non è possibile che alla Asl di Empoli non si riescano a ridurre i tempi”

“Mi pare che a Empoli vada sempre peggio per quanto riguarda le liste d’attesa – dice il consigliere regionale, Jacopo Alberti – le possibilità per questa situazione sono tre: o c’è qualcosa di profondamente sbagliato nelle prenotazioni e nelle priorità, o il ridimensionamento ‘alla meno’ della Asl 11 ha minato irrimediabilmente l’assistenza sanitaria del territorio, oppure tutti quelli che hanno bisogno di un esame sono ipocondriaci. Non è davvero tollerabile che le liste d’attesa nell’Empolese Valdelsa siano messe sempre peggio, evidentemente l’ingranaggio non funziona. La sanità deve essere accessibile, ma non a parole. Mi pare che fino a oggi si sia cercato di mettere una pezza qua e là a falle che invece sono ben più grandi e se si continua così, sarà impossibile intervenire. Presenterò un’interrogazione specifica, per capire quali sono i tempi di attesa a Empoli, per tutte le prestazioni. A distanza di qualche mese dalla ‘classifica’ impietosa che vedeva proprio la ex Asl 11 tra gli ultimi posti per i tempi d’attesa delle visite, voglio sapere cosa è stato fatto, visto che non mi pare si stata trovata soluzione duratura. E’ inutile correre sempre solo ai ripari, questa situazione va risolta una volta per tutte, e se ne deve occupare personalmente l’assessore regionale”.

 “La Asl 11 è stata penalizzata dalla riforma, il territorio è stato svuotato dei presidi esistenti accorpati tutti in un unico ospedale, ma è impossibile possa far fronte a tutti i residenti dell’empolese-valdelsa – continua il consigliere - il Sindaco di Empoli, e presidente dell’Unione dei comuni, si lancia in discorsi senza senso, incomprensibili ai cittadini. Piuttosto, si prenda l’impegno di intervenire con l’assessore Saccardi, ci vada a parlare e batta i pugni sul tavolo. Dopo anni di lamentele dei cittadini, deve pretendere un intervento radicale, non si può sempre ricorrere a prestazioni aggiuntive d’emergenza come fatto ultimamente”.

Fonte: Ufficio Stampa

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