A 25 anni dalla morte del radicale fiorentino Andrea Tamburi avvenuto a Mosca per mano di bande di trafficanti e la complicità di servizi deviati, mercoledì 27 febbraio gli amici radicali di Andrea Tamburi lo ricordano al Nardini Bookstore delle Murate, a Firenze, Ore 17. Alcuni amici porteranno la loro testimonianza della vita politica di Andrea, la sua militanza fiorentina e quella transnazionale, la sua umanità.
In precedenza, alle 15, andremo a visitare la tomba di Andrea, al Cimitero di Trespiano.
A seguire, ore 18, l'Associazione "Firenze Radicale per gli Stati Uniti d'Europa" organizza un INCONTRO-DIBATTITO sul senso della militanza politica in Italia. Destra, sinistra, democratici, sovranisti, liberali, radicali, socialisti, ecologisti: c'è ancora bisogno di passione, studio, qualità, umanità, buone gambe? Il web ha sostituito le sedi e i luoghi della politica? L'incontro è aperto a tutti, naturalmente. Parteciperà fra gli altri la Segretaria di Radicali Italiani e Tesoriera di +Europa, Silvja Manzi.
Andrea Tamburi
Militante del Partito Radicale a partire dagli anni ottanta, nel 1989 divenne responsabile delle attività del Partito Radicale Transnazionale nell'ex-URSS/CSI, dove promosse l'adesione di migliaia di cittadini e parlamentari alle iniziative per l'abolizione della pena di morte, il riconoscimento dei diritti civili e politici delle minoranze, l'antiproibizionismo sulle droghe. La sua morte avvenne in circostanze non del tutto chiarite nel febbraio del 1994 a Mosca.
Tamburi scomparve la sera del 23 febbraio 1994 a Mosca, dove si era trasferito da due anni. Dopo tre giorni di ricerche infruttuose da parte dei suoi compagni di partito, il 27 febbraio la polizia russa li avvertì che Tamburi era morto poche ore prima all'ospedale Sklifasovskij in cui era ricoverato da giorni. Secondo la ricostruzione ufficiale, Tamburi fu investito da un'auto durante la notte fra il 23 e il 24 febbraio e portato all'ospedale moscovita, dove "per errore era stato registrato come Andreij Tamburin" e dove rimase in coma per tre giorni.
La ricostruzione, tuttavia, presentava varie incongruenze: il guidatore e sua moglie dichiararono di essersi schiantati contro un palo, ma non ricordavano di aver investito qualcuno; i radicali affermarono di essere stati per due volte all'ospedale Sklifasovskij alla ricerca di Tamburi, ottenendo in entrambi i casi per risposta che non c'era nessun paziente che corrispondesse alla sua descrizione; infine, stando all'autopsia effettuata a Firenze, le ferite riportate da Tamburi non erano affatto compatibili con quelle di un investimento stradale, mentre risultavano più compatibili con quelle derivanti da un pestaggio.
In seguito a un'inchiesta della procura di Firenze per omicidio preterintenzionale, fu accertato che Andrea Tamburi "è stato vittima di una aggressione ad opera di persone ignote la cui identità non ha potuto essere stabilita dalle indagini", al pari delle motivazioni dell'omicidio. La procura russa e il suo collega di partito Antonio Stango sostenevano l'ipotesi di una banda di criminali che lo aggredì a scopo di rapina, ma il sostituto procuratore di Firenze, Bruno Maresca, ipotizzò una possibile pista politica per l'omicidio, commentando che "prendono corpo i sospetti che possa esserci stato un depistaggio". Sul fatto furono presentate interrogazioni parlamentari. I funerali si tennero il 9 marzo 1994 a Firenze.
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