Consiglio regionale: novità su Trasporto pubblico locale, geotermia e regionalismo differenziato

Tpl: passa mozione Pd

Approvata a maggioranza, primo firmatario Stefano Baccelli.

Affidare definitivamente la gara del servizio di trasporto pubblico locale toscano soltanto in seguito alla pronuncia del Consiglio di Stato. Lo chiede una mozione che è stata approvata questa mattina a maggioranza dal Consiglio regionale. L’atto, che vede come primo firmatario Stefano Baccelli (Pd), assieme agli altri consiglieri del Pd, Nicola Ciolini, Monia Monni, Stefano Scaramelli, Antonio Mazzeo, Ilaria Bugetti, Simone Bezzini, Elisabetta Meucci e Francesco Gazzetti, impegna la Giunta regionale ad attendere il giudizio definitivo sul ricorso in atto in modo “da assicurarsi una effettiva corrispondenza fra le decisioni del Consiglio di Stato e quelle disposte dalla Corte di giustizia europea ed evitare, pertanto, l’attivazione di nuovi contenziosi tra i soggetti interessati”. Come ha infatti spiegato Stefano Baccelli illustrando la mozione all’aula, la sentenza della Corte di Giustizia Europea, attesa per marzo, riguarderà solo l’interpretazione di alcuni punti dei regolamenti europei, mentre il giudizio definitivo sul ricorso amministrativo presentato a seguito della gara spetta al Consiglio di Stato, che si esprimerà successivamente. “È necessario attendere nell’interesse collettivo” ha ribadito Baccelli, il quale ha affermato anche che “il contratto ponte è stata un’ottima cosa, ma la deadline non può essere reiterata”.

Giacomo Giannarelli (M5S), annunciando l’astensione del suo gruppo, ha invece osservato che “tutti vorremmo tempi celeri per la giustizia, ma il rischio è che, se la sentenza dovesse arrivare a fine anno, si metta a rischio il trasporto pubblico locale in Toscana. Per questo sarebbe bene che la Giunta si assumesse la responsabilità di fare una forzatura”.

Elisa Montemagni (Lega) ha dichiarato voto di astensione, “perché non spetta al Consiglio regionale intervenire su un tema tecnico e giuridico come quello di un ricorso, per porre rimedio a un guaio fatto dalla maggioranza: evidentemente nella fase della gara ci sono stati dei problemi”.

Nicola Ciolini (Pd) ha ricordato che nel novembre scorso è stata approvata una risoluzione in cui si chiede alla Giunta di procedere non appena si siano espressi gli organi di Giustizia deputati.

Maurizio Marchetti (Forza Italia) ha annunciato voto di astensione “per una valutazione non positiva sul complesso della gestione del trasporto pubblico locale in Toscana, perché le lamentele degli utenti sui disservizi sono quotidiane”.

Per Tommaso Fattori (Sì-Toscana a Sinistra) “sarebbe razionale attendere la sentenza, fatto salvo il fatto che a parere nostro sarebbe stato opportuno mettere a punto un modello totalmente pubblico del trasporto pubblico locale e una suddivisione in più bacini”.

Astensione è stata annunciata da Serena Spinelli (Art.1-Mdp), perché “attendere potrebbe significare un ritardo di diversi mesi, e questo può provocare il rischio di instabilità per i cittadini”.

Leonardo Marras, capogruppo del Pd, ha commentato che “si deve dare un messaggio di stabilità e di prudenza, e per questo è interesse dei toscani che si arrivi alla fine del percorso”.

Paolo Marcheschi (Fdi) ha definito la mozione “inopportuna”. “Non è il caso – ha spiegato – che il Consiglio regionale intervenga quando c’è un contenzioso in corso. Certo il bando di gara poteva essere fatto meglio, oggi siamo a piangere sul latte versato”.

L’Aula ha respinto una mozione presentata da Giacomo Giannarelli (M5S) in merito al rispetto da parte del gestore del servizio di Tpl dei contenuti e degli obblighi previsti nel contratto ponte.

Baccelli: “Affidare in via definitiva il servizio dopo pronuncia Consiglio di Stato per evitare ulteriori contenziosi”

Affidare definitivamente la gara del Servizio di Trasporto Pubblico Locale soltanto in seguito alla pronuncia del Consiglio di Stato ed evitare, così, l’attivazione di nuovi contenziosi tra i soggetti interessati. È l’obiettivo della mozione Pd approvata nella seduta odierna del Consiglio regionale, in merito proprio “all’affidamento del servizio di trasporto pubblico locale, in attesa della pronuncia del Consiglio di Stato”, primo firmatario Stefano Baccelli, presidente commissione Infrastrutture e trasporti a Palazzo del Pegaso, sottoscritta anche dai consiglieri Pd Nicola Ciolini, Monia Monni, Stefano Scaramelli, Antonio Mazzeo, Ilaria Bugetti, Simone Bezzini, Elisabetta Meucci, Francesco Gazzetti.

“Con questa mozione chiediamo alla Giunta di non attendere oltre rispetto alla decisione di merito del Consiglio di Stato che, come si sa, è l’ultima sede per i giudizi in materia amministrativa, perché non possiamo evitare che si creino ulteriori contenziosi, nell’interesse dei cittadini ad avere un servizio sempre più efficiente e funzionale. – spiega Baccelli– La pronuncia definitiva da parte del Consiglio di Stato è propedeutica all’aggiudicazione del servizio. Quello che è necessario, è sicuramente mantenere un livello di qualità elevato per il trasporto pubblico locale, come peraltro è stato fatto finora attraverso il contratto ponte, volto proprio a superare la situazione incerta che si era creata. Per questo nella mozione esprimiamo soddisfazione per l’operato della Giunta e nello specifico dell’assessore Ceccarelli per aver introdotto questo strumento, che ha consentito di poter progressivamente anticipare alcune novità previste dalla gara per il gestore unico, soprattutto per quanto riguarda gli investimenti sui nuovi mezzi in circolazione. Se ci sono stati effetti negativi con l’omologazione delle tariffe, va comunque ricordato il lavoro repentino messo in atto dalla Giunta per contenerli, con un piano di azioni che ha consentito di calmierarne le ripercussioni in particolare sulle fasce deboli; un piano di azioni che come Pd abbiamo ovviamente sostenuto e che chiediamo con forza di portare avanti. Ora l’obiettivo è arrivare a una condizione di stabilità del servizio, che si potrà concretizzare procedendo con l’aggiudicazione solo dopo la pronuncia del Consiglio di Stato, perché non si creino ulteriori fasi conflittuali che possano poi rallentare questo processo atteso da tempo”.

La mozione nel dispositivo ripercorre il percorso della procedura di gara per l’affidamento del servizio  su lotto unico, a partire dal decreto dirigenziale 973/2016 che sanciva l’affidamento a Autolinee Toscane spa, a seguire il ricorso al Tar della Toscana da parte dell’azienda Mobit e il ricorso presentato a sua volta da Autolinee Toscane spa, l’accoglimento da parte del Tar di entrambi e il successivo coinvolgimento del Consiglio di Stato, davanti al quale le due società hanno fatto appello. Il Consiglio di Stato prima di esprimere una decisione, si è rivolto alla Corte di Giustizia Europea per un’interpretazione autentica dei regolamenti comunitari in merito alle cause delle controversie, interpretazione che è stata fornita il 25 ottobre scorso. Nel provvedimento si tiene conto, inoltre, di tutti i passaggi compiuti dalla Regione per superare la condizione di incertezza creatasi, in particolare del “contratto-ponte”, che ha consentito l’affidamento in via d’urgenza a tutti gli attuali 14 gestori del trasporto pubblico locale, riuniti in un unico soggetto (ONE scarl), per il biennio 2018-2019 e in questo modo l’anticipazione di alcune novità previste dalla gara, soprattutto in termini di investimenti nel rinnovo del parco mezzi e di innovazione tecnologica.

Tpl: rimodulare nuove tariffe, sì a mozione Lega

L’atto d’indirizzo presentato dalla capogruppo Elisa Montemagni chiede l’intervento della Giunta regionale: “Abbonamenti Ctt Nord aumentati anche del 600 per cento per gli anziani. Porre particolare attenzione alle categorie più fragili”.

Trasporto pubblico locale: il Consiglio regionale approva una mozione presentata da Elisa Montemagni, capogruppo della Lega, in merito al rincaro degli abbonamenti degli autobus Ctt Nord. L’atto di indirizzo impegna la Giunta regionale “a intervenire per rimodulare nuovamente la tariffazione entrata in vigore con la stipula del contratto ponte su tutto il territorio regionale, in accordo anche con le amministrazioni locali, ponendo particolare attenzione alle categorie più fragili della società”. A seguito dei rincari avvenuti con la nuova tariffazione, ha infatti spiegato la consigliera, molti, soprattutto gli anziani, “sono stati di fatto condannati a non muoversi di casa”.

Le nuove tariffe, si legge nel testo della mozione, “sono entrate in vigore il primo luglio 2018”, a seguito della stipula del contratto ponte, individuato come “soluzione più idonea” per gestire il periodo transitorio, in attesa dei pronunciamenti della Corte di giustizia europea e del Consiglio di stato sulla gara per il trasporto pubblico locale.

La decisione assunta sulle nuove tariffe, “invece che superare la frammentazione e creare maggiore equità, ha comportato notevoli aumenti sia sui biglietti extraurbani sia sugli abbonamenti, anche fino al 70 per cento in tanti territori della Toscana”. Nella provincia di Lucca, “il rincaro degli abbonamenti degli autobus Ctt Nord è arrivato a sfiorare il 600 per cento anche per gli anziani, che prima potevano usufruire della Carta Argento”.

“Prendendo spunto dall’inconcepibile decisione di eliminare, a Lucca, la Carta Argento che prevedeva una tariffa agevolata per le persone anziane-afferma Elisa Montemagni, Capogruppo in Consiglio regionale della Lega-abbiamo, quindi, deciso di redigere una mozione, approvata quest’oggi dall’Aula, in cui si chiede alla Giunta toscana d’intervenire prontamente per rivedere la tariffazione entrata in vigore con la stipula del “Contratto Ponte”, chiamando anche in causa le varie amministrazioni locali e ponendo la massima attenzione alle categorie più fragili, come gli anziani, che si sono visti aumentare, sensibilmente ed improvvisamente, il costo dell’abbonamento.” “Proprio nella città lucchese-prosegue il Consigliere-sono emerse, finora, le maggiori criticità ed è normale che gli utenti, fortemente penalizzati dal rincaro, esprimano il loro chiaro e forte disappunto in merito.” “Per chi è in là con gli anni-precisa l’esponente leghista-l’autobus è, infatti, il normale, se non unico, mezzo di trasporto e quindi riteniamo doveroso che queste persone vengano messe nella condizione di poter usufruire del servizio pubblico, senza che debbano spendere cifre, molto spesso fuori dalla loro portata.” “Il nostro auspicio è-conclude Elisa Montemagni- che il nostro atto consiliare comporti, dunque, il tempestivo ripristino delle vecchie tariffe agevolate per gli anziani ed in generale per tutte le fasce più deboli della popolazione.”

Tpl: attestazione Isee-Tpl, eliminare obbligo di mostrarla al controllore

Approvata una mozione presentata da Sì-Toscana a sinistra, accolto emendamento del Partito democratico.

Trasporto pubblico locale: il Consiglio regionale impegna la Giunta a eliminare l’obbligo di esibizione dell’attestazione Isee-Tpl all’atto del controllo sul bus. Il Consiglio regionale approva una mozione presentata dai consiglieri di Sì-Toscana a Sinistra Tommaso Fattori e Paolo Sarti, che hanno accolto un emendato della consigliera Elisabetta Meucci (Pd), in merito al tagliando Isee e alle semplificazioni relative ai controlli degli abbonamenti.

La Giunta viene impegnata ad “eliminare l’obbligo per i viaggiatori di esibire l’attestazione Isee-Tpl contestualmente all’abbonamento e al documento d’identità all’atto del controllo dei titoli di viaggio”, dal momento in cui, grazie al processo d’informatizzazione, l’obbligo potrà essere superato “con l’assegnazione di un codice identificativo che permette l’emissione del titolo stesso di viaggio”. Sono stati infatti numerosi i casi, ha ricordato Fattori, in cui sono state fatte multe, soprattutto a persone anziane, per il fatto di essersi dimenticati a casa il tagliando Isee, già esibito al momento dell’acquisto dell’abbonamento.

Il sistema tariffario approvato dalla Regione, si legge nella mozione, “prevede una tariffa agevolata per i cittadini residenti in Toscana e appartenenti a un nucleo familiare con valore Isee inferiore a 36mila 151 euro”. L’obbligo di esibire l’attestazione, pena “multe vessatorie e non comprensibili”, appare ai presentatori della mozione “un’inutile e ingiustificata complicazione per gli utenti del servizio Tpl”.

Tpl, facilitazioni tariffarie e intermodalità tra mezzi

Il Consiglio approva l’atto d’indirizzo per implementare la bigliettazione elettronica e per la dotazione di un parco bus interamente ecologico.

Attivarsi presso il comitato tecnico di gestione del contratto ponte per “estendere a tutta la Toscana le facilitazioni tariffarie e le possibilità di intermodalità tra i vari mezzi” del trasporto pubblico locale. È quanto chiede una mozione presentata dal gruppo Si-Toscana a sinistra, approvata questa mattina dal Consiglio regionale.

Nel testo si chiede di “implementare la bigliettazione elettronica in tutte le stazioni” e concludere gli accordi con le tre università toscane per l’utilizzo della carta dello studente come titolo di viaggio sui mezzi pubblici. La mozione chiede anche di dotarsi, nel rinnovo del parco mezzi circolante, di bus interamente ecologici, richiamando la recente intesa sulla revisione della direttiva europea in tema di promozione dei veicoli puliti e a basso consumo energetico nel trasporto su strada.

All’esecutivo regionale viene infine chiesto di studiare soluzioni analoghe all’iniziativa “Mi muovo anche in città” messa in campo dalla Regione Emilia, che prevede l’integrazione tariffaria fra treno e bus e premette, a chi fa l’abbonamento mensile o annuale al servizio ferroviario regionale, di viaggiare senza pagare il biglietto anche sugli autobus di alcune città.

Geotermia, confermare gli incentivi

Geotermia e Toscana sono un binomio inscindibile. Geotermia significa: il 35% dell’energia elettrica della nostra regione, il 73% della produzione con le rinnovabili, circa 5mila persone occupate nell’indotto, centinaia di milioni di investimenti, diecimila utenti che utilizzano il teleriscaldamento, 30 milioni all’anno per le infrastrutture. La geotermia è una risorsa da tutelare e valorizzare al meglio contrariamente a quanto sembra fare l’attuale Governo con scelte sorde, insipienti, politicamente irresponsabili – spiega Andrea Pieroni, consigliere regionale, presentando in aula l’atto di cui è primo firmatario –. Ho presentato questa mozione tre mesi fa, all’indomani dell’ipotesi proposta dal Ministero di Di Maio di escludere dagli incentivi per le rinnovabili nel decreto Fer1 la produzione di energia geotermica, era novembre. Avrei sperato, a questo punto, che potesse essere superata dal decreto Fer2 invece purtroppo non è così: ad oggi non è cambiato nulla e nonostante le richieste e gli appelli condivisi da amministratori, sindacati, imprese toscane, cittadini, non c’è stato il minimo cenno di inversione di marcia da parte del Governo”.

“Anzi – prosegue Pieroni –, il quadro è ancora più preoccupante, allarmante e incomprensibile. Nel consiglio precedente abbiamo approvato una legge innovativa, che fornisce un quadro d’insieme dell’attività geotermica in un contesto di ulteriore impegno per la tutela dell’ambiente, per lo sviluppo tecnologico, per il rafforzamento delle ricadute economiche ed occupazionali nei territori. Una legge che fa scuola a livello nazionale e definisce un quadro di garanzia per gli investitori ed alza l’asticella in ordine agli impegni per i concessionari. In sede di Conferenza Stato-Regioni, la Toscana ha fatto la sua parte. Mentre questo Governo si sta qualificando sempre di più come l’esecutivo del ‘non fare’ o dello ‘sfare’, in questo caso, ad esempio, si sta giocando col fuoco perché gli incentivi sono uno strumento fondamentale: vanno a sostenere l’investimento iniziale per una durata di 7/10 anni; ogni megawatt è retribuito con 80euro; a fronte di 16,1 miliardi nel 2016 per tutte le rinnovabili, alla geotermia sono stati concessi nel 2017 95 milioni di incentivi”.

“Due grandi manifestazioni, quella di Larderello e quella di Santa Fiora, reiterate richieste dei sindaci (di ogni colore politico!), del mondo economico, dei cittadini – conclude il consigliere – non sono servite, ad ora, non solo a far cambiare idea al Ministro dello Sviluppo economico, o meglio al ‘Ministro della decrescita infelice’, ma nemmeno a trovare un momento di confronto con chi, in questa materia, è portatore di competenze e esperienze uniche. Ed è molto grave. Il confronto con i territori è indispensabile, tanto più in materie delicate e complesse come quella della geotermia. L’auspicio e l’appello che in qualche modo vogliamo mandare nuovamente dall’aula del Consiglio regionale è ad invertire la rotta. Insistere sulla strada intrapresa significherebbe per territori come la Val di Cecina, che da secoli convivono e vivono con questa risorsa, devastazione sociale ed economica”.

 Geotermia, la nota di Alessandra Nardini (Pd)

"È stata approvata a maggioranza la mozione in materia di geotermia che ho sottoscritto e che ha ben illustrato in Aula il Consigliere Andrea Pieroni. Come abbiamo già fatto a mezzo stampa e partecipando a grandi manifestazioni, come quella di Pomarance, chiediamo formalmente al Governo di rivedere il decreto sui finanziamenti alle energie rinnovabili, dal quale il Ministero dello Sviluppo Economico ha depennato la geotermia. In Toscana circa il 30% dell'energia elettrica prodotta proviene da questa fonte e migliaia di lavoratori e di famiglie dipendono economicamente da tale produzione. Fino a qui il Governo è stato sordo e i rappresentanti locali di Lega e 5 Stelle muti. Da poche settimane, inoltre, ci siamo dotati come Regione anche di un'avanzata Legge Regionale in materia, che tiene insieme ambiente, sviluppo e occupazione. Non accetteremo che il malgoverno di leghisti e grillini condanni interi territori al collasso economico e allo spopolamento e a tornare indietro su una produzione energetica pulita e rinnovabile. Con questa mozione impegniamo la Giunta ad attivarsi verso il Governo e in sede di Conferenza Stato-Regioni per una necessaria marcia indietro da questa scelta scellerata. La Toscana e la Val di Cecina vogliono risposte chiare e orientate al futuro".

Regionalismo differenziato, Toscana si impegna per un regionalismo solidale

Approvata a maggioranza la proposta di risoluzione presentata dai consiglieri Serena Spinelli, Paolo Sarti, Tommaso Fattori e Monica Pecori.

Serena Spinelli (Art 1- Mdp) - La Regione si impegnerà a un regionalismo solidale che non incrementi le disuguaglianze tra i territori ricchi e territori poveri del Paese. Al Presidente Rossi è stato chiesto di assumere un ruolo di coordinamento e di orientamento in sede Stato-Regioni per il rispetto dei dettati costituzionali di uguaglianza, unità ed equità, per la  determinazione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni, per garantire l’uniformità dei diritti fondamentali e universali su tutto il territorio nazionale e per rispettare il ruolo del Parlamento nel processo delle richieste di autonomia”.

“Esprimo soddisfazione per l'approvazione oggi in Consiglio regionale della proposta di risoluzione in merito al regionalismo differenziato e soprattutto a come la richiesta di maggiori forme di autonomia da parte di alcune regioni, ad oggi Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, stia uscendo dai giusti binari. Un regionalismo che, se continuerà in queste forme, ad esempio con il ritorno sul territorio dei 9/10 delle tasse come richiesto dal Veneto, parcellizzerà diritti fondamentali e universali, quali salute e istruzione. Diritti che non saranno più ripartiti sulla base delle esigenze dei territori ma della loro ricchezza: alle regioni più ricche andrà di più e alle regioni povere di meno. In aperto contrasto con i principi di uguaglianza, unità e solidarietà della nostra Costituzione”. – dichiara la consigliera Art1-Mdp Serena Spinelli.

“È quindi fondamentale che vengano per prima cosa definiti i Livelli Essenziali delle Prestazioni, per garantire una uniformità di servizi e opportunità su tutto il territorio nazionale. Ad esempio, c'è l'esigenza per la sanità toscana di poter sbloccare le assunzioni, mentre questo ci viene attualmente reso impossibile dal quadro nazionale. Ma tutto questo deve essere attuato rimanendo in un quadro di solidarietà e di difesa del servizio sanitario pubblico e universale. E di questo la Toscana dovrà farsi portavoce, perché queste battaglia riguarda la Toscana ma riguarda tutto il Paese”. – prosegue Serena Spinelli.

“Per questo, con la risoluzione, chiediamo che la Regione Toscana si impegni a contrastare un regionalismo differenziato che promuova il principio secondo cui i diritti costituzionali fondamentali sono un bene limitato e la maggiore autonomia uno strumento che incrementi le disuguaglianze tra i territori ricchi e territori poveri. Chiediamo di promuovere piuttosto un regionalismo basato sul principio di leale collaborazione tra Stato e Regioni e su livelli di autonomia costituzionalmente coerenti”. - conclude la consigliera regionale Spinelli. - “Al Presidente Rossi chiediamo di impegnarsi e di attivarsi nelle opportune sedi di confronto interistituzionale, a cominciare dalla Conferenza Stato-Regioni, anche assumendo un ruolo di coordinamento e di orientamento comune in questo processo, e agire affinché si persegua il dettato costituzionale che prevede il coinvolgimento del Parlamento nel processo della definizione delle eventuali Intese con le Regioni”.

Regionalismo differenziato. No autonomia legislativa e modifiche Costituzione

No a forme di autonomia legislativa che comportino modifiche della Costituzione. Il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza una risoluzione presentata da Tommaso Fattori e Paolo Sarti (Sì-Toscana a sinistra), Serena Spinelli(Art.1-Mdp) e Monica Pecori (gruppo misto-Tpt). L’atto è stato approvato a maggioranza con il voto favorevole di Partito democratico, Art.1-Mdp, Sì-Toscana a sinistra e gruppo misto-Tpt, il voto contrario di Lega e Forza Italia, l’astensione del Movimento 5 stelle.

Il dibattito sul regionalismo si è concentrato, nella seduta di questa mattina, anche su una mozione della Lega, respinta dall’Aula. La risoluzione impegna la Giunta ad attivarsi perché “non sia attuata nessuna forma di autonomia legislativa che va a modificare la Costituzione, minando i principi di uguaglianza, unità ed equità”. Nell’atto si chiede, di perseguire il “dettato costituzionale”, che prevede il coinvolgimento del Parlamento “nel processo della definizione dei termini delle eventuali intese” e non prevede, al contrario, “improprie procedure di delegazione legislativa che demandano al Governo e alle regioni e poi a commissioni paritetiche di natura tecnica”. la Giunta toscana dovrà attivarsi “nelle opportune sedi di confronto interistituzionale” anche per fare in modo che “si porti a compimento la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni in modo da garantire l’uniformità dei diritti civili e sociali su tutto il territorio nazionale”.

La mozione presentata dalla Lega, a firma dei consiglieri Marco CasucciElisa MontemagniJacopo Alberti e Roberto Biasci, intendeva invece impegnare il presidente della Giunta regionale ad applicare gli indirizzi politici deliberati dal Consiglio regionale con riferimento alle risoluzioni “sull’avvio delle procedure finalizzate all’attribuzione di condizioni particolari di autonomia” e sulle “proposte di regionalismo differenziato per la Toscana”. Si chiedeva poi di “riferire al Consiglio sulle azioni volte a garantire alla Toscana più autonomia e al presidente Rossi di limitare le esternazioni pubbliche sui provvedimenti in corso attivati da altre Regioni e finalizzati al raggiungimento di una maggiore autonomia legislativa su specifiche materie concordate sia con gli enti locali che con il Governo nazionale”.

Illustrando la mozione Marco Casucci (Lega) ha ribadito “il centralismo impedisce la piena attuazione delle autonomie e uccide sul nascere i meccanismi di autogoverno dei Comuni, dei territori e delle Regioni” e “non sono in discussione i valori della Nazione”.

“Siamo contro il regionalismo differenziato – ha detto Sarti – che avrebbe effetti devastanti su tutto il Paese sia sul fronte della salute che del territorio e dell’istruzione”. “Dobbiamo chiedere alla Giunta di fermare questa iniziativa”. Ricordando la risoluzione, Sarti chiede l’impegno alla Giunta “di portare a compimento la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni in modo di garantire l’uniformità dei diritti civili e sociali su tutto il territorio nazionale”.

Anche Spinelli ha ribadito la sua contrarietà alla mozione. “Chiedono anche che le risorse che dovrebbero essere stanziate siano definite non sulla base delle necessità territoriali, dell’anzianità, della maggiore disabilità, di aree disagiate o periferiche ma sulla base di un gettito fiscale, praticamente i diritti si misurano sulla base della ricchezza che produciamo, una cosa terribile”.

“No a qualsiasi proposta di regionalismo - ha detto Pecori - soprattutto che parta dalla Toscana e quindi sicuramente no alla proposta della Lega. Dobbiamo pensare all’etica e alla morale”.

Elisabetta Meucci (Pd) ha sottolineato l’importanza dell’argomento “ritenuto dalla Toscana degno di essere approfondito” e ha confermato i contenuti della risoluzione del settembre 2018 con cui il Pd “ha manifestato la necessità di avviare il percorso che porta verso l’attuazione dell’art. 116, quella richiesta di autonomia speciale in alcune materie che consentono alla Regione di legiferare su settori importanti, valorizzando le specificità del nostro territorio”. Meucci ha ribadito il “Pd vuole arrivare ad un’autonomia differenziata ma che non incrini i principi costituzionali”.

“Il Movimento 5 Stelle - ha detto Giacomo Giannarelli - è a favore dell’autonomia regionale solo se è solidale e cooperativa, agendo sempre nel contesto costituzionale”. Il consigliere regionale ha aggiunto “questo tema non è la priorità della Regione Toscana, delle nostre imprese, del mondo del volontariato, dei cittadini.”

Elisa Montemagni (Lega) ha sottolineato l’importanza del tema. “Avvicinare le competenze ai cittadini – ha detto la capogruppo –significa gestire meglio e trovare soluzioni sul territorio”. “Il regionalismo differenziato è previsto dalla Costituzione” e “deve rappresentare una spinta per la Regione”.

Un “regionalista convinto” si è definito Fattori. “Però un conto è il regionalismo - ha detto - un conto è la silenziosa secessione delle aree ricche del Paese. Serve un regionalismo virtuoso, intelligente e solidale che riduca gli squilibri territoriali”.

Leonardo Marras (Pd) ha ricordato l’approccio della Toscana al dibattito sul regionalismo differenziato con il duplice l’obbiettivo di “evitare il rischio che la differenziazione producesse diseguaglianze” e che “l’autonomia potesse alleggerire lo Stato dal punto di vista dell’intervento solidale a cui è chiamato”. “Con la ricetta del regionalismo fai da te - ha concluso il capogruppo - si rischiano storture e approssimazioni pericolose, le riflessioni, invece che chiedono al Parlamento di occuparsene sono giuste. La risoluzione  rispetta il percorso fatto in Consiglio regionale”.

Delusione da Marco Casucci si sta perdendo una grande occasione  ha detto  così si resta al palo.

Alessandra Nardini (Pd): "Sono contenta di aver votato oggi la risoluzione di Sì - Toscana  a Sinistra su regionalismo e autonomie, in linea con la strada tracciata dalla Giunta guidata dal Presidente Enrico Rossi, che va nella direzione di un regionalismo collaborativo e cooperativo, ma è contro forme estreme di autonomismo e la creazione di piccoli "staterelli". Per questo sono altrettanto lieta che sia stato invece bocciato il testo presentato dalla Lega, perché la nostra idea di autonomia non può certo essere quella di Lombardia e Veneto, il cui modello va contro i principi di unità e solidarietà nazionale e aumenterebbe le già gravi disparità tra le diverse Regioni in ambiti importantissimi come sanità e istruzione". Commenta così la votazione di questa mattina la Consigliera Regionale del Partito Democratico Alessandra Nardini, che prosegue: "Altra cosa è muoversi, come si sta facendo in Toscana, per individuare ambiti di autonomia che permettano di dare ai cittadini toscani e alle imprese maggiore organizzazione, servizi più efficienti e un'ottimizzazione degli investimenti. Il voto di questa mattina conferma lo spirito innovatore della Toscana, una Regione apripista, che non ha mai avuto paura delle riforme e del cambiamento, ma che non può che avere un punto fermo imprescindibile: la salvaguardia dell'unità nazionale e dei diritti universali e costituzionali, assicurando che in tutto il Paese si raggiungano e siano adeguatamente finanziati livelli essenziali di prestazione affinché nessuno sia lasciato indietro".

Stabilimenti balneari: proroga di un anno per ladeguamento al testo unico

La richiesta è oggetto di una mozione presentata dai consiglieri Maurizio Marchetti ed Elisa Montemagni, approvata dal Consiglio regionale.

Il presidente e la Giunta regionale dovranno cambiare le disposizioni transitorie del regolamento di attuazione del testo unico del sistema turistico regionale, per prorogare di un anno la data entro la quale gli stabilimenti balneari devono adeguarsi alle nuove disposizioni. È quanto prevede una mozione, firmata dai capigruppo Maurizio Marchetti (Forza Italia) ed Elisa Montemagni (Lega), approvata dal Consiglio regionale.

Il regolamento di attuazione del testo unico sul sistema turistico regionale, in particolare, interviene su requisiti e servizi minimi degli stabilimenti balneari e sugli indirizzi per le loro attività accessorie; sulle caratteristiche delle opere da realizzare su aree demaniali marittime, che sono oggetto di concessione per scopi turistico ricreativi; sull’esercizio dell’attività e accesso degli animali. La data prevista per l’adeguamento, che ora si chiede di prorogare di dodici mesi, è il 31 marzo 2019, salvo i casi di comprovata impossibilità tecnica.

I due consiglieri ricordano nella mozione che lo scorso anno la costa toscana è stata investita da fenomeni meteorici rilevanti, con danni gravi, sia agli stabilimenti balneari, sia ai litorali sabbiosi. L’ondata di maltempo di ottobre ha portato la Regione a dichiarare lo stato di emergenza. Le aree più colpite sono state Livorno, Grosseto, Pisa e la Versilia. Le mareggiate a novembre, con vento a 100 km orari ed il mare che ha ingoiato le spiagge di Costa est, Parco della Sterpaia, Baratti e Salivoli, mentre poco prima si sono abbattuti su Lido di Camaiore e Viareggio oltre 110 millimetri di pioggia in 36 ore. La Giunta regionale ha impegnato 13milioni di euro nel rinascimento delle spiagge.

Rifiuti: indennità di disagio ambientale per Comuni sedi di impianto 

Il Consiglio regionale ha detto sì alla disciplina dell’indennità di disagio ambientale (Ida) da destinare ai Comuni sedi di impianti impiegati nel ciclo della gestione dei rifiuti urbani, approvando una mozione, primo firmatario Stefano Baccelli (Pd), insieme agli altri colleghi di gruppo: Ilaria Giovannetti,Marco NiccolaiAntonio MazzeoFiammetta CapirossiNicola Ciolini.

La mozione impegna la Giunta ad attivarsi, di concerto con gli Ambiti territoriali ottimali (Ato), per disciplinare l’Ida “affinché vengano ricompresi gli impianti di selezione e compostaggio e simili”, determinando anche “il livello di contribuzione in relazione alla quantità di rifiuti conferita, la quota da ripartire tra il Comune sede di impianto ed eventualmente quelli confinanti interessati dal disagio, nonché le modalità di utilizzo della stessa”.

Come specificato in narrativa, il riconoscimento dell’Ida a favore dei Comuni dove vengono trattati rifiuti è un tema che ha assunto un ruolo sempre più rilevante negli ultimi anni sul territorio nazionale; la presenza di questi impianti – siano essi inceneritori o di selezione e compostaggio – determina una serie di impatti su diverse matrici ambientali.

Rifiuti, ok a mozione Baccelli (Pd)

Attivarsi di concerto con gli AATO della Toscana, per disciplinare l’indennità di disagio ambientale da destinare ai comuni sedi di impianti che trattano rifiuti urbani, anche alla luce delle modifiche normative nazionali intervenute nel 2017. È l’impegno che chiede alla Giunta la mozione approvata all’unanimità nella seduta odierna del Consiglio regionale, promossa da Stefano Baccelli, consigliere regionale Pd e presidente commissione Ambiente. “Esistono indennità di disagio ambientale per i comuni sede di impianti di incenerimento senza recupero energetico o di discariche; rimane la necessità di disciplinare con maggiore chiarezza la possibilità di estendere questa indennità a comuni sede di altri tipi di impianti, impegnati nella gestione del ciclo dei rifiuti urbani, come quello ubicato a Massarosa. – spiega Baccelli – Valutare quindi criteri e modalità per inserire questo tributo nella tariffa di conferimento, tenendo conto della quantità di rifiuti, è ciò che chiedo di fare alla Giunta. Con questa mozione ho quindi raccolto sollecitazioni arrivate dal territorio, in particolare dal comune di Massarosa.  L’obiettivo è che queste somme a titolo di indennità possano essere utilizzate dai comuni per agevolazioni tariffarie a favore degli utenti interessati dalla presenza degli impianti e per la copertura delle spese relative a opere di miglioramento e riqualificazione ambientale sempre connesse al ciclo dei rifiuti”.

Rifiuti: assessore Fratoni sentita in commissione dinchiesta

Audizione dell’assessore all’Ambiente: “La situazione è sotto controllo”. Il presidente Giacomo Giannarelli: “Risposte parziali”. Poi mette al voto la richiesta di proroga per “avere il tempo tecnico di elaborare la relazione finale”. Il vicepresidente Francesco Gazzetti: “Atto votato in mia assenza. Il presidente si assuma la responsabilità politica”.

“La situazione sulle discariche sotto sequestro, oggetto di questa commissione d’inchiesta, è sotto controllo. Dirigenti regionali ascoltati prima di me hanno ampiamente relazionato sulle tre discariche, peraltro già dissequestrate (il Cassero a Pistoia, il sito di Civitella Paganico e quello di Rimateria di Piombino, ndr). Su altre domande relative alla pianificazione regionale o al Piano dei rifiuti, risponderò con piacere nelle sedi deputate ad affrontarle in materia compiuta. Non mi sottraggo ad alcun confronto, ma il perimetro di indagine di questa commissione è noto ed è stato ben spiegato anche dal presidente del Consiglio regionale”.

È decisa la posizione dell’assessore regionale all’Ambiente della Toscana Federica Fratoni. In audizione in“commissione d’inchiesta in merito alle discariche sotto sequestro e al ciclo dei rifiuti”, presieduta da Giacomo Giannarelli (M5S), ha inteso rispondere solo a domande “inerenti l’oggetto di indagine”. “Assicuro che nessuno più di me desidera fare chiarezza in termini di pianificazione. Ma essendo questione ordinaria deve essere affrontata e discussa nella sede naturalmente competente e deputata: la IV commissione permanente”.

Il presidente Giannarelli ha chiesto a più riprese a Fratoni di rispondere a domande “legittime” sullo stato di attuazione del Piano vigente sui rifiuti e sullo stato di avanzamento del nuovo Piano. “Questa commissione è il luogo deputato ad approfondire il tema del ciclo dei rifiuti perché l’atto costitutivo è inequivocabile”. “Sono mesi – ha aggiunto ancora il presidente – che lavoriamo su questi temi. Abbiamo fatto decine di audizioni, molti sopralluoghi e chiesto approfondimenti. È impensabile e non serio pensare che si possa stendere una relazione finale in pochi giorni. Per senso di responsabilità vogliamo terminare il lavoro e portare un contributo alla Toscana. Lo faremo chiedendo una proroga fino a metà maggio”.

“La disponibilità dell’assessore ad affrontare il tema della pianificazione deve essere trasmessa al presidente della commissione competente”, ha chiesto il vicepresidente Francesco Gazzetti (Pd) che ha ringraziato Fratoni per la presenza e per la “manifesta disponibilità a non sottrarsi al confronto”. E per ricordare l’esatto ambito di interesse della commissione, ha chiesto agli uffici la comunicazione del presidente Giani, che richiama la nota del presidente del gruppo Pd Leonardo Marras, e nella quale si delimita l’ambito oggettivo di indagine, al “ciclo dei rifiuti in Toscana che deve essere riferita, esclusivamente, alle discariche sotto sequestro”. Questo anche per “evitare interferenze con le competenze in materia di rifiuti, attribuite dal regolamento interno alla IV commissione”.

Alla richiesta del vicepresidente, Giannarelli ha risposto invitando gli uffici a produrre copia, allegando anche“l’atto istitutivo della commissione d’inchiesta”.

Elisa Montemagni, capogruppo Lega, approfittando della presenza dell’assessore ha domandato se il sequestro delle discariche “abbia in qualche modo rallentato la stesura del Piano regionale”. “Sicuramente hanno segnato una criticità, ma non sui rifiuti urbani, materia di cui si occupa il Piano”.

Monica Pecori (gruppo Misto/Tpt) ha chiesto se la Regione, nella sua attività di rilascio delle autorizzazioni,  abbia approfondito quanto conferito all’interno della discarica di Scapigliato, sito che si ipotizza essere stato la destinazione finale dello smaltimento abusivo di Lonzi Metalli e Ra.Ri. “La Regione lavora attraverso atti predisposti sulla base delle norme. Una indagine della magistratura è sempre un allarme ma la regolarità degli atti deve esserci a prescindere e in questo senso è stato confermato il buon operato dei dirigenti”, ha risposto Fratoni.

A inizio dei lavori, il presidente Giannarelli ha messo ai voti la proposta di richiesta di una proroga dei lavori della commissione che dovrebbero scadere naturalmente il prossimo 19 marzo. “La richiesta – ha spiegato –nasce dal bisogno oggettivo di avere il tempo tecnico necessario a scrivere la relazione finale. I sopralluoghi che abbiamo concordato di fare ci impegneranno fino alla fine di marzo”. I consiglieri presenti (Tommaso Fattori, Sì-Toscana a Sinistra, Maurizio Marchetti, Forza Italia, Elisa Montemagni e Monica Pecori) hanno votato a favore. Il vicepresidente Gazzetti, arrivato poco dopo, ha stigmatizzato la gestione del presidente Giannarelli: “Dovrà assumersene la responsabilità politica”. Ha quindi rilevato che la richiesta di proroga è irricevibile: “Abbiamo già fatto presente, in altre sedute, che non ci sono i presupposti per una richiesta in tal senso. I sopralluoghi organizzati sono solo uno strumento di propaganda politica per il presidente. Lo farò presente all’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale”. Gazzetti ha inoltre rilevato che la sua presenza è“spesso servita per registrare il numero legale necessario alla commissione a svolgere i propri lavori, oltre che a garanzia di altri consiglieri assenti”.

Il presidente Giannarelli, rilevando che “non si può impedire ai commissari di avere il tempo tecnico per scrivere una relazione che auspico unitaria, e sarebbe la prima volta che accade”, ha provato a fare una proposta di mediazione: chiudere i sopralluoghi a metà marzo chiedendo contributi scritti alla Waste Recycling di Santa Croce sull’Arno (Pi) e alla discarica di Tivoli (Rm). La controproposta del vicepresidente Gazzetti è stata quella di chiudere i lavori a fine marzo. Il presidente non ha messo ai voti la proposta di Gazzetti, “assumendosi la responsabilità, perché non è utile alla commissione. Non è serio dire che bastano 15 giorni per scrivere una relazione che conterrà contributi e approfondimenti fatti sul campo certamente utili”. Il presidente ha quindi rilevato il lavoro “spesso collaborativo dei commissari”, ma anche stigmatizzato“l’atteggiamento di ostruzionismo manifestato dal vicepresidente. Auspico che il Pd non voglia impedire a questa commissione di svolgere il proprio lavoro istituzionale”.

“Respingo al mittente l’accusa di ostruzionismo. C’è tutto il tempo necessario per scrivere la relazione se non viene utilizzato a fini propagandistici”, ha risposto Gazzetti, che ha aggiunto: “Prendo atto che su richiesta del presidente è stata fatta una votazione in assenza di un esponente del Pd. Decisone legittima ma che ha un peso politico che dovrà essere valutato”.

Difesa del suolo, più di 6 milioni di euro in provincia di Lucca

Oltre sei milioni e 300 mila euro tra interventi e progettazioni. Sono le risorse che arrivano a Lucca e provincia dalla Regione Toscana grazie al Documento operativo per la difesa del suolo 2019. Soddisfatti Stefano Baccelli, consigliere regionale Pd e presidente commissione Ambiente, e Ilaria Giovannetti, consigliera regionale Pd.

“La Toscana sta mantenendo gli impegni presi in tema di mitigazione del rischio idraulico e idrogeologico con una cifra che complessivamente ammonta a 30milioni di euro nel triennio 2019-2021: rilevante in questo contesto è l’attenzione che viene data al nostro territorio, con risorse ingenti che superano i 6 milioni di euro e vanno a finanziare 13 azioni in fase di realizzazione e 8 in fase di progettazione. – spiegano Baccelli e Giovannetti – Fondi rilevanti insomma, che consentiranno finalmente di dare risposte a problematiche importanti e fornire quindi ai cittadini la sicurezza di cui hanno bisogno. La Regione sta lavorando in maniera meticolosa e precisa su questo fronte, consapevole che sul rischio idrogeologico bisogna impegnarsi in modo costante, con interventi mirati, adeguati stanziamenti e una programmazione che dia certezze e supporto agli enti locali che non possono essere mai lasciati soli di fronte a questo tipo di situazioni”.

Questi gli interventi che saranno realizzati da comuni e province con il supporto economico della Regione: sistemazione dissesti lungo viabilità comunale che collega Bagni di Lucca e Granaiola 2° lotto, nel comune di Bagni di Lucca, finanziato integralmente dalla Regione per 235.679,70 euro; sistemazione dei dissesti lungo la viabilità comunale che collega Bagni di Lucca e Granaiola 1° lotto, nel comune di Bagni di Lucca, finanziato integralmente dalla Regione per 250.813,64 euro; interventi sui movimenti franosi lungo la strada provinciale n.69 Castelnuovo-Careggine in prossimità della frazione di Colle e  lungo la strada comunale per le Porciglie nel comune di Castelnuovo Garfagnana, finanziati integralmente dalla Regione per 198.054,61 euro; opere necessarie per la stabilizzazione idrologica della strada Torrite Granciglia, nel comune di Castelnuovo Garfagnana, finanziate integralmente dalla Regione per 760.000,00 euro; messa in sicurezza del movimento franoso nel parcheggio di piazza Mazzini a Coreglia capoluogo, nel comune di Coreglia Antelminelli, finanziata integralmente dalla Regione per 511.597,95 euro; messa in sicurezza del movimento franoso in località Felicioni lotto 1, nel comune di Fosciandora, finanziata integralmente dalla Regione per 501.436,24 euro; lavori di messa in sicurezza e consolidamento del movimento franoso nella strada di collegamento tra la frazione di Brucciano nel comune di Molazzana e la frazione di Calomini nel comune di Fabbriche di Vergemoli, finanziati integralmente dalla Regione per 286.000 euro; bonifica del movimento franoso lungo la strada comunale Pascoso Bucino, nel comune di Pescaglia, finanziati integralmente dalla Regione per 213.281,03 euro; sistemazione del movimento franoso nella scuola elementare e materna  di Piazza al Serchio 3 stralcio lotto 2, finanziata integralmente dalla Regione per 285.000 euro; ripristino del tratto di strada comunale in frana denominata via di Capriglia 2 lotto, nel comune di Pietrasanta, finanziato dalla Regione per 711.805,45 euro sui 750.000,00 euro totali;  interventi di completamento della prevenzione di dissesti idrogeologici nel versante a monte della località Montorno, nel comune di Seravezza, finanziati dalla Regione per 690.000,00 euro sui 700.000,00 totali; lavori di stabilizzazione versante e messa in sicurezza centro abitato Dali di sotto 2 lotto, nel comune di Sillano Giuncugnano, finanziati integralmente dalla Regione per 900.000,00 euro; consolidamento versante e regimazione delle acque superficiali della strada comunale per Gallena, nel comune di Stazzema, finanziato integralmente dalla Regione per per 546.000,00 euro.

Queste le progettazioni realizzate da comuni e province che riceveranno il contributo della Regione: intervento di mitigazione e di messa in sicurezza del territorio nel comune di Careggine, finanziato integralmente dalla Regione per 21.320,07 euro; messa in sicurezza idraulica della strada di via dei Cerri nel comune di Castelnuovo Garfagnana, finanziata integralmente dalla Regione per 36.474,93 euro; interventi di messa in sicurezza del territorio comunale dal dissesto località Crocetta nel comune di Fabbriche di Vergemoli, finanziati integralmente dalla Regione per per 26.155,11 euro; messa in sicurezza idraulica della strada di Compilato sopra il torrente Turrite nel comune di Gallicano, finanziata integralmente dalla Regione per 25.329,38 euro; adeguamento idraulico ponte stradale nel comune di Lucca, finanziato integralmente dalla Regione per 57.000,00 euro; adeguamento idraulico del ponte di Via della Chiesa sul torrente Contesora nel comune di Lucca, finanziato integralmente dalla Regione per 88.000,00 euro; intervento di mitigazione e messa in sicurezza del movimento franoso in via per Medicina nel comune di Pescaglia, finanziato integralmente dalla Regione per 17.354,10 euro; sistemazione della frana di San Donnino lotto III nel comune di Piazza al Serchio, finanziata integralmente dalla Regione per per 70.597,97 euro.

Difesa del suolo, oltre 700mila euro per il senese

Oltre 700mila euro fra interventi (574mila 871euro) e progettazioni (158mila 237euro) interamente finanziati dalla Regione per difesa nel suolo nel territorio di Siena. Nel dettaglio, per quanto riguarda le progettazioni ci sono 100mila euro per il mantenimento  e il monitoraggio della frana in via Remedi nel Comune di Abbadia San Salvatore e,  sempre in merito alle progettazioni,  sono previsti quasi 60mila euro per il completamento degli interventi di ripristino delle mura castellane di Montepulciano in via del Giardino. Gli interventi riguardano invece la Provincia di Siena  dove sono previsti 476.871euro per il consolidamento di un tratto di SP 61 di Bagno di San Filippo (km 4+450)  e 98mila euro al Comune di San Casciano dei Bagni  per la sistemazione idrogeologica e ambientale della scarpata sul versante sud dell’abitato di Celle sul Rigo.  “La Toscana – hanno detto i consiglieri regionali del Pd in Regione Simone Bezzini e Stefano Scaramelli- sta mantenendo gli impegni per gli interventi di mitigazione del rischio idraulico e idrogeologico con una cifra che complessivamente ammonta a 30milioni di euro ne triennio 2019-2021. Siamo soddisfatti del DODS per la Toscana (Documento operativo di difesa del suolo) che destina al nostro territorio risorse importanti che permettono di dare ai cittadini la sicurezza di cui hanno bisogno”. Scaramelli puntualizza poi particolare soddisfazione per “la sistemazione ambientale e idrogeologica della scarpata a sud di Celle sul Rigo “un borgo- spiega il consigliere-  a cui sono particolarmente legato e che merita grande attenzione.

E il consigliere Simone Bezzini aggiunge:  “Sono questioni che ho seguito con meticolosa attenzione –spiega il consigliere  -  raccogliendo le sollecitazioni di sindaci e cittadini” “Bene anche lo stanziamento della Regione per il tratto della Sp 61 che passa dai Bagni San Filippo- conclude Scaramelli-  luogo turistico che merita la massima sicurezza”.

Piano cave Toscana, Stella e Marchetti (FI): "Va rifatto"

"Il Piano Cave della Regione Toscana è da rifare, così come è stato concepito non va bene, contiene criticità che gli imprenditori avevano già messo in rilievo ma di cui non si è tenuto conto in fase operativa. Serve una concertazione tra aziende, sindacati e istituzioni, per arrivare a riscrivere il piano e superare gli elementi negativi, che altrimenti penalizzeranno un settore che porta ricchezza e lavoro in un'area importante della Toscana". Lo chiedono il vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella (FI), e il capogruppo di Forza Italia all'Assemblea regionale, Maurizio Marchetti, commentando il nuovo piano regionale cave approvato lunedì scorso dalla giunta presieduta da Enrico Rossi.

"Stabilire percentuali generali di residui è un errore - rilevano Stella e Marchetti - in quanto non si tiene conto della natura differente di ogni cava. Questa norma, tra l'altro, contrasta in modo radicale con l'imposizione di piani rigidi di coltivazione. E' una contraddizione segnalata dalle aziende, questa: il piano cave chiede di far minori residui, e poi obbliga di fatto a farne di più. La politica deve dare una risposta seria e celere. Si sta parlando di un settore che in provincia di Massa Carrara vuol dire il 24% del Pil, 1 miliardo di fatturato, 8mila occupati e oltre 600 milioni all'anno per le imprese dell'indotto".

Vertenza Zara, approvata mozione Sì

“I 39 lavoratori del Magazzino Zara di Reggello sono tutti di origine pakistana, vengono considerati gli ultimi fra gli ultimi e non interessano a chi fa propaganda sulle crisi aziendali per raggranellare qualche consenso elettorale, dato che queste persone non hanno neppure diritto di voto”, dichiara Tommaso Fattori, capogruppo di Sì Toscana a Sinistra.

“Assunti da una cooperativa che ha in appalto la gestione del magazzino da parte di Zara -ossserva Fattori- facevano turni massacranti per paghe misere, privi dei più elementari diritti, oltretutto costretti a restituire di nascosto alla cooperativa una parte del loro stipendio. È il solito sistema di appalti e subappalti, dove il servizio viene fornito all’appaltante attraverso vari passaggi che creano una situazione di terribile sfruttamento. La loro colpa adesso quale sarebbe? Quella di aver ottenuto, grazie alla loro lotta, l'applicazione del contratto nazionale e la restituzione delle quote di stipendio sottratte. Ma la ritorsione di Zara non ha tardato ad arrivare dato che, malgrado gli ottimi fatturati e gli eccezionali profitti, l’azienda ha deciso di chiudere il magazzino di Reggello per spostarsi altrove, dove poter evidentemente ricominciare con le politiche di sfruttamento e con comportamenti antisindacali”, continua il capogruppo di Sì Toscana a Sinistra.

“La Regione Toscana -continua Fattori- non può voltare la testa dall’altra parte e deve condannare il tentativo di Zara di scaricare le proprie responsabilità sulla ditta DHL, partner logistico della multinazionale. Tocca ora all’Assessorato alle Attività produttive della Regione Toscana proseguire nell'operazione di dialogo avviata in questi giorni e far tornare l'azienda sui propri passi. È necessario che Zara si assuma le proprie responsabilità e che i posti di lavoro siano mantenuti, anche attraverso l’internalizzazione dei servizi di logistica, impedendo qualsiasi epilogo che nasconda forme intollerabili di sfruttamento del lavoro e di caporalato”.

“È inaccettabile che passi il messaggio intimidatorio secondo cui, se ottieni il rispetto delle norme sul lavoro e il riconoscimento dei tuoi elementari diritti, allora, per ritorsione, sarai licenziato. Nessuno può chiudere gli occhi davanti a fenomeni di sfruttamento ai limiti del semi-schiavismo e a vecchie e nuove forme di caporalato diffuse in tanti settori della nostra economia”, conclude Tommaso Fattori.

Fonte: Consiglio regionale

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