I carabinieri di Livorno hanno sgominato una rete di trafficanti di stupefacenti che operava tra Livorno e Pisa. L'indagine, coordinata dal pm Massimo Mannucci, ha preso le mosse da un arresto in flagranza, eseguito nel giugno 2016 a Livorno, in piazza Garibaldi, di un cittadino albanese trovato in possesso di oltre 30 grammi di cocaina e di sostanza da taglio. Dalle indagini è emerso poi che l'albanese faceva partedi un gruppo composto da altri suoi connazionali che si dedicava all'approvvigionamento di grossi quantitativi di varie sostanze stupefacenti e alla successiva vendita al dettaglio sul territorio livornese, attraverso una collaudata e capillare rete distributiva.
L'operazione, denominata 'Due mondi', attuata con il coordinamento della procura della Repubblica di Livorno, ha portato all'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip, su richiesta della stessa procura, nei confronti di 10 persone, italiani e albanesi, ritenute responsabili del reato di "traffico illecito di sostanze stupefacenti".
Nell'operazione, in cui si è colpita una rete di trafficanti che operava fino all'isola d'Elba. Altre 36 persone sono indagate. L'indagine, avviata nel giugno del 2016, con l'esecuzione delle misure odierne ha portato all'arresto di 21 persone, a 26 denunce ed al sequestro di oltre 130 kg. di stupefacenti.
Ai primi atti dell'investigazione è emerso che alcuni degli indagati si erano resi responsabili anche di furti in abitazione con il possesso di armi da fuoco. Per questi episodi già nel luglio 2017, i carabinieri avevano fermato 3 albanesi, con l'accusa di furto aggravato, ricettazione e porto illegale di armi comuni da sparo. In quella circostanza i militari avevano recuperato due pistole con le munizioni, un borsone contenente attrezzi da scasso e un'auto rubata.
Le indagini hanno permesso di appurare che il gruppo indagato era il canale di rifornimento di due trafficanti di origine napoletana residenti all'isola d'Elba. Questi ultimi, legati al clan camorristico dei Tommaselli, acquistavano lo stupefacente dai cittadini albanesi e lo rivendevano sulla piazza di spaccio elbana. I carabinieri hanno potuto documentare anche il ricorso ad azioni di violenza nei confronti di concorrenti per imporsi nel mercato sull'isola.
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