Empoli, serve un forno crematorio? Non appena il Comune ha reso pubblica la notizia di voler costruire questa struttura nella zona di Santa Maria (cosa che peraltro era nell'aria ormai da anni), subito è nato un gruppo Facebook denominato proprio col quesito iniziale. Al momento hanno aderito 76 membri e, nelle intenzioni, "si tratta di uno spazio di discussione aperto" proposto e moderato da Marco Santini che personalmente, sul tema, ha un’idea ben precisa. Ha già seguito, infatti, una vicenda analoga per scongiurare la costruzione di un crematorio nel comune di Casciana Terme Lari dove oggi risiede, obiettivo che, peraltro, ha raggiunto.
"Appena il tempo di chiudere questa vicenda - spiega - e già devo iniziare una nuova battaglia nel comune che mi ha dato i natali e che vede l'attuale residenza della mia famiglia naturale a 800 metri lineari dal nuovo progetto".
Come detto, lui è per il no, e ne spiega i motivi. "I numeri ci dicono che la Toscana non ha bisogno di nuovi forni visto che esiste un impianto crematorio in quasi ogni città capoluogo ad eccezione di Prato e Lucca e con Firenze che ne conta due. Sulla materia la legge fissa i criteri, ma non esiste una norma unitaria che disciplina l’installazione degli impianti e le emissioni derivanti e quindi ogni regione stabilisce dei limiti specifici. Siccome al momento la Toscana non ha legiferato in materia (solo Piemonte e Veneto lo hanno fatto), il Comune di Empoli si è inserito in questo vuoto legislativo decidendo di farlo, un potere che il Sindaco ha. Resta il fatto che la nostra regione, pur non avendo legiferato, ha scritto nel Piano Territoriale di indirizzo che di crematori non ce n'è bisogno. Chiunque vuole può leggerlo sul gruppo dove l'ho pubblicato".
"I numeri - prosegue - ci dicono che non serve perchè la domanda è ampiamente soddisfatta dai 12 crematori esistenti. In Veneto, dove ci sono poco meno di 5 milioni di abitanti, ce ne sono 7, in Toscana con 3,7 milioni ce ne sono 12 di crematori. Il tredicesimo a Empoli serve solo per interessi privati visto che dietro c'è il project-financing". Ci sono poi altri interessi in mezzo che è più semplice intuire. "A Casciana - aggiunge - non appena siamo riusciti a fermare il progetto il mercato immobiliare in zona è subito ripreso perchè, in mezzo, ci sono anche questioni di impatto ambientale. Non a caso, ho inserito nel gruppo anche una notizia apparsa sul sito di Arpat nella quale si legge che Il principale impatto ambientale di questo tipo di impianti riguarda l’aria, poiché durante la cremazione nei forni si ha produzione di inquinanti atmosferici. Possono aggiungersi, inoltre, emissioni di mercurio, zinco e diossine. Parole non mie ma messe nero su bianco dall'agenzia regionale".
Insomma, il dibattito è aperto e al momento è in corso un volantinaggio nella zona di Santa Maria. Visto il periodo elettorale facile ipotizzare che la vicenda possa diventare politica, anche se Santini precisa "di votare, certo, ma di non rispondere ad alcun partito e di non avere tessere in tasca". "Io ho una posizione precisa e con questa pagina ho aperto un dibattito - precisa - non voglio nè creare allarmismo nè lottare verso un principio. Semplicemente è come se in una regione fosse costruito un numero di ospedali superiore alle reali necessità". La sensazione, se mai questo impianto si farà visto che se ne parla ormai da anni, è che si sia solo all'inizio.
Marco Mainardi
Tutte le notizie di GoBlog