Un avviso pubblico per raccogliere progetti per la cura, la gestione condivisa e la rigenerazione dei beni comuni della città. È quanto è stato pubblicato dal Comune di Firenze che con questo atto dà attuazione al Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani approvato nel 2017. Sono 29 i beni comuni di tutti i quartieri della città inseriti nel bando con cui l’amministrazione cerca la collaborazione con i cittadini: si va da giardini pubblici (come quelli di piazza Tasso, via Pasquali, via Novelli, parco Tanini in viale Tanini, Giardini Noli in via Torcicoda, l’ex Gasometro di via dell’Anconella, l’area verde di via Dazzi, il Giardino dell’Orticoltura di via Vittorio Emanuele, il giardino Lippi di via Fanfani, l’area cani di via Toscanini e i giardini di via Allori e di via Alderotti) per arrivare a porzioni di fabbricati, terreni, olivete e stanze di biblioteche (come quella alla Luzi per istituirvi un punto di lettura serale o quelle alla CaNova dove organizzare iniziative sulla memoria).
“Con questo avviso il Comune - ha detto l’assessore ai beni comuni Massimo Fratini - intende individuare soggetti singoli o associati interessati a attivarsi per la cura, la gestione condivisa o la rigenerazione dei beni comuni urbani da svolgersi in forma gratuita e senza scopi di lucro. Lo scopo è condividere con l’amministrazione la responsabilità della loro cura per migliorarne la fruibilità collettiva. Questo avviso, pubblicato in rete civica, rimarrà sempre aperto, tanto che potrà essere aggiornato continuamente”. “Ringrazio i 5 Quartieri - ha aggiunto Fratini - che sono parte integrante di questo regolamento. Ogni proposta di collaborazione infatti, sarà vagliata, approvata e fatta propria anche dal Quartiere di riferimento che sarà parte attiva importante per ogni patto di collaborazione”.
Le domande e i progetti per la cura e la presa in carico di beni materiali e immateriali da parte di singoli, gruppi di cittadini o comitati (anche informali) vanno presentate nei Quartieri, presso gli ‘Sportelli al Cittadino-Urp’. Nel dettaglio è stato istituito lo strumento dei Patti di collaborazione che possono essere stipulati con l’amministrazione da singoli, gruppi di cittadini o comitati, in modo da concorrere insieme alla tutela e valorizzazione di un bene comune (es. la cura di un giardino, il recupero di un edificio per uso pubblico, la salvaguardia di una tradizione culturale, l’attenzione all’identità di un rione o di una parte significativa del tessuto urbano). I quartieri sono individuati come i protagonisti dell’attuazione di questo regolamento nei territori locali, grazie al loro radicamento e alla loro prossimità con le situazioni concrete. Sono ammesse proposte di collaborazione riguardanti: beni materiali (spazi pubblici come aiuole, aree verdi in generale, aree scolastiche, edifici, portici etc.); beni immateriali (inclusione e coesione sociale, cultura, sostenibilità ambientale, ri-uso, alfabetizzazione informatica etc.). La collaborazione può prevedere differenti tipi di intervento quali: la cura occasionale, costante e continuativa; la gestione occasionale, costante e continuativa; la ri-generazione temporanea o permanente. Tutte le informazioni e l’elenco dei beni comuni sono pubblicati in rete civica ( https://www.comune.fi.it/dalle-redazioni/beni-comuni-alle-proposte-di-collaborazione ).
I beni comuni sono stati anche al centro dell’incontro a cui ha partecipato il sindaco Dario Nardella questa mattina nell’aula della Camera dei deputati, che ha ospitato i sindaci e rappresentanti dell’Anci per l’evento ‘Lo Stato dei beni Comuni’, svoltosi alla presenza del presidente della Camera Roberto Fico e del presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Il sindaco Nardella nel suo intervento ha sottolineato l’importanza di rilanciare il rapporto tra cittadino e bene comune e far riscoprire il vantaggio per tutti della buona cura della cosa pubblica e ha ricordato come l’anno scorso è stata lanciata da Firenze la proposta di legge di iniziativa popolare per introdurre nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla cittadinanza come disciplina autonoma con propria valutazione. “È dalla scuola che dobbiamo ripartire - ha detto il sindaco - ed è ai più giovani tra i cittadini che è necessario far conoscere l’educazione ambientale, la legalità, la Costituzione, il diritto italiano, quello europeo e tutte le norme di convivenza civica. Sono molto contento che l’Anci abbia raccolto questa sfida e che i sindaci abbiano subito compreso l’importanza di questa iniziativa, che punta a prevenire i problemi che viviamo ogni giorni nelle nostre città”. “Siamo felici di aver presentato alla Camera dei Deputati oltre 78 mila firme - ha continuato Nardella -, ben più delle 50mila necessarie, affinché cominci l’iter parlamentare per far diventare legge l’insegnamento dell’educazione alla cittadinanza”. “L’entusiasmo che abbiamo trovato nel raccogliere le firme - ha spiegato - ci ha fatto capire che questo insegnamento è un’esigenza per moltissimi cittadini, di qualsiasi estrazione sociale, orientamento politico e culturale”. Il sindaco Nardella ha concluso il suo intervento chiedendo al presidente Fico e al premier Conte di sostenere questa proposta che viene dalle città: “Le Istituzioni centrali hanno ora il compito di render effettiva questa richiesta, con l’approvazione della legge da parte del Parlamento e la sua applicazione - ha affermato -. Non sarà solo la repressione o la paura della sanzione a ricostituire un vero patto sociale tra istituzioni, scuola, famiglia e Istituzioni, ma l’educazione, una proposta positiva che faccia cogliere il vantaggio per tutti”.
Fonte: Comune di Firenze - Ufficio Stampa
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