L’ente gestore dell’area marina protetta Secche della Meloria si è fatto carico della rimozione del relitto del “Le Chien”, l’imbarcazione a vela francese affondata a seguito di incaglio lo scorso 14 gennaio presso la Torre della Meloria.
L’imbarcazione, uno scafo in vetroresina di oltre 12 metri dotato di motore entrobordo, risultava ad oggi completamente affondata e ridotta in frantumi.
Tale situazione costituiva un significativo impatto ambientale per l’area protetta e la permanenza sott’acqua del relitto e dei relativi rottami poteva comportare nel tempo danni, anche rilevanti, sugli habitat oggetto di tutela.
Nonostante la responsabilità della rimozione del relitto risulti, per legge, in capo al proprietario e comandante dell’imbarcazione, ad oggi lo stesso, anche a fronte delle diffide emesse dalla competente Autorità marittima, è risultato totalmente inadempiente.
Si è dunque dovuto far ricorso alle previsioni del decreto istitutivo dell’area marina protetta, che, nel dettare le norme per la sua corretta fruizione, pongono in capo all’Ente gestore la possibile adozione di ogni intervento di recupero ambientale per il raggiungimento delle prioritarie finalità di tutela della biodiversità marina.
Con un notevole sforzo economico in rapporto al bilancio dell’area marina è stata così possibile l’attivazione di tutte le procedure per un intervento diretto e risolutivo per la rimozione del relitto e per l’eliminazione del rischio ambientale. Spese che poi ricadranno sul proprietario inadempiente a seguito di procedura di rivalsa da parte dell’ente gestore.
Le lunghe operazioni, che hanno raggiunto l’esito sperato, si sono svolte con il necessario impiego di un motopontone della ditta F.lli Neri e di personale subacqueo specializzato e si sono concluse in totale sicurezza sotto la costante vigilanza delle motovedette della Capitaneria di porto e della Guardia di Finanza.
L’area marina protetta Secche della Meloria è stata istituita dal Ministero dell’Ambiente con il decreto 21 ottobre 2009, è stata regolamentata con un successivo decreto del Ministero nel 2014 ed è stata affidata in gestione all’Ente Parco regionale Migliarino S. Rossore Massaciuccoli, il quale oggi ne cura tutti gli aspetti finanziari, di monitoraggio, di intervento ed autorizzativi.
Tra gli ambienti principali oggetto di tutela ci sono: i cosiddetti “catini”, vere peculiarità di questa area marina costituite da depressioni circolari del fondale, e soprattutto le praterie di posidonia, le stesse minacciate proprio dall’affondamento di questa imbarcazione.
Fonte: Capitaneria di porto di LIVORNO
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