Arpat reputa necessario fare alcune precisazioni In relazione all'articolo di Repubblica "La pelle dell'Alta moda? È made in Empoli", nel quale si afferma: "Nel comparto conciario di Santa Croce, alle porte di Firenze, la depurazione delle acque si è evoluta: c'è un impianto privato per il 50 per cento e gestito anche dall'Arpat e dal Comune. Le acque filtrate dagli scarti di lavorazione vengono reimmesse nel ciclo produttivo delle stesse concerie, così come i residui del cromo e dei metalli pesanti nelle acque fluviali di scarico, sono sottoposti a un procedimento di solidificazione e vengono utilizzati come base del manto stradale."
Diversamente da quanto indicato, ARPAT non ha fra le proprie funzioni quella di gestire i depuratori.
Il depuratore di Santa Croce sull'Arno (PI) è gestito da un soggetto privato denominato Consorzio Depuratore Aquarno SpA.
Il ruolo di ARPAT, le cui competenze in materia ambientale sono specificate sul nostro sito istituzionale, è quello di controllare i depuratori e gli insediamenti produttivi.
Arpat precisa inoltre le altre inesattezze contenute nell'articolo:
-l'acquedotto industriale che dovrebbe condottare le acque depurate (e non filtrate) alle concerie non è stato ancora costruito;
-i fanghi di depurazione (non i residui di cromo) sono pirolizzati (non solidificati) con la produzione di un rifiuto, fango sinterizzato, destinato, secondo le autorizzazioni rilasciate dalle autorità competenti, alla produzione di aggregati cementizi o bituminosi.
Arpat
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