Guardie mediche a Pistoia, arrivano i dispositivi di protezione

In caso di pericolo basterà premere un pulsante per attivare l’ascolto ambientale e collegarsi alla centrale operativa di vigilanza che gestirà l’intervento e, se necessario, potrà anche allertare le forze dell’ordine. Funzionano così i nuovi dispositivi di protezione che da ora in poi i medici della Continuità Assistenziale dell’area pistoiese potranno utilizzare negli ambulatori per tutelare la loro incolumità. Gli apparecchi sono stati consegnati in questi giorni nell’ambito di un corso di aggiornamento e formazione sul tema delle “aggressioni agli operatori sanitari”, promosso dall’Ordine dei Medici in stretta collaborazione con l’Azienda USL Toscana centro.Un argomento molto sentito che riguarda principalmente coloro che lavorano negli ambulatori della Continuità Assistenziale, ma anche , per esempio, nei pronto soccorsi e nei reparti di diagnosi e cura dei disturbi psichiatrici. I dispositivi saranno per il momento operativi in cinque sedi sulle complessive undici del territorio (zone della Valdinievole e Pistoia).

Sono stati scelti gli ambulatori più periferici e dove solitamente il servizio è svolto da un solo medico. Dalle minacce verbali, agli atti vandalici fino a vere e proprie aggressioni, almeno una volta nove medici su dieci (dati FIMMG nazionale) durante la loro attività si sono trovati in difficoltà, soprattutto il genere femminile.

I dispositivi di protezione individuale, che saranno progressivamente estesi a tutte le sedi territoriali della Continuità Assistenziale, garantiranno una maggiore sicurezza, in particolare nelle ore notturne e nei contesti operativi più isolati del territorio pistoiese

“Questa dotazione è l’espressione di un gesto di solidarietà ed attenzione – ha detto Beppino Montalti, presidente dell’Ordine dei Medici- nei confronti dei nostri colleghi più esposti ai rischi, che spesso operano in condizioni davvero difficili”.

Montalti ha evidenziato come la fattiva collaborazione con la AUSL Tc in ambito formativo sia importante per una sanità di qualità e per tutelare gli operatori nello svolgimento della loro professione. Alla consegna dei dispositivi ha partecipato, in rappresentanza dell’AUSL Tc, il dottor Daniele Mannelli, direttore della Società della Salute pistoiese e del dipartimento rete sanitaria territoriale.

Dati Fimmg nazionale. Solo il 13% dei medici che ha subito un’aggressione decide di denunciare. Il 30% decide di non segnalare sperando che non riaccada mai più. Il 29%, è talmente provato da chiedere il trasferimento in un’altra sede. Il 35% domanda a familiari o amici di accompagnarlo sul posto di lavoro. Nel 90% dei casi la violenza si è svolta in ambulatorio ed è stata conseguente a richieste improprie dell’utenza. A maggior rischio sono le donne medico che svolgono il servizio di Continuità Assistenziale.

Fonte: AUSL Toscana centro - Ufficio stampa

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