“La richiesta di informazioni del Commissario Jacopo Marzetti è stata notificata il 14 gennaio e assegnata alla Segreteria del Presidente della Giunta il 16. Regione Toscana ha risposto al commissario in data 11 febbraio”.
“Questa è la risposta, monca, che ci è stata data dagli uffici regionali. Ma io volevo sapere anche perché non era stata data una risposta al Commissario. E questo non ci viene spiegato: ci è voluto un mese, un incontro convocato in Regione tra i membri della ex commissione d’inchiesta e il Commissario, e una mia interrogazione da portavoce dell’opposizione per avere delle risposte veloci – dice Jacopo Alberti – questo comportamento rafforza i miei dubbi sulla protezione che ancora viene data a questa struttura all’interno della Regione stessa”.
“Il Commissario non deve essere lasciato solo dalle istituzioni, in primis dalla Regione. La risposta ci dice che la Fondazione esiste ancora, e che dell’associazione non c’è traccia nei registri regionali. Se la Cooperativa è da salvare, per i lavoratori e per tutto l’indotto del Mugello, la Fondazione e l’associazione (sulla cui natura continueremo a cercare la verità) sono i bracci politici della Setta, e devono essere sciolti, devono scomparire. L’associazione e la Fondazione afferenti a Il Forteto sono le metastasi di un cancro che non può essere curato senza estirparle – conclude Alberti - Ma ho paura che questo cancro sia radicato ancora all’interno delle istituzioni. Il Forteto deve essere una questione prioritaria per la Regione. E il commissario deve avere tutta la disponibilità e la collaborazione possibile. Le istituzioni devono essere veloci e affiancare il lavoro del Commissario, osteggiarlo è gravissimo”.
Fonte: Ufficio stampa
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