Riceviamo e pubblichiamo la risposta del sindaco di Montelupo Fiorentino Paolo Masetti all'articolo del Fatto Quotidiano a firma di Tomaso Montanari sul futuro della Villa dell'Ambrogiana, ex Opg ancora senza una destinazione d'uso precisa. Ne abbiamo parlato questa mattina qui. Il primo cittadino ha affermato che le cose riportate sul pezzo "non sono supportate da alcun dato e fanno riferimento ad informazioni ormai del tutto desuete". L'ipotesi di Masetti è "che si tratti di un’operazione strumentale, volta a colpire Luca Lotti".
Di seguito il resto della nota:
L’articolo fa riferimento ad un incontro ufficiale avvenuto del 2014; in un momento in cui si iniziava a prospettare un futuro diverso per il complesso mediceo. Si interpretano incontri e iniziative in modo negativo come se il Comune tramasse affinché il complesso venga acquisito da un privato.
Ho più volte rimarcato quanto mi piacerebbe che la villa rimanesse un bene pubblico, è sufficiente un po’ di buon senso per comprendere quanto possa essere difficile gestire con i soli soldi pubblici un luogo del genere: tanto per fare un esempio non basterebbe il bilancio del comune.
Nell'articolo si esalta il ruolo del Ministero di Giustizia: invito il giornalista che ha scritto l’articolo e chiunque condivide questo punto di vista a visitare la villa dell’Ambrogiana. Avranno così modo di constatare quanto sia stata trascurata parte nobile del complesso. Le risorse disponibili sono state destinate a recuperare una parte carceraria, quando già si parlava di smantellamento di Opg. Questa per me è cattiva gestione della cosa pubblica, spreco di risorse e ance mancanza assoluta di tutela dei beni architettonici e culturali del nostro Paese.
Il governo di allora fece una scelta per cui io mi sono battuto con forza: liberare la villa dalla funzione carceraria e, soprattutto, togliere un luogo di detenzione da un centro cittadino.
Sono anni che lavoriamo seriamente e con attenzione per valorizzare un luogo di valore e poi basta una persona in malafede per gettare discredito sul lavoro di anni. Atteggiamento questo che a mio avviso è molto lontano dalla funzione di controllo e ricerca della verità, ma che afferisce ad un modo di fare “fazioso” e da stadio di certa carta stampata.
L’ipotesi di realizzare in parte (ripeto in parte) del complesso un hotel di lusso è una delle ipotesi prospettate dal progetto di valorizzazione; un documento agli atti del Demanio e che ci è stato richiesto di non diffondere. Noi abbiamo rispettato tale indicazione, non perché vogliamo tenere segrete le cose, ma semplicemente perché siamo ancora a livello di ipotesi tutte da studiare ed eventualmente verificare.
L'ipotesi della realizzazione di un struttura ricettiva esiste, ma può essere remota: si ipotizza un mix di funzioni pubblico e privato; lo stesso comune ha rimarcato che parte del complesso abbia uso pubblico. Nelle linee guida redatte per la predisposizione del progetto di valorizzazione sono stati individuati spazi a uso sicuramente pubblico.
Certo l’auspicio è che ci possano essere soggetti pubblici che si fanno avanti per restituire la villa alla comunità in tutte le sue parti. Non sarà facile perché servono ingenti somme per restaurare un complesso che Ministero Giustizia non ha fatto oggetto primario delle sue attenzioni nella conservazione. Invece somme malamente spese nella parte carceraria. Ringrazio ufficialmente Luca Lotti per essersi prodigato nel momento in cui lui aveva le competenze per farlo.
La scheda di presentazione della villa sta facendo giro del mondo, è stata presentata in diversi eventi in cui il patrimonio demaniale e regionale viene portato ad attenzione investitori. L’obiettivo è quello di presentare Montelupo e la sua villa al maggior numero di investitori.
Nello stesso tempo, proprio con l’obiettivo far vivere questo luogo alle persone comune, abbiamo chiesto in concessione uso gratuito una parte del complesso e a breve presenteremo un calendario d iniziative che si snoda fra marzo e giugno 2019.
Invito il giornalista del fatto a prendere parte ad una di queste iniziative, magari al convegno organizzato dall’Unesco per inserire la villa fra i beni tutelati e presentare ufficialmente il progetto di recupero.
È essenziale l’impegno di ciascun soggetto coinvolto per quanto riguarda gli ambiti di propria competenza per raggiungere l’obiettivo del recupero totale dell’Ambrogiana e di un suo utilizzo rispettoso del prestigio di cui gode l'immobile".
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