L'Europa in soccorso anche di città e periferie, per far rivivere quartieri ‘difficili', per renderne i centri storici o tratti urbani più belli ma anche più funzionali (e meno voraci a volte di energia), per far rinascere vie e piazze, per i cittadini e per i turisti. Accade anche a Lucca: 16,7 milioni di investimenti (di cui 10 milioni di contributi regionali) per il Piuss finanziato con i fondi Por Fesr 2007-2013, il programma europeo di sviluppo regionale, e che riguarda la città vecchia. Prendi ad esempio la ex Manifattura Tabacchi in via della Cittadella, ex convento di San Domenico, dove sono in corso importanti lavori di restauro che si dovrebbero concludere tra un anno, a febbraio 2020: l'obiettivo è farne una struttura d'alta formazione legata al trasferimento tecnologico alle imprese. Prendi la ex caserma Cavallerizza a Piazzale Verdi, oggi uno dei centri di accoglienza turistica della città e spazio culturale per mostre ed esibizioni, oppure Palazzo Ducale e il Teatro del Giglio, ristrutturato e reso più moderno, con una ‘graticcia' più alta per cambiare ore le scene ‘in prima' anche nel mezzo degli spettacoli. Prendi anche il più recente Piu "Quartieri social Sant'Anna", finanziato in questo caso con il Fesr 2014-2020 e che permetterà di rigenerare i quartieri periferici Sant'Anna e San Vito: 8,7 milioni di euro l'investimento, di cui 6,4 appunto di risorse giunte dall'Europa.
"Sembrava che i fondi europei – racconta il presidente della Toscana, Enrico Rossi – non potessero essere utilizzati per ristrutturare la città. Ma abbiamo spiegato che questo avrebbe creato le condizioni per la crescita e il lavoro. E in Europa, se uno avanza progetti seri, le soluzioni alla fine si trovano". In tutta la Toscana per i Piu, i progetti di innovazione urbana, sono stati investiti 40 milioni.
E poi c'è l'Europa che aiuta le imprese ad innovarsi e a creare sviluppo, a sostegno delle imprese più dinamiche. Un esempio arriva dalla Silma di Porcari: quasi 70 mila di contributi pubblici ricevuti (la metà fondi Fesr europei) per un progetto da 130 mila euro per la post lavorazione della stampa 3D. C'è l'Europa che sostiene gli investimenti privati per le fabbriche ‘intelligenti': come la Futura a Guamo, alle porte di Lucca ma già nel comune di Capannori ( oltre 4,5 milioni investiti in due progetti, 634 mila le risorse europee, un altro milione e 270 mila euro di contributi pubblici). C'è l'Europa che sostiene i progetti per la riduzione dei consumi di energia (come nel caso dell'Hotel San Marco (143 mila euro spesi e 57.200 di contributi pubblici, la metà fondi Fesr) e c'è l'Europa che riguarda i giovani e la formazione, che aiuta scuola e imprese ad avvicinarsi con progetti di alternanza scuola lavoro o portando le nuove tecnologie nei laboratori e sui banchi di scuola. C'è l'Europa che a volte finanzia opere per rendere più sicuri fiumi e torrenti (e chi vive vicino). C'è anche l'Europa che fa bene all'ambiente: alla Lucart di Porcari hanno speso 1 milione e 688 mila euro per mettere a punto un processo che intende trasformare i fanghi di cartiera, oggi solo una scarto, in nuovi prodotti per l'industria. Per il progetto hanno ricevuto 422 mila euro di contributi pubblici e 211 di contributi europei.
Su questa Europa disseminata in ogni angolo della Toscana molte volte non cade l'occhio, ignota secondo l'Eurobarometro al 60 per cento degli italiani che non conosce i fondi strutturali Ue, inutile per l'80 per cento di chi sa cosa siano. "Quest'Europa - sottolinea però il presidente della Toscana Enrico Rossi oggi a Lucca per la quinta tappa del suo tour "Europa in Toscana", nell'occasione accompagnato dalla commissaria europea Corina Cretu, - vale con la quota statale e regionale lo 0,5 per cento del Pil toscano e con le risorse che aggiungono privati e altre istituzioni muove un punto e mezzo di Pil regionale". Non sono pochi e senza i fondi europei tante opere e iniziative non si sarebbero potute davvero realizzare.
Molti pensano che l'Europa sia inutile. In tanti si lamentano che è lontana. "Ma non è così – ripete il presidente della Toscana, Enrico Rossi – L'euroscetticismo cresce anche perché dell'Europa spesso c'è scarsa conoscenza". L'Europa è vicina invece, ribatte. E basta farsi un giro in Toscana per rendersene conto: da qui l'idea del viaggio, iniziato qualche mese fa e che a Lucca segna oggi la quinta tappa.
Certo l'Europa può essere migliorata. "Delle due gambe su cui è costruita, il mercato e la coesione sociale, vorrei più forte e con maggiori risorse quest'ultima – ha ripetuto più volte Rossi nel suo tour – Non mi piace l'Europa dove le aziende possono spostare le loro produzioni approfittando di salari più bassi e dumping sociale. Ma la soluzione non può essere quella di tornare indietro alla ricetta del piccolo e bello".
Soprattutto non si può raccontare l'Europa come se fosse solo veti e burocrazia. Senza la linfa vitale iniettata negli ultimi quindici anni dai vari programmi operativi che declinano in chiave regionale le politiche comunitarie di coesione, senza a volte anche le vituperate linee guida europee, la Toscana (e tutta l'Italia) sarebbe meno sviluppata, meno dinamica e meno coesa. A Lucca e provincia sono stati distribuiti oltre 184 milioni di euro di contributi nel settennato 2007-2013 e quasi altri 93 sono già stati concessi in quello successivo e tuttora in corso, con numeri destinati dunque a crescere. Questo limitandosi ai soli progetti già finanziati: 6.049 dal 2007 al 2013, 2.625 dopo il 2014. Gli investimenti che ne sono scaturiti sono infatti ancora più voluminosi.
Ecco qualche numero, per capire.
Fondi europei a Lucca
Nel dettaglio per il periodo dal 2007 al 2013 la Regione ha distribuito contributi dal Fondo europeo per lo sviluppo regionale in tutta la provincia per oltre 119 milioni. Queste risorse hanno permesso investimenti per più di 210 milioni distribuiti su 720 progetti. In tutta la Toscana i contributi del Fesr, nello stesso periodo, sono stati pari a 1 miliardo e 298 milioni di euro, per 2 miliardi e 309 milioni di investimenti. Sempre dal 2007 al 2013 il Fondo sociale europeo, che non finanzia infrastrutture ma politiche per le persone, ha portato nel lucchese contributi per 37 milioni e mezzo in 4.648 diversi interventi: ad oltre 659 milioni ammontano invece i finanziamenti in tutta la regione. Con il Feasr, fondo per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, se ne aggiungono altri 870 (che in provincia di Lucca diventano più di 28, pari a 681 progetti e 59 milioni di investimenti finanziati).
La programmazione 2014-2020 è ancora in corso: rimangono due anni per concludere il settennato e cinque per spendere le risorse. Grazie al Fondo di sviluppo regionale, a Lucca e provincia sono stati finora sostenuti 284 progetti per 36 milioni e 478 mila euro di contributi. Con quelle risorse (792 milioni la dotazione per tutta la Toscana, 445 milioni le risorse finora impegnate e 962 milioni gli investimenti innescati) nel lucchese sono stati resi possibili investimenti per 84 milioni e 691 mila euro. Con il Fondo Sociale europeo, sempre nel periodo 2014-2020, sono stati finanziati 1.996 interventi per 26 milioni e 286 mila euro. I contributi finora concessi in tutta la Regione sono pari a 321 milioni, su una dotazione complessiva di 732 milioni. Grazie al Feasr, infine, a Lucca sono stati concessi per il 2014-2020 contributi per 30 milioni di euro. Hanno interessato 345 progetti, permettendo alla fine 75 milioni di investimento. Per tutta la Toscana la dotazione complessiva Feasr è di 949 milioni (601 i contributi già concessi).
Su www.regione.toscana.it/tour-europa-toscana le schede dei progetti più importanti finanziati con i fondi europei.
Il bilancio dell'Europa
Alimentato da meno dell'1 per cento del Pil di ogni paese membro, il bilancio dell'Unione europea vale oggi circa mille miliardi di euro: agricoltura e politica di coesione (i cosiddetti fondi strutturali) sono le due poste principali e corrispondono a circa due terzi. I fondi europei che oggi arrivano in Toscana sono l'equivalente dello 0,2 per cento del Pil regionale. Con la quota regionale e statale diventano lo 0,5 per cento e grazie gli imprenditori, numerosi, che ne hanno colto l'opportunità diventano un volano importante di sviluppo, muovendo un punto e mezzo del Pil regionale.
Lo scorso maggio la Commissione europea ha presentato le proposte di regolamento per la programmazione 2021-2027: un miliardo e 134 milioni a disposizione, con meno fondi per Pac e coesione e più risorse per sicurezza e contrasto all'immigrazione (raddoppiate) e per il digitale e la ricerca.
Toscana virtuosa
I fondi strutturali sono spesso criticati perché molte Regioni li spendono male o in ritardo. La Toscana nel periodo 2007-2013 ha speso il 118 per cento dei fondi ricevuti, ovvero anche parte delle risorse che altri non sono stati in grado di impiegare e quindi sono state ridistribuite. Nel 2014, visto che l'Europa era in ritardo sulla programmazione, la Toscana ha addirittura anticipato le risorse dal proprio bilancio, per assicurare continuità agli interventi. L'Italia versa all'Europa più risorse di quante le tornino indietro; è cioè un cosiddetto contribuente netto. Per via del Mezzogiorno è però anche il secondo paese beneficiario della politica di coesione, dopo la Polonia. Fino ad oggi ha impegnato il 36 per cento dei fondi della programmazione 2014-2020, che potranno essere spesi entro il 2023.
Dei 44 miliardi di euro di fondi Ue destinati all'Italia per il periodo 2014-2020, alla Toscana va tra Fesr e Fse circa un miliardo e mezzo. Va aggiunta la parte di cofinanziamento che sui singoli progetti mette lo Stato e la Regione. Altri 870 milioni di euro fanno capo al Feasr, il fondo per lo sviluppo rurale.
Commissaria Cretu loda la capacità della Regione di spendere i fondi europei
La Toscana sa spendere bene i fondi europei, "meglio della media italiana". Parole della commissaria europea Corina Cretu, la responsabile delle politiche regionali in Europa che da sole valgono un terzo del bilancio di tutta l'Unione. Il riconoscimento arriva nel corso della conferenza stampa all'hotel San Marco di Lucca, dove si tirano le somme di un pomeriggio in cui, assieme al presidente della Toscana Enrico Rossi, la commissaria ha avuto un assaggio di come in città e in provincia vengono utilizzati i fondi europei, quelli che secondo l'Eurobarometro 60 cittadini su cento non conoscono.
Era la quinta tappa del viaggio di Rossi "Europa in Toscana", la prima con un commissario europeo.
"Spesso l'Unione Europea è percepita come distante – dice ancora Cretu -. Questi progetti dimostrano invece il contrario, la varietà e la rilevanza delle politiche di coesione". Poi rassicura: "L'Europa continuerà a sostenere l'occupazione e lo sviluppo economico della Toscana, anche in futuro".
"C'è un'Europa – spiega il presidente Rossi - che è vicina ai cittadini e vicina al lavoro, che consente di trasformare le città e renderle più vivibili, oltre a recuperare spazi". "Ma non è solo per i soldi e le risorse messe a disposizione – sottolinea – che conviene stare in Europa, ma anche per gli indirizzi e le idee, per i programmi e il modo di ragionare". E a chi si lamenta della burocrazia europea risponde: "Sono soldi pubblici e i controlli sono necessari e rispondono anche ad un'esigenza di trasparenza. Ma la burocrazia europea alla fine è più disponibile di quanto si pensa".
La visita a Lucca era iniziata nel pomeriggio con i cantieri aperti nel centro storico, in particolare all'ex manifattura Tabacchi appena dentro le mura che diventerà uno spazio di studio, con l'università del turismo, e culturale, ma anche un luogo di svago, dove leggere un libro e prendere un caffè, oltre ad ospitare servizi e sportelli comunali. Da lì la visita alla fabbrica intelligente Futura a Guamo di Capannori: 123 dipendenti altamente specializzati, 140 con le filiali ma capace di muovere un indotto dieci volte tanto, un esempio delle industrie del distretto dei macchinari della carta utilizzata per fini igienici e sanitari, un mercato in pieno sviluppo e che non ha risentito della crisi. "Quello lucchese è il più grande distretto d'Europa di questo tipo" dice Rossi. "Ma la Futura è anche un esempio & ndash; aggiunge il presidente – di quelle aziende dinamiche su cui abbiamo deciso qualche anno fa di investire i fondi eurooei anziché scegliere contributi a pioggia: una scelta che ha pagato ed ha portato ulteriore sviluppo".
Il pomeriggio si è concluso poi all'hotel San Marco, uno delle trentacinque imprese ed aziende turistiche che dall'Europa hanno ricevuto contributi per abbattere i consumi energetici.
Rossi ringrazia per la presenza la commissaria Cretu. Ci unisce – si sofferma - l'idea di un Europa che deve diventare ancora più solidale e vicina ai territori". Ricorda come siano poche le iniziative di qualità fatte in Toscana che non abbiano avuto supporto dall' Unione europea.
Poi la parola passa al sindaco di Lucca Alessandro Tambellini. "Se c'è collaborazione - dice - i risultati non mancano: i progetti visitati oggi lo dimostrano, così come sono la riprova che senza fondi europei sarebbe difficile intervenire sulla rigenerazione delle nostre città". Si augura anche lui un ulteriore sviluppo delle politiche europee e delle politiche sociali dell'Europa, senza cui è difficile far fronte a certe situazioni di dumping. L'Europa aiuta l'ambiente, l'economia e la cultura. "Serve più Europa – conclude - e qualsiasi tentazione riduttiva sarebbe dannosa".
Fonte: Giunta Regionale
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