Zingaretti a Siena, Valentini (Pd): "Occasione per superare divisioni interne"

La lunga e talvolta estenuante marcia verso l'elezione del nuovo segretario nazionale del PD ha completato la prima fase, quella riservata agli iscritti, individuando i tre candidati alle primarie aperte a tutti gli elettori che si svolgeranno il 3 marzo: Nicola Zingaretti (col 47%), Maurizio Martina (36%) e Roberto Giachetti (11%). In provincia, ma anche in città, Zingaretti ha conseguito un risultato significativo (64%), fra i più alti d'Italia, ed in questo mese occorrerà lavorare intensamente per allargare la partecipazione a tanti altri cittadini per la consultazione del 3 marzo. Finora, a livello nazionale ha votato la metà degli iscritti, ovvero quasi 190mila persone, meno che nel passato ma molti di più di quanti hanno scelto Salvini (circa diecimila) o Di Maio (37mila, ma votando da casa, con un anonimo clic) come leader, rispettivamente, di Lega e Movimento 5 Stelle. Nella convenzione nazionale alla quale ho partecipato domenica a Roma gli oltre mille delegati hanno dato un'immagine del PD viva ed appassionata ed ognuno dei tre candidati ha garantito che dopo il congresso l'unità del partito dovrà essere garantita a tutti i costi, cosa che finora non ha funzionato, Siena compresa. Una risposta forte a chi dice che il PD è morto o vada chiuso. Eppure il consenso per i due partiti di Governo rimane alto nei sondaggi, nonostante il giudizio insufficiente sulla loro politica economica e la guerra sanguinosa che stanno cominciando a farsi. Perché manca un'alternativa affidabile e tutti comprendono che è una esigenza vitale per la democrazia il rafforzamento del Partito Democratico, che, però, può ripartire solo dalla consapevolezza degli errori commessi e -come ha detto Zingaretti- della "rottura del nostro rapporto con milioni di italiani perché non abbiamo compreso il dramma profondo che stavano vivendo milioni di persone". Ed in particolare occorre guardare all'elettorato dei 5 Stelle, molti dei quali avevano votato per noi, senza per questo ignorare la vuotezza e le contraddizioni dei loro vertici. Ad esempio, è giusta la lotta alla povertà ma senza politiche attive per il lavoro, il reddito di cittadinanza finirà per essere un reddito di sudditanza. Per Zingaretti l'identità del PD deve ripartire dallo sforzo di accorciare le differenze tra chi ha troppo e chi non ha nulla, ma senza limitarsi ad aiutare chi è rimasto indietro bensì a rompere il sistema per cui una grossa fetta della società rimane indietro. Salvini e Di Maio hanno vinto in nome della speranza, ma stanno togliendo fiducia all'Italia, agendo prevalentemente sulla leva dell'odio e della rabbia. Smettiamo, dunque, di frammentarci e di distinguerci fra renziani o anti-renziani. Guardiamo con attenzione a cosa c'è all'esterno del partito, nelle associazioni, nei sindacati, nei movimenti studenteschi e femminili, ecc. Zingaretti verrà a Siena il prossimo martedì 12 alle ore 21 e sarà un'occasione importante per tutti quelli che sentono il bisogno di una nuova stagione della politica che superi le divisioni, interne e esterne al PD, che servono solo alle carriere personali di capi e capetti. Un primo passaggio sarà quello di scegliere rapidamente il nuovo segretario comunale del PD e vista la maggioranza  dei consensi raccolti da chi ha votato per Zingaretti, quest'area deve assumersi la responsabilità di avanzare una proposta su cui ottenere il massimo consenso possibile. Anche perché questa mancanza aiuta l'attuale Amministrazione Comunale a nascondere magagne e vuoto di progettualità.  

Bruno Valentini - consigliere comunale PD

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