Nell'intervento di Simone Giglioli in occasione della cena per la sua candidatura a Sindaco il punto politicamente saliente è stato l'attacco a “tre destre”: quella verde (la Lega), quella gialla (il M5S) e quella di “fantomatiche liste civiche”.
Non chiamare le cose col loro nome è evidentemente un vizio, dato che anche nel volantino che invitava “A cena con Simone” mancava il simbolo del PD, e
non è un caso: Giglioli ci tiene così poco a esibire il simbolo del partito di cui ci risulta sia ancora Segretario, che non l'ha neanche inserito nel
manifesto con la sua immagine.
E questa è una mancanza di riguardo non da poco per un partito che, pur ridotto soprattutto ad apparato di potere (e basta, per capirlo, guardare come sia la Giunta uscente l'unico soggetto effettivamente in campo a sostegno della candidatura di Giglioli), a San Miniato è ancora una comunità molto rilevante, a cui si è purtroppo impedito di interrogarsi seriamente su come mai moltissimi cittadini che si considerano di sinistra non se ne sentono più rappresentati.
A parte che non si capisce come mai non si parli della destra azzurra di Forza Italia (o meglio lo si capisce troppo bene dati i rapporti che ci sono stati in Consiglio Comunale) e della destra fascista; a parte che il M5S può piacere o non piacere ma considerarlo tout court di destra è senza dubbio una semplificazione; di liste civiche a San Miniato ce ne sarà, a quanto sappiamo per il momento, solo una, e non è per nulla fantomatica: si chiama CambiaMenti, e si presenta nella premessa alla sua bozza programmatica come alternativa sia al sistema di potere che il PD ha costruito a San Miniato nell'ultimo decennio, e rispetto al quale Giglioli si colloca in una posizione di continuità quasi dinastica, sia alla destra.
E tra l'altro Giglioli, che oggi interviene in maniera così ecumenica sull'unità delle forze di sinistra, senza però dire una parola sulle questioni aperte, su cosa non è andato bene e su cosa ci sarebbe da cambiare profondamente rispetto all'esperienza degli ultimi dieci anni, nel mese di settembre quando non era ancora stato definito l'accordo sulla sua candidatura, si presentava in modo molto meno ecumenico di oggi e dichiarava che, da parte del PD non ci sarebbe stata nessuna apertura di dialogo con CambiaMenti. E tra l'altro diceva che prima che di candidature si sarebbe parlato di programmi, ma il programma elettorale di Giglioli ce lo dobbiamo essere perso.
Se vogliamo discutere in termini di cosa è di destra o di sinistra, secondo noi c'è prima di tutto da rispondere a una serie di domande:
- impegnarsi contro nuovi consumi di territorio, contro ogni nuovo impianto inquinante, è di destra o di sinistra?
- è di destra o di sinistra chiedere un rilancio della presenza pubblica e della centralità del comune nella gestione dei servizi pubblici?
- è di destra o di sinistra chiedere che si faccia un piano pluriennale di opere pubbliche e di manutenzioni che risponda a un progetto di interesse generale e non a opportunità di taglio del nastro o di selfie? Magari per evitare che succeda come alla scuola elementare di Cigoli, chiusa per un anno intero per lavori di messa in sicurezza, “reinaugurata” in pompa magna a settembre, e di nuovo chiusa al piano inferiore a gennaio per un'infiltrazione d'acqua.
Negare infine che esista a San Miniato un problema di trasparenza, non c'è bisogno di chiedere se è di destra o di sinistra. Tutti capiscono che è semplicemente da struzzi.
Fonte: Comitato CambiaMenti di San Miniato
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