Morte Duccio Dini. La decisione del tribunale del riesame di comminare gli arresti domiciliari ai responsabili della morte del giovane fiorentino ha suscitato molte reazioni e polemiche. Una manifestazione organizzata su Facebook che in queste ore sta raccogliendo molti consensi è quella che chiede giustizia per la morte del 29enne fiorentino travolto il 10 giugno scorso durante un inseguimento in auto per un regolamento di conti tra rom, e morto il giorno seguente. La manifestazione è dichiarata dagli organizzatori 'cittadina e non politica'.
Ecco di seguito il testo che accompagna l'invito a partecipare alla manifestazione che si terrà in via de' Gondi, lato Palazzo Vecchio, il 9 febbraio alle 1o.
In uno stato cosiddetto 'di diritto', la pena dovrebbe avere non solo lo scopo di tendere alla rieducazione del condannato, ma anche dissuadere tutti gli altri membri della collettività dal commettere reati, assicurare la pace sociale e garantire quella certezza fondante e fondativa della società: la legge.
Tutti conosceranno la storia di Duccio Dini, ragazzo di soli 29 anni che il 10 giugno del 2018, mentre si stava recando a lavoro, è rimasto travolto da una macchina guidata da un commando di etnia rom “impegnato” nell’inseguimento di un suo connazionale nel tentativo di ucciderlo. Duccio è morto il giorno seguente in ospedale, a seguito delle condizioni disperate in cui era stato ridotto. Sei persone sono finite in manette con l’accusa di omicidio volontario e tentato omicidio. È proprio però quando bisognerebbe far pagare il giusto prezzo a chi si è macchiato di una tale atrocità che ancora una volta qualcuno ci mette del suo per umiliare, provocare e torturare, psicologicamente parlando, chi la vita se l’è vista stroncata in un istante. Il tribunale del Riesame, che nei mesi scorsi aveva già scarcerato due componenti della banda consentendogli i domiciliari, qualche giorno fa ha concesso tale misura anche ad altri tre imputati. Solo uno dei sei arrestati è ancora in carcere, in attesa di chissà quale altra “beatificazione”. Come se non bastasse, gli assassini di Duccio Dini sconteranno la loro pena - se così si può dire - nella case popolari del Comune di Firenze.
Una vicenda che ci lascia profondamente amareggiati, delusi e sempre più distanti da chi dovrebbe assicurare la giustizia. È per questo che abbiamo deciso di scendere in piazza, per protestare ed esprimere la nostra più totale contrarietà e ripugnanza nei confronti di un atto che non fa altro che sbeffeggiare i poveri familiari, ma anche tutti noi, dal primo all’ultimo.
Inizialmente la Manifestazione doveva essere di fronte al Palazzo di Giustizia- fanno sapere gli organizzatori- e, per facilitare la partecipazione, abbiamo deciso il sabato 09/02. Ma in tale Sede il sabato mattina non vengono svolte attività, quindi abbiamo deciso di spostare la Manifestazione sotto Palazzo Vecchio, lato via de’ Gondi, per protestare anche contro il Comune che ha assegnato delle case popolari agli assassini di Duccio ove scontare gli arresti domiciliari.
In tale luogo ci sarà anche più interesse da parte della cittadinanza di passaggio e non a conoscenza dei fatti.
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