Nel 1936, la Hall of Fame di baseball consacrò i suoi primi "eroi"

E gli americani spiegarono al mondo come custodire e tramandare la memoria nello sport


Il 29 gennaio 1936, la Hall of Fame di baseball, a Cooperstown, tramandò ai posteri i suoi primi "eroi", il primo sparuto drappello di idoli che avrebbero avuto il compito di diffondere e mantenere vivo nel paese il valore del "national pastime", come gli americani hanno da secoli definito il loro sport preferito.
Pochi popoli come gli americani - e non caso, viene da aggiungere - hanno capito l'importanza di creare e celebrare la memoria, massimamente in quei territori ibridi, come il cinema, la musica e lo sport, in cui si mescolano le radici culturali e sociali di un paese. La stessa storia della creazione della Hall of Fame di Cooperstown è illustrativa della precoce comprensione del potenziale identitario, ma anche economico, dello sport.

La sede della Hall of Fame di Cooperstown

La sede della Hall of Fame di Cooperstown

I piani per l'edificazione di un museo dedicato al baseball furono in principio redatti nel 1935, con lo scopo di commemorare la vicenda già allora centenaria del gioco. La Fondazione Clark di Cooperstown pensò che impiantare un polo celebrativo avrebbe aiutato la città a contrastare gli effetti drammatici della "Grande depressione", attraendo turisti e fungendo da volano economico. Per sostenere l'idea, gli intraprendenti pionieri avanzarono e cercarono di corroborare la teoria che il baseball fosse stato inventato dall'eroe della Guerra civile Abner Doubleday proprio a Cooperstown. La storia si rivelò un bluff, ma i vertici della Major League, desiderosi di sfruttare ogni possibilità di crescita promozionale, fornirono il loro appoggio e il progetto prese il via.

Dieci Hall of Famer posano di fronte al museo il 12 giugno 1939: Babe Ruth è il secondo seduto da sinistra

Dieci Hall of Famer posano di fronte al museo il 12 giugno 1939: Babe Ruth è il secondo seduto da sinistra

Fra le prime stelle a venire eternate nell'arca della gloria di Cooperstown figurava anche il già leggendario George Herman "BabeRuth Jr., all'epoca titolare del record di fuoricampo in carriera e in procinto di essere sostituito da Joe DiMaggio nel cuore dei tifosi dei New York Yankees.

Oggi, circa 350.000 visitatori si recano annualmente alla Hall of Fame di Cooperstown, che ospita ormai oltre 300 immortali, fra giocatori, allenatori, arbitri, dirigenti, proprietari e ambasciatori vari.

Paolo Bruschi