Fin dalle ore successive la morte di Arafet Arfaoui, il 32enne deceduto lo scorso 17 gennaio durante un fermo di polizia a Empoli, ACAD (Associazione Contro gli Abusi in Divisa) si era mobilitata per accertare che non vi fossero stati commessi abusi da parte delle forze dell'ordine. Un avvocato dell'Associazione, Giovanni Conticelli, è stato nominato su mandato della famiglia di Arafet per seguire il caso.
La fase investigativa prosegue, mentre gli elementi raccolti fino ad oggi sono incompleti. Al momento resta aperta un'inchiesta per omicidio colposo contro ignoti, ma l'indagine va avanti e in attesa che la Procura chiuda la pratica è prematuro ipotizzare un qualsiasi scenario.
Ieri una prima relazione preliminare sull'autopsia è stata consegnata al pm Von Barries: da quanto si apprende la TAC avrebbe escluso la presenza di fratture e emorragie rilevanti, ma vi sarebbe la presenza di echimosi sul volto e sui bracci. Un primo screening avrebbe inoltre accertato l'assunzione di cocaina. Bisognerà però attendere 60 giorni per gli esami istologici e quelli tossicologici, che stabiliranno a livello quantitativo e qualitativo la presenza di sostanze stupefacenti.
ACAD mantiene la massima prudenza sulla vicenda, anche perché la Procura non ha ancora messo a disposizione le carte necessarie per ricostruire quanto avvenuto e gli elementi nelle loro mani non permettono di escludere ogni ipotesi.
gonews.it ha intervistato l'avvocato Giovanni Conticelli per fare il punto della situazione fino a questo momento:
Quali sono i vostri dubbi su quanto è accaduto quella sera?
Abbiamo la necessità di ricostruire una vicenda nella quale non si è ancora stabilito cosa sia successo dentro il money trasfer e non è ancora chiaro perché Arafet sia morto. È nostra intenzione approfondire quanto è accaduto quella notte. Non abbiamo ancora potuto visionare le telecamere e al momento non abbiamo elementi perché la Procura, impegnata nella fase investigativa, non ci ha fornito la documentazione richiesta. Si tratta di un normale iter investigativo, quindi siamo in attesa.
Da quanto avete rilevato le procedure utilizzate sono state corrette?
Tutto è da valutare. Dalle dichiarazioni raccolte dai testimoni, tra cui gli stessi sanitari, abbiamo una sola certezza: all'arrivo del 118 Arafet era già in arresto cardiaco. I medici hanno solo tentato un massaggio cardiaco per lungo tempo, ma purtroppo Arafet non ce l'ha fatta.
Legare i piedi è una procedura corretta?
Attenderemo anche su questo aspetto delucidazioni dalla Procura. Per quanto ci riguarda è una procedura irrituale, non l'abbiamo mai vista nella mia esperienza da avvocato e abbiamo dei dubbi al riguardo.
Perché Arafet era nel bagno?
Questo è un elemento rilevante su cui dovremo approfondire le nostre indagini. Il bagno potrebbe essere l'unico luogo senza telecamere, il che significherebbe che non possiamo sapere con certezza cosa è accaduto.
Sulle banconote, quante erano? È certo fossero false?
Ci risulta che la Procura abbia sequestrato una sola banconota, non molte. Sembra che si tratto di una banconota falsa, o comunque questa è stata la denuncia della titolare del money transfer, ma anche su questo aspetto la Procura sta facendo i suoi accertamenti e al momento è prematuro dare un giudizio.
Perché Arafet si sarebbe comportato cosi per 20 euro?
Tutto quel che è stato detto è totalmente privo di elementi certi, vogliamo capire quale è stata la dinamica dei fatti, perché è nata l'esigenza di un primo intervento della polizia, cosa hanno fatto gli agenti, cosa è successo quando è uscito dal negozio prima di rientravi e quale è stata l'azione della polizia nel secondo intervento. Il duplice intervento della polizia deve ancora essere ricostruito. Stiamo svolgendo i nostri accertamenti e così sta facendo la Procura che ci informerà quando la fase investigativa lo permetterà.
Una duplice fase?
Abbiamo la certezza di una doppia frase dell'intervento della polizia: il primo è avvenuto dentro il money transfer. La polizia è intervenuta ed è stata all'interno per lungo tempo, probabilmente per capire cosa stava accadendo e identificare l'uomo, ma non conosciamo i dettagli. Poi Arafet è uscito ed è andato a comprare una bevanda nella macelleria di fronte, seguito dai poliziotti. Poi Arafet è rientrato volontariamente nel money transfer è li è avvenuta la seconda fase dell'intervento con l'uomo che è andato, o è stato portato, nel bagno del negozio. Cosa sia successo in queste due fasi, perché Arafet è rientrato e come sia finito nel bagno legato, deve ancora essere chiarito.
Chi era Arafet? Quali precedenti penali?
Non abbiamo particolari elementi, era un ragazzo come tanti altri con i suoi problemi e le sue vicende personali. Siamo stati informati di piccoli precedenti penali, anche se non sappiamo con certezza di quali reati si tratta. Da fonti interne pare che sia stato denunciato per stato di ebbrezza, ma tengo a precisare che i piccoli reati da lui commessi non hanno nessun legame con quanto accaduto quella notte.
La salma è stata vista dalla famiglia?
Smentisco la notizia che la famiglia non abbia potuto vedere la salma. È stato concesso di vederla per breve tempo e da una certa distanza, ma la famiglia ha potuto vedere il corpo.
Come commenta le notizie sull'autopsia?
Non abbiamo letto nel dettaglio la relazione preliminare. Quello che sappiamo è che il consulente esclude che la morte sia correlabile ad un elemento traumatico diretto. Restano però aperte tutte le ipotesi. Al momento non vi sono certezze alcune sulle cause della morte. Per quel che ci riguarda tutto è possibile, ivi compresa la possibilità che ci siano state concause esterne che abbiano portato alla morte. Sarebbe totalmente prematuro escludere altre ipotesi. Siamo in attesa soprattutto degli esami istologici.
Nessun segno di violenza sul corpo di Arafet?
Siamo a conoscenza che ci fossero sul corpo segni di ecchimosi, sul volto e sugli arti. Non abbiamo altri dettagli, ma siamo certi che segni di colluttazione ci siano stati.
Arafet aveva assunto droghe?
Abbiamo preso atto dai giornali che sarebbe stato svolto un primo screening che avrebbe accertato la presenza di cocaina. Posso solo dire che sappiamo che l'analisi tossicologica è stata fissata per febbraio ed avrà compiti qualitativi e quantitativi, cioè ci dirà se e quanta sostanza aveva assunto in modo da determinare se quello abbia potuto influire o meno. Ogni tipo di valutazione in merito alle cause di morte sono al momento totalmente premature.
Cosa cambia con questi risultati preliminari?
Per quanto ci riguarda niente è cambiato rispetto a lunedì (giorno dell'autopsia, ndr) e con gli elementi in mano non si può stabilire con certezza la causa della morte: ci sono evidenze medico legali da approfondire. Sono estremamente necessari gli esami di natura istologica e capire se vi sia una concausa alla morte. Nessuna ipotesi può essere esclusa.
Arafet era malato?
Da quanto ci risulta non aveva problemi di salute grave, questo quanto comunicatoci dalla famiglia.
Giovanni Mennillo
Notizie correlate
Tutte le notizie di Empoli
<< Indietro