Il consigliere comunale di Empoli, in quota 'Ora si cambia', Alessandro Borgherini, interviene sulla vicenda che vede al centro della discussione Daniel Pennac ospite a Empoli al Leggenda Festival, inviso al centro destra cittadino che lancia una raccolta firme perché lo scrittore francese fu tra i firmatari, nel 2004, dell'Appello per la Liberazione dello scrittore cesare Battisti (lanciato dalla rivista online Carmilla) e autore di una lettera inviata al terrorista dei PAC.
"Su Pennac ad Empoli, come al solito, manca obiettività in questo teatrino che sta diventando la politica pure a livello locale. Proviamo a dire due cose utili.
Dalle prime avvisaglie della prossima campagna elettorale mi sembra da tutte le parti ci sia un evidente quanto triste prolasso del cervello. Tutto è recuperabile.
Quindi prima di tutto occhio alla penna: ovvero il benessere degli Empolesi se si parla di campagna elettorale.
Se si parla di Pennac, non condivido i toni, le raccolte di firme o cose del genere, ma un uomo di cultura, di grande letteratura, è normale che risponda di tutto quello che dice e che fa. In ogni dove ed in ogni momento, soprattutto se ha l’onore e l’onere di confrontarsi con una città come la nostra.
Ho letto per intero le dichiarazioni di Pennac del 2004 (una parte delle quali su questioni di principio istituzionali che hanno assoluta rilevanza) e sinceramente le trovò un po’ troppo franco-centriche per sua stessa ammissione).
La cultura serve anche per capire quando si può o si deve chiedere semplicemente scusa. E penso proprio che questo sia uno di questi casi.
'Ragazzi, Avevo capito male, avevo soppesato male il fatto che per difendere questioni di politica interna francese, ero passato sopra a stragi di vite. Ad assassinamenti. A tutto ciò che è l’incontrario di quello che ho cercato di seminare con la cultura e con i miei scritti. Mi dispiace di essere stato frainteso, io non ho difeso e non difenderò un terrorista assassino come questo qui'.
Questo farebbe di Pennac, oltre che un grande scrittore, una persona che saggiamente dà un esempio sano a tutta la città: si può e si deve cambiare idea, si può e si deve chiedere scusa quando si sbaglia. Questo sì che è cultura!
Difendere Direttamente o involontariamente un assassino è una cosa che rimane sulla pelle di chi ha sofferto. E questo un uomo di cultura, un uomo (giustappunto) lo capisce da sé.
Per il resto una manifestazione culturale serve anche a questo. Perché la cultura non serve a nulla se non a vivere meglio con se stessi e con gli altri.
E penso che se qualcuno glielo chiedesse, a Pennac, quando viene ad Empoli, non avrebbe grossi problemi ad ammetterlo. Io mi offro volontario."
Fonte: Comune di Empoli - Ufficio Stampa
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