Imballaggi: approvata mozione M5S per incentivare la pratica del ‘vuoto a rendere’
Via libera all’utilizzo della pratica del ‘vuoto a rendere’. Il Consiglio regionale ha approvato la mozione presentata dal Movimento 5 stelle e impegna così la Giunta a incentivare il sistema di contrasto alla produzione dei rifiuti di imballaggio anche attraverso accordi e convenzioni con associazioni economiche e sociali, Anci e CoReVe (Consorzio recupero vetro).
Nel testo si chiede di individuare, sulla base delle disponibilità economiche e finanziarie di carattere regionale, forme di incentivo per tutte le realtà economiche che aderiranno alla sperimentazione definita nel regolamento.
La sperimentazione, su base volontaria, prevede un sistema di restituzione di specifiche tipologie di imballaggi destinati all’uso alimentare, favorendo il riutilizzo degli imballaggi usati. Il provvedimento interessa imballaggi contenenti birra o acqua minerale serviti al pubblico da alberghi o residenze di villeggiatura, ristoranti, bar e altri punti di consumo.
Servizi prima infanzia: mozione contro precarizzazione dei lavoratori nei Comuni
La Giunta deve intervenire per modificare la situazione di precarietà lavorativa persistente degli ‘esecutori dei servizi di prima infanzia’, che operano in tantissimi servizi educativi comunali in tutta la Regione. In particolare l’esecutivo toscano deve adoperarsi perché siano modificati i criteri di formazione della graduatoria dei Centri dell’impiego; perché “venga calcolato il punteggio del reddito sulla base dell’Isee e non su base individuale e non venga assimilato il lavoro a tempo determinato inferiore a 15 giorni allo stato di occupazione permanente”. E’ quanto prevede la mozione approvata dall’Aula, illustrata da Irene Galletti (M5S) e firmata anche da Andrea Quartini (M5S).
La mozione riassume la particolare condizione di questi lavoratori, che per poter accedere al ruolo di ‘esecutore’ devono o partecipare a un concorso pubblico comunale che consente l’inserimento nelle graduatorie per le supplenze – per brevi sostituzioni, sotto 15 giorni – oppure a una selezione pubblica per titoli e punteggio indetta dal Comune tramite il Centro per l’Impiego che consente l’inserimento in una graduatoria da cui verranno fatte le assunzioni con contratto a ‘tempo indeterminato e determinato sostituzioni lunghe’. In base alla normativa vigente (nazionale e anche con riferimento al regolamento regionale) per l’inserimento in graduatoria per l’assunzione a tempo indeterminato e determinato “periodi lunghi”, costituisce punteggio preferenziale e determinante l’anzianità di disoccupazione, il carico di famiglia, il reddito individuale (non calcolato in base all’Isee).
“Questi requisiti - ha spiegato Galletti - risultano fortemente penalizzanti per i lavoratori che sono inseriti nelle graduatorie comunali per le supplenze temporanee”. Si tratta di lavoratori che nella maggior parte dei casi hanno un’anzianità di servizio di molti anni che però, in base alla normativa nazionale, non viene riconosciuta “in quanto chi lavora per un solo giorno nel periodo di pubblicazione del bando risulta occupato e non può usufruire del punteggio relativo alla disoccupazione”. Molti lavoratori precari, ha spiegato ancora la consigliera, con anni di lavoro alle spalle a favore dei Comuni, pur potendo partecipare all’assunzione a tempo indeterminato e determinato “lunghi periodi” si trovano quasi sempre in fondo alla graduatoria.
“C’è una situazione di forte penalizzazione” ha affermato Galletti all’Aula, ricordando anche la mozione approvata dal Comune di Firenze lo scorso novembre, che impegna per trovare una soluzione definitiva che tuteli questi lavoratori e che sollecita “in primo luogo la Regione Toscana”. “E’ possibile fare degli aggiustamenti da parte della Regione, tramite regolamento”, ha spiegato la consigliera.
Protesi al seno Allergan, Saccardi: “Regione Toscana si è mossa tempestivamente”
L’assessore regionale Stefania Saccardi risponde all’interrogazione del capogruppo Fratelli d’Italia Paolo Marcheschi. “Abbiamo costituito un gruppo di lavoro tecnico per assicurare la massima sicurezza”. Attivato anche il numero verde 800556060. Negli ultimi 5 anni sono state circa 6mila le protesi impiantate
AULA – Un gruppo tecnico “costituito da specialisti con il compito di identificare le azioni da intraprendere per assicurare la massima sicurezza” delle pazienti con pregresso impianto di protesi mammaria a fini ricostruttivi ed estetici; un centro di ascolto regionale che risponde al numero verde 800556060 e che dal 27 dicembre scorso “ha risposto a circa 190 pazienti; la diffusione a mezzo internet attraverso il sito istituzionale di una “corretta informazione”; l’invio di una nota informativa ai medici di medicina generale con “chiare indicazioni su presentazione clinica e percorso di diagnosi e cura”; la definizione di un percorso clinico assistenziale condiviso per la presa in carico dei pazienti sintomatici per possibile sieroma tardivo periprotesico.
Sono queste le azioni “tempestive” messe in campo dalla Regione Toscana dopo la decisione, a fine dicembre 2017, della multinazionale Allergan spa di ritirare alcuni tipi di protesi mammarie dal commercio, che l’assessore alla sanità Stefania Saccardi, ha elencato in Consiglio rispondendo all’interrogazione del capogruppo di Fratelli d’Italia Paolo Marcheschi.
In tutta la regione, si stima che “il numero delle protesi Allergan erogate negli ultimi cinque anni siano circa 6mila”. “Il dato è riferito al numero di dispositivi, pertanto non corrisponde in maniera puntuale al numero delle pazienti” ha chiarito Saccardi citando casi come un singolo impianto o reimpianto sulla stessa persona.
L’assessore ha inoltre rilevato che i “dati epidemiologici e scientifici resi disponibili dalla letteratura di settore, non danno indicazione per il richiamo delle singole pazienti. Viene prevista la singola sorveglianza solo nei casi sintomatici, ovvero con insorgenza di un sieroma freddo tardivo periprotesico”. Per la pazienti asintomatiche, ha continuato, “non ci sono indicazioni su possibili approfondimenti diagnostici utili a definire la classe di rischio o anticipare l’insorgenza della malattia”.
Indeciso sull’essere soddisfatto o meno, si è dichiarato Marcheschi che ha rilevato come 6mila protesi in cinque anni “siano davvero tante” e sembra che le pazienti “non siano state tranquillizzate più di tanto”.
Trasporti: mozione per valorizzare la stazione di Torre del Lago Puccini
Una serie di azioni finalizzate alla valorizzazione e al decoro della stazione ferroviaria di Torre del Lago Puccini (Viareggio, Lucca). Lo chiede una mozione, presentata dal consigliere di Forza Italia Maurizio Marchetti e approvata dall’Aula di palazzo del Pegaso nella seduta di oggi, martedì 15 gennaio.
L’atto impegna la Giunta ad attivarsi presso Rete ferroviaria italiana “affinché programmi in tempi celeri interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria”, presso le istituzioni competenti “per una valorizzazione del portato storico-economico della stazione” e affinché “lo scalo venga dotato di un punto di presidio fisso di forze dell’ordine”.
Agricoltura: mozione per tutelare gli allevamenti di pollame all’aperto
Il Consiglio regionale ha approvato una mozione presentata da Irene Galletti (M5S) sulla tutela degli allevamenti avicoli, tipici della tradizione contadina toscana. Oltre a fornire carni sane e pregiate l’allevamento all’aperto, rileva la mozione, ha dei benefici sul territorio stesso: gli allevatori rivestono un ruolo fondamentale per la cura e la tutela dei boschi e delle colline, e quindi anche per la prevenzione dei rischi idrogeologici e degli incendi.
L’atto approvato dall’Aula impegna la Giunta a valorizzare quegli allevamenti che contribuiscono al recupero dei metodi tradizionali contadini di allevamento del territorio toscano e alla commercializzazione di alimenti di qualità. La mozione ricorda anche che le produzioni animali così ottenute realizzano l’intera filiera produttiva, contribuendo all’equilibrio dei sistemi di produzione agricola e anche allo sviluppo di un’agricoltura sostenibile.
Le aziende avicole all’aperto, ricorda ancora l’atto firmato da Galletti, sono soggette ai rischi derivanti dai danni economici provocati da cinghiali e caprioli che danneggiano le recinzioni nonostante i mezzi di prevenzione utilizzati (come cani, o dissuasori acustici e visivi). La mozione impegna la Giunta a colmare il vuoto normativo a livello regionale, per consentire che anche le aziende avicole estensive o all’aperto abbiano diritto ad accedere ai contributi regionali previsti per le opere di prevenzione e per il risarcimento dei danni da fauna selvatica.
Sicurezza scolastica al Felice Palma di Massa, sì a mozione M5S
Il sovraffollamento delle classi al liceo musicale Felice Palma di Massa al centro della mozione presentata in Aula da Giacomo Giannarelli del Movimento 5 stelle e approvata a maggioranza.
La mancanza di aule e di banchi è stata denunciata dagli studenti e una prima, parziale, soluzione è stata individuata dalla dirigenza scolastica in accordo con la Provincia: trasferire le classi all’istituto Toniolo e “puntellare” i muri non portanti delle aule inagibili, i quali, si legge nella mozione, avendo comunque una funzione strutturale, andrebbero rinforzati con un “riempimento” del valore di 40mila euro. Risorse che la Provincia “non avrebbe a disposizione”. Nel testo si ricorda come la Regione abbia recentemente finanziato “importanti interventi per il miglioramento e l’efficientamento dell’edilizia scolastica in vari Comuni della Toscana” e anche per questo si chiedono impegni alla Giunta per risolvere tempestivamente il problema anche “prevedendo sin da subito il necessario contributo finanziario”.
Nell’atto si impegna la Giunta regionale ad adoperarsi nelle sedi più opportune per trovare una soluzione, prevedendo anche il necessario contributo finanziario per poter permettere agli studenti del liceo Felice Palma di poter frequentare le lezioni in piena sicurezza e ottimale efficienza.
“Le problematiche segnalate – è intervenuto il consigliere della Lega Jacopo Alberti – sono state risolte, da qui il nostro voto di astensione”.
“È un segnale che il Consiglio regionale deve dare – ha detto la consigliera del gruppo misto tpt Monica Pecori, motivando il proprio voto a favore – nei confronti di problematiche di edilizia scolastica e sicurezza nelle scuole”.
Dal consigliere regionale Giacomo Bugliani (Pd), l’invito a Giannarelli al ritiro dell’atto “poiché – ha spiegato Bugliani – questa era all’ordine del giorno della quarta commissione insieme a una mozione – che mi vede primo firmatario – che ha esattamente lo stesso oggetto, ma ha diversamente articolato le conclusioni, tenendo conto dell’impegno che la Regione da sempre profonde per l’edilizia scolastica con fondi appositamente destinati”.
Anche il consigliere regionale Francesco Gazzetti (Pd) chiede a Giannarelli la disponibilità ad emendare il testo e a sottoscrivere l’atto del presidente Bugliani.
“Non accetto strumentalizzazioni elettorali – ha concluso Giannarelli – né emendamenti. Abbiamo fatto decine e decine di sopralluoghi negli istituti scolastici della nostra Regione e abbiamo destinato 160 mila euro di soldi nostri all’edilizia scolastica toscana”. Dopo la decisione del consigliere, il Pd si è astenuto, ad eccezione del consigliere Bugliani, che ha votato a favore e del consigliere Nicola Ciolini, che ha votato contro.
Sociale, dalla Regione oltre 270 milioni per la disabilità. Scaramelli (Pd) soddisfatto
“Il sociale priorità nelle politiche della Toscana E lo stanziamento da parte della Giunta di oltre 270milioni di euro per la disabilità, la non autosufficienza e la Vita indipendente lo dimostrano. La Regione Toscana continua ad investire nel sociale aumentando importi, programmi e idee per stare al fianco delle famiglie” . Così il presidente della commissione sanità Stefano Scaramelli (Pd) soddisfatto dell’impegno che la regione dimostra verso questi temi. Nello specifico per la disabilità, la non autosufficienza, la Vita indipendente nel 2019 saranno investiti oltre 270milioni di euro che comprendono anche interventi sul progetto sperimentale di adattamento domestico per il sostegno alla domiciliarità e l’adeguamento della quota sanitaria per la non autosufficienza all'interno delle Residenze sanitarie assistenziali. Alle Zone distretto o alle Società della Salute sarà assegnata la cifra complessiva di 63.878.675 euro per la non autosufficienza, di cui: 54.878.675 per l'estensione dei servizi domiciliari alla popolazione in condizioni di disabilità e di non autosufficienza di età superiore ai 65 anni, e il sostegno al sistema integrato a favore delle persone non autosufficienti di età inferiore ai 65 anni; e 9milioni per la continuità dei progetti di Vita indipendente. Sull’adeguamento della quota sanitaria per le Residenze Sanitarie Assistenziali, dal 2017 la Regione dà indicazione alle Aziende sanitarie di utilizzare la somma complessiva di 202 milioni per l'inserimento di persone anziane ultra 65enni non autosufficienti in Residenze sanitarie assistenziali e Centri diurni. Dal primo gennaio 2019, la quota sanitaria viene adeguata, attuando un incremento di 0,60 euro al giorno, e un ulteriore aumento (0,40 euro) al giorno è previsto dal 1° gennaio 2020. Di conseguenza, nel 2019 la somma complessiva per l'inserimento di persone anziane ultra 65enni non autosufficienti in Residenze sanitarie assistenziali e Centri diurni passa a 204.316.600. Le azioni intraprese dal 2017 per garantire su tutto il territorio regionale livelli uniformi di prestazioni offerte dalle Rsa, la libera scelta dei cittadini e, al contempo, fornire una cornice di regole e condizioni certe all'interno delle quali i gestori delle strutture possano svolgere la loro attività e il sistema pubblico programmare e controllare le azioni di governance, ha permesso l'incremento costante delle persone prese in carico in Rsa e Centri diurni. Dalle 13.627 persone assistite in Rsa nel 2016, siamo passati alle 15.388 nel 2018. Per quanto riguarda i Centri diurni, gli assistiti nel 2017 erano 1.886, mentre nel 2018 sono stati 2.144.
Saccardi sull'ospedale di San Donato: "Confermiamo la volontà di ricoprire i ruoli scoperti"
La mancanza di direttori in alcune strutture operative all’ospedale San Donato di Arezzo, presidio ospedaliero di primo livello e oggetto di un “percorso di riqualificazione e miglioramento sostenuto finanziariamente dalla Regione”, al centro dell’interrogazione presentata dalla vicepresidente del Consiglio regionale, Lucia De Robertis (Pd). Un tema “serio, che riguarda ruoli chiave”, ha risposto l’assessore regionale alla sanità Stefania Saccardi che ha precisato come “non ci sia stata alcuna volontà di sopprimere unità”, ma anzi ha chiarito “l’intenzione di ricoprire i ruoli scoperti” per cessazione dal servizio, quiescenza o dimissioni.
L’assessore ha inoltre scandito lo status delle singole selezioni per la nomina dei responsabili delle strutture complesse prive del direttore (9 in tutto tra chirurgia generale, ostetricia e ginecologia, psichiatria, nefrologia e dialisi, neurologia, farmacotossicodipendenze, gastroenterologia ed endoscopia digestiva, oncologia). “I bandi sono già stati pubblicati ad agosto per chirurgia generale, ostetricia e ginecologia. Ne seguiranno altri”. L’ultimo, in ordine di tempo, sarà quello per oncologia, ha detto ancora Saccardi.
Soddisfatta della risposta si è dichiarata la vicepresidente De Robertis che ha comunque annunciato “attenzione e vigilanza sui tempi. Non faremo sconti a nessuno e solleciteremo il direttore generale ed Estar”. De Robertis ha infatti ricordato la preoccupazione della città per l’assenza dei primari. “La certezza dell’organizzazione dei reparti è garanzia di professionalità” ha aggiunto.
Auto elettriche e progetti ‘second life’ per le batterie esaurite, sì al sostegno del progetto NEMO
Il Consiglio regionale ha approvato nella seduta di oggi, martedì 15 gennaio, una mozione a firma del consigliere Giacomo Giannarelli (Movimento 5 stelle) “in merito alla necessità di azioni a sostegno dei progetti ‘second life’ sulle batterie e del Consorzio NEMO”. Il trasporto elettrico si sta sempre più diffondendo, “spesso in modalità car sharing” e garantisce “costi talmente bassi da rendere non più conveniente l’uso dell’auto privata”, si legge nel testo della mozione. Dopo otto anni di sperimentazione “oggi è al servizio della mobilità urbana una flotta di circa 1500 ZD (l’auto elettrica più immatricolata e utilizzata in Italia) dell’azienda ‘Share’n go’ che ha sede in Toscana”. Automobili che, a giudizio di Giannarelli “sono una sorta di ‘bene comune’ e si caratterizzano per avere sistemi a bordo di rilevazione ambientale (aria, rumore, traffico) che si integrano con quelli delle amministrazioni delle città; tecnologie wi-fi che creano infinite possibilità di comunicazione”. Questi sistemi “presentano problemi di ‘second life’ degli accumulatori”, il cui smantellamento attraverso il recupero delle materie prime “costerebbe fra 2mila e 7mila euro a tonnellata”.
In Toscana è nato di recente il consorzio NEMO (“Nuova energia mobile”) “un progetto che prevede la creazione di un centro di eccellenza per la ricerca applicata nell’ambito dell’integrazione tra il settore dell’energia e quello della mobilità elettrica e sostenibile”. Il consorzio ha “l’obiettivo principale di dare una seconda vita alle batterie non più utilizzabili e in esaurimento” delle auto elettriche. Si tratta, sostiene Giannarelli, di “un ottimo esempio di economia circolare, capace di creare tanti posti di lavoro”. Una iniziativa “che necessita il massimo supporto, anche istituzionale”. L’intesa tra diversi soggetti istituzionali “ha l’obiettivo di insediare presso il polo di Guasticce un centro di alto profilo per la ricerca applicata”. Il consorzio NEMO “potrebbe recuperare le batterie non più utilizzabili dei veicoli elettrici e destinarli a usi domestici in situazioni eccezionali di picco di domanda” e vuole “portare delle eccellenze nel campo della ricerca, mettendo l’interporto in condizione di diventare un centro di innovazione e un incubatore di imprese che operano nel campo della ‘second life’ delle batterie”. L’autorità portuale di Livorno e l’interporto “stanno collaborando per raggiungere l’obiettivo”.
Fatte tutte queste considerazioni, la mozione impegna il presidente della Regione e la Giunta regionale “a sostenere con forza, nelle forme e nei modi più opportuni, il progetto NEMO, anche valutando la possibilità di stanziare adeguati finanziamenti per contribuire al raggiungimento degli obiettivi strategici individuati dal Consorzio; “a istituire “uno specifico tavolo istituzionale con Anci al fine di favorire e incentivare la diffusione di sistemi di gestione e utilizzo del ‘second life’ delle batterie”; a valutare, infine, “la possibilità di introdurre incentivi per le imprese che intendono investire in Toscana con progetti’ second life’ finalizzati al riutilizzo delle batterie usate provenienti dalla mobilità elettrica”
Il piano regionale per la cremazione
Al centro dell’attenzione i servizi di cremazione sul territorio toscano e la piena attuazione della legge regionale 29 del 2004 in materia di “affidamento, conservazione e dispersione delle ceneri derivanti dalla cremazione dei defunti”. Questo l’oggetto di una interrogazione della maggioranza, prima firmataria Serena Spinelli (Articolo 1 – Movimento democratico e progressista) insieme a Nicola Ciolini (Pd) , che partendo dall’attuale situazione invita a definire regole chiare per la pianificazione, la realizzazione e il funzionamento degli impianti crematori, superando l’evidente disomogeneità territoriale, determinata da fattori come la presenza e la capacità degli impianti disponibili. Questi gli impianti di cremazione presenti in regione, nei diversi comuni: 1 ad Arezzo, 1 a Bagno a Ripoli, 1 a Carrara, 2 a Firenze, 3 a Livorno, 1 a Massa (in uso solo per i residenti), 1 a Pisa, 1 a Pistoia, 1 a Siena (in uso due soli giorni alla settimana). Visto che il crematorio è diventato un’infrastruttura cimiteriale indispensabile, con costi inferiori rispetto all’inumazione a terra e alla tumulazione in loculo, accanto al vantaggio in termini di riduzione nell’uso di terreno cimiteriale, gli impianti attualmente attivi non sono sufficienti a soddisfare la richiesta di servizio, per l’aumento delle domande e il necessario fermo tecnico periodico degli impianti, per ordinaria e straordinaria manutenzione.
Da qui le richieste all’esecutivo per sapere quali azioni si intendano intraprendere e la relativa tempistica prevista per giungere all’approvazione del primo piano regionale di coordinamento dei crematori, come previsto dalla normativa; e per conoscere quali Comuni hanno aggiornato il proprio regolamento di polizia mortuaria alla legge regionale del 2004 e se la Giunta ritenga di attivare azioni di sollecitazione verso quelle amministrazioni che non abbiano ancora realizzato le Sale del Commiato e individuato “le aree per la dispersione delle ceneri in natura e dei ‘Giardini delle Rimembranze’ all’interno dei perimetri cimiteriali dove costruire il giusto luogo per lo spargimento delle ceneri”.
Nel rispondere all’interrogazione, l’assessore alla sanità Stefania Saccardi ha sottolineato – con normativa alla mano – che la titolarità degli impianti e la gestione dei crematori è in capo ai Comuni; e “vista la mancanza di una norma nazionale unitaria in materia, la Toscana è tenuta a considerare una serie di elementi – ha affermato – a partire dal rispetto delle esigenze ambientali, accanto alla previsione di superamento della dimensione comunale per tutti i servizi cimiteriali, compresa la cremazione”. “Direi che possiamo attivare la procedura per la realizzazione di un piano regionale sugli impianti di cremazione – ha concluso – ribadendo che, in ordine ai regolamenti di polizia mortuaria, il controllo preventivo obbligatorio è dell’azienda sanitaria territorialmente competente”.
“Soddisfatta per l’apertura dell’assessore e per la risposta” si è dichiarata la consigliera Spinelli, parlando anche a nome del collega Ciolini. “Questa è una importante scelta di civiltà – ha affermato – che va incontro ai cittadini toscani: invito di nuovo Saccardi ad avviare questo percorso complicato in commissione, guardando anche alla messa in rete e al coordinamento dei crematori”.
Sanità: accreditamento e convenzioni, le difficoltà tra pubblico e privato
Le convenzioni sottoscritte con istituti privati accreditati della Asl Toscana Centro per prestazioni di specialistica ambulatoriale, diagnostica strumentale e di medicina fisica e riabilitazione sono state oggetto di successive proroghe nel corso del 2018. Nel mese di maggio, la direzione generale – scrive il portavoce dell’opposizione Jacopo Alberti (Lega) in una interrogazione – “comunicò ai propri uffici l’intenzione di procedere a una proroga fino al 31 marzo 2019”, ma successivamente, “a luglio viene promulgata la delibera in cui si annuncia che la detta proroga si ferma al 31 dicembre”.
I contratti di convenzione, osserva Alberti, “da anni vengono prorogati in modo pressoché automatico, senza tenere conto delle prestazioni effettive e della qualità tecnologica della strumentazione utilizzata”. L’Autorità garante della concorrenza, aggiunge il portavoce dell’opposizione, enuncia un principio, secondo il quale “la prassi di assegnare fondi pubblici alle strutture private convenzionate in funzione della spesa storica integra una violazione dei principi a tutela della concorrenza”.
Per tutta questa serie di considerazioni, il portavoce dell’opposizione interroga il presidente della Regione e l’assessore regionale competente per sapere “le ragioni per le quali la direzione generale dell’Asl Toscana Centro ha corretto ‘in corsa’ l’indirizzo per la proroga dei contratti di convenzione degli Istituti privati accreditati, accorciando i tempi dal 31 marzo 2019 al 31 dicembre 2018” e per sapere se la “Regione Toscana, non ritenga opportuno fornire adeguati indirizzi alle Asl regionali affinché le stesse controllino periodicamente le caratteristiche dei soggetti privati accreditati secondo criteri di valutazione oggettivi prima di rinnovare automaticamente la convenzione, al fine di evitare l’accreditamento di soggetti che non presentino adeguate caratteristiche e non diano le giuste garanzie di prestazione, a vantaggio di altri soggetti più efficienti, nell’ottica di un miglioramento del servizio fornito ai cittadini”.
L’assessore regionale alla Sanità Stefania Saccardi ha spiegato che “per il contenimento dei tempi di attesa, si sta procedendo a un’ampia ricognizione dell’offerta sia interna sia degli istituti privati accreditati attraverso l’istituzione della gestione operativa, da attivarsi entro il prossimo mese di novembre”. “Verranno definiti - ha aggiunto l’assessore - i volumi di produzione e il tipo di casistica ambulatoriale da gestire a livello delle macroarticolazioni aziendali e, dove necessario, delle strutture accreditate convenzionate”. Saccardi ha detto poi, che “sarà possibile effettuare un’analisi dell’andamento nel tempo della domanda che tenga conto della variabilità per effettuare una corretta pianificazione strategica”.
“I tempi - ha detto - sono stati spostati perché la Regione ha fatto una delibera nella quale ha dettato linee specifiche su come affrontare le tematiche delle liste d’attesa e così anche le aziende si sono dovute ricalibrare dando una priorità all’offerta interna per poi capire quello che rimaneva fuori e che poteva essere così convenzionato”. “Sarà definita prima possibile la ripartizione delle prestazioni e per quanto riguarda l’accreditamento – ha aggiunto l’assessore – le strutture sono soggette a verifica da parte del gruppo tecnico di valutazione regionale su base campionaria e l’accreditamento deve essere rinnovato ogni 5 anni”. Saccardi ha concluso ribadendo che nella richiesta di prestazioni l’attenzione è volta anche alle “caratteristiche dei macchinari per evitare che si offrano prestazioni di bassa qualità”.
Alberti si è detto soddisfatto della risposta dell’assessore. “Il problema – ha aggiunto il consigliere regionale – è vivo in tutta la Toscana, tanti operatori del settore sanitario si lamentano delle difficoltà per ottenere le convenzioni. Riteniamo sia un sistema da riorganizzare”.
Notizie correlate
Tutte le notizie di Toscana
<< Indietro