Un caso eclatante per un malato di Sla che si trova nella condizione di non avere le sacche di alimenti perché l'Asl locale non riesce a fornirle. Parliamo della situazione in cui si trova la famiglia di Gino Votta, 62enne residente a Ponte a Egola (San Miniato) che da giovedì 10 gennaio si trova nella spiacevole posizione di non avere più le sue sacche (3 al giorno, ciascuna da 500 calorie, per sostituire l'alimentazione a chi non può più ingerire normalmente) per nutrirsi tramite un macchinario chiamato deflussore.
A raccontare la vicenda la moglie di Votta, Marzia: "Sono andata alla farmacia ospedaliera al 'San Giuseppe' di Empoli e mi hanno risposto che non avevano queste sacche e che non sapevano cosa fare. Lo stesso anche il giorno successivo. Nel frattempo mio marito era a digiuno. Sono andata dal nostro dottore per chiedere un cambio di alimentazione o avere una prescrizione diversa. La fortuna ha voluto che un'infermiera avesse delle sacche avanzate dopo la morte del nonno, avvenuta qualche giorno fa".
Purtroppo non è la prima volta che si verifica un'empasse di questo tipo. "Anche ad agosto è successo e dopo 6 viaggi sono riuscita ad avere la fornitura. Pure quella volta per una casualità sono riuscita a trovare il cibo".
Per scrupolo, anche quest'oggi la famiglia Votta ha chiamato il centralino dell'Asl Toscana Centro e la risposta è stata la stessa: "Non abbiamo avuto la consegna di questi farmaci, può fare una segnalazione all'Urp". Quello che fa arrabbiare, a ragion veduta, è il fatto che non viene prospettata una soluzione alternativa per un problema, quello dell'alimentazione, che dev'essere affrontato in prima istanza e non 'evaso' con segnalazioni agli uffici aperti al pubblico.
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