Dal presidente del Consiglio dei Ministri Conte ai due vicepresidenti Salvini e Di Maio, dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Toninelli al Governatore della Toscana Rossi, dal presidente della Provincia di Pisa Angori ai sindaci dei comuni di Vicopisano e Cascina Taglioli e Ceccardi, sono questi i destinatari della lettera urgente che Confcommercio Provincia di Pisa ha inviato in queste ore alle massime istituzioni nazionali e locali per trovare una soluzione alla chiusura del ponte di Lugnano.
Una articolata e dettagliata lettera a firma del direttore Federico Pieragnoli e del presidente del Comitato del Ponte Luigi Cecchi, in cui si rende esplicita la richiesta di un intervento che scongiuri gli effetti più gravi, come il crollo dei fatturati, la chiusura delle aziende, i lavoratori licenziati in un'area a forte vocazione industriale e commerciale.
La preoccupazione è fondata su una stima dei dati definita molto prudenziale dallo stesso direttore di Confcommercio Federico Pieragnoli: “Considerando che il fatturato delle aziende direttamente coinvolte si aggira attorno ai 210 milioni di euro, e che l'indotto, tra i più importanti nella provincia di Pisa, coinvolge più di mille dipendenti, il dato che se ne trae è che la chiusura del ponte di Lugnano comporterà come minino una perdita dei fatturati di 70 milioni di euro e di oltre 300 posti di lavoro. Una catastrofe economica e sociale, che un territorio come quello di Vicopisano non può certo sopportare, tanto più in un periodo di vacche magre come quello attuale, dove i margini per le imprese sono estremamente ridotti. Riteniamo che la chiusura del ponte sia una ipotesi impraticabile ed è necessario che le istituzioni si assumano la responsabilità di una soluzione che consenta di non interrompere neanche per un giorno il transito dei veicoli”.
L'ipotesi alternativa proposta dall'ultima, affollata, assemblea dei commercianti è sintetizzata dalle parole del presidente del Comitato del Ponte di Lugnano Luigi Cecchi: “Fatturati di milioni di euro e centinaia di dipendenti a rischio, l'unica ipotesi plausibile che può seriamente essere presa in considerazione di fronte a questo scenario è quella della costruzione di un ponte alternativo. A meno che non si accetti come un fato inevitabile che molti commercianti chiudano definitivamente la loro serranda e che qualche centinaio di persone perdano il lavoro da un momento all'altro. La necessità, che condividiamo al cento per cento, di garantire la sicurezza del ponte, non può tuttavia andare a gravare esclusivamente sulle spalle delle imprese di questo territorio”.
Ricordiamo che la Provincia di Pisa ha indetto un bando pubblico di gara per l'esecuzione dei lavori di rinforzo sul ponte, con una stima della durata degli stessi di 14 settimane di chiusura totale e 11 settimane di senso unico alternato. Il ponte di Lugnano è una infrastruttura strategica, che unisce i comuni di Cascina e Vicopisano, transitato giornalmente da migliaia di veicoli, e rappresenta la principale arteria di collegamento con la grande strada di comunicazione Firenze – Pisa – Livorno.
Fonte: Confcommercio Pisa - Ufficio stampa
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