I cittadini hanno denunciato miasmi finiti nel fosso Lavello, dai loro esposti è iniziata l'indagine della capitaneria di porto di Marina di Carrara culminata con il sequestro dell'impianto di depurazione "Lavello 1" e l'iscrizione sul registro degli indagati di tre dipendenti di enti pubblici.
Gli uomini della capitaneria hanno evidenziato assieme ai carabinieri della procura di Massa che c'è stato in più occasioni il superamento in prossimità dello scarico dei valori limite di azoto ammoniacale e cloro attivo libero. Sono stati avviati accertamenti dai quali è emerso che gli impianti sottoposti a verifica sono risultati sprovvisti delle autorizzazioni agli scarichi nelle acque superficiali e in atmosfera da oltre sette anni.
Inoltre è emerso un grave malfunzionamento delle due linee del depuratore Lavello 1, quali il mancato funzionamento dei dissabbiatori, dei disolatori, del bacino di sedimentazione a sezione circolare, del degassificatore e la mancanza del sistema di abbattimento delle emissioni odorigene, vale a dire l'odore che inquina l'aria. I fanghi venivano immessi nel fosso Lavello che sfocia in mare a circa un chilometro di distanza a causa del cattivo funzionamento dell'impianto. Il depuratore sequestrato è gestito da Gaia spa che gestisce i servizi idrici in un territorio che comprende gran parte dei Comuni della Provincia di Lucca (Garfagnana, Media Valle del Serchio, Versilia), tre Comuni della Val di Lima in Provincia di Pistoia e i Comuni della Provincia di Massa Carrara (tranne Zeri).
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