Ogni volta che Filippo Torrigiani rende pubbliche le sue elaborazioni sui numeri del gioco d'azzardo si resta a dir poco stupiti leggendole. Se poi parla del nostro Comune, si strabuzzano addirittura gli occhi e si vede quanto, anche qui da noi, il fenomeno sia ormai divenuto una vera e propria piaga sociale. Nei giorni scorsi il consigliere comunale ed ex assessore, in questo caso vestendo i panni di esperto del settore (sulla materia ha già pubblicato due libri ed è uno dei massimi esperti a livello nazionale), ha pubblicato una tabella con le cifre relative al 2017.
Partiamo dal dato globale, ovvero quanto a Empoli ha fruttato la raccolta dei 20 giochi che ora sono sul piatto. In totale 69 milioni, 163mila e 542 euro che hanno portato vincite per 56 milioni, 178mila e 605 euro. Il saldo negativo è quindi pari a 12milioni, 984mila e 937 euro. Proviamo anche ad andare oltre, seppur con un po' di inevitabile approssimazione. Stando ai dati ufficiali Empoli ha 48442 abitanti. Se da questa cifra leviamo i 6351 compresi fra 0 e 14 anni che ovviamente non giocano e dagli 11.718 over 65 togliamo per eccesso 1700 persone anziane, resta una popolazione che potenzialmente può giocare di circa 40mila persone. A questo punto si può fare la media e dire ogni empolese ha giocato nel 2017 una cifra di 1.729 euro fra questi giochi e che la media di perdite è di 324 euro nei dodici mesi.
Fra le curiosità segnaliamo che, a conferma del fatto che vince solo chi non gioca, solo un gioco fra i venti proposti ha un saldo attivo, ovvero le lotterie telematiche che hanno una raccolta molto bassa, quasi insignificante (21mila 296 euro). Quella più alta è nelle slot con 18milioni e 779mila euro (il saldo negativo è di 5 milioni, 560 mila 762 euro) mentre i gratta e vinci hanno fruttato 7 milioni, 174 mila 159 (saldo negativo di 2 milioni, 022 mila 719 euro). Sul sito di Filippo Torrigiani è possibile consultare l'intera tabella, un'altra tappa della battaglia che, assieme a molti altri soggetti, conduce ormai da anni contro i giganti del gioco.
“Ci sono delle cose che posso definire vergognose - spiega Torrigiani - ad esempio i gratta e vinci hanno l'aggio più alto per i rivenditori, l'8% netto che è una cifra che non esiste. L'on-line, ovvero il gioco fatto con pc e gli smartphones che tutti hanno in mano ha un ritorno in vincita ai giocatori del 90%. Questo è studiato, serve infatti a rendere più appetibili i giochi ed indirizzare i giocatori”. “Spostando il discorso a livello politico locale - prosegue - anche i sindaci possono fare molto per limitare questa vera e propria piaga sociale, come dimostra quanto fatto da quelli di Castelfiorentino e Certaldo”.
In questo settore, così come in molti altri, è naturalmente la politica a dettare la linea, in particolare l'Agenzia Dogane e Monopoli che fa parte del Ministero dell'Economia. Le cifre in ballo sono astronomiche. Nel 2017 il gioco d'azzardo ha fatturato oltre 105 miliardi di euro e nel 2018 (i dati sono sulla scrivania di Filippo Torrigiani pronti per essere studiati ed elaborati) la cifra è lievitata. E, visto che parliamo di giochi, chiudiamo con un semplice ed innocente giochino. Ipotizzando che qualcuno abbia avuto voglia di leggersi questo articolo impiegando un paio di minuti sappia che, mentre lo faceva, in Italia sono stati giocati 7mila gratta e vinci visto che la statistiche dicono che se ne giocano 3500 al minuto. Soldi che escono dalle tasche dei cittadini per andare ad “ingrassare sempre i soliti”, come ha scritto Luciano Violante nella prefazione dell'ultimo libro di Torrigiani scritto per il CNCA di don Armando Zappolini ‘Gioco sporco, sporco gioco. L’azzardo secondo le mafie’ Meditate gente, meditate...
Marco Mainardi
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