No Tav Firenze attacca Cisl: "Imbarazzo per errori macroscopici delle dichiarazioni"

Il Comitato No Tunnel TAV legge con imbarazzo le dichiarazioni dei dirigenti CISL Ciro Recce e Stefano Boni; imbarazzo perché parrebbero più espressione della voce del padrone (il costruttore) piuttosto che di chi dovrebbe difendere gli interessi dei lavoratori, sia nei cantieri, sia di quelli fuori, cioè i lavoratori pendolari, che dovrebbero essere i destinatari delle risorse buttate al vento per un progetto sbagliato come quello TAV fiorentino.

Il Comitato prova imbarazzo anche per gli errori macroscopici delle dichiarazioni dei dirigenti CISL:
- Si chiede ancora “lo scavo del tunnel, senza il quale non si liberano i binari di superficie e resta l'attuale strozzatura da Rovezzano a Calenzano”. Ma chi parla sa dove dovrebbe essere il tunnel progettato? Non certo da Rovezzano a Calenzano! Anzi, a Rovezzano, dove si ha davvero una strozzatura, non è previsto alcun potenziamento! I tunnel andrebbero dalla stazione di Campo di Marte a Castello; anche Calenzano –che si trova a nord di Castello, lo diciamo per chi è debole in geografia- non sarebbe minimamente interessata ai lavori. Piuttosto il Comitato vorrebbe ricordare ai loquaci difensori delle grandi opere inutili e costose che la linea Firenze Prato, lungo la quale è posta Calenzano, ha i binari di superficie ampiamente liberati con il passaggio dei treni AV sulla nuova linea TAV e con il sostanziale smantellamento dei treni InterCity e merci, ma non si è visto alcun miglioramento o aumento dei treni pendolari su quei 4 binari. E allora di che si parla quando si invocano nuovi binari se, quando ci sono, nulla cambia?

- Ci si lamenta che “ad oggi sono già stati spesi circa 830 milioni di euro” e per questo si chiede a gran voce di proseguire i lavori. Se teniamo conto che fin’ora quanto realizzato, tra tunnel e stazione, ha un valore di circa 200 milioni, circa il 20% delle opere da realizzare, ci si dovrebbe rendere conto di dove stiano andando le spese. Se la progressione dovesse andare avanti con questi ritmi il sottoattraversamento verrebbe a costare fra i 3 e i 4 miliardi di €uro. Ma Recce e Boni si rendono conto di quanti posti di lavoro si potrebbero creare con queste risorse se ben impiegate?

- I rappresentanti del sindacato dimenticano o vogliono dimenticare come esista un progetto di fattibilità che consiste nell’aggiunta di due binari IN SUPERFICIE sullo stesso percorso dei tunnel sognati dai costruttori; purtroppo avrebbe il costo di un quarto di quanto si è già speso per fare un buco inutile ai Macelli. Questo progetto non si limiterebbe a “liberare i binari di superficie”, ma consentirebbe l’avvio di un trasporto suburbano metropolitano sui binari del nodo fiorentino senza penalizzare la città come invece stanno facendo le tranvie.

- L’affermazione “che i progetti sulla mobilita' dell'area fiorentina sono tarati attorno alla realizzazione del tunnel” non si capisce su che base sia stata fatta. Sulla mobilità nell’area fiorentina non esiste nessuna pianificazione: i tracciati delle tranvie e le strutture sono stati decisi dai costruttori del tram, la stazione Foster non si sa come collegarla al resto del trasporto ferroviario, si sono pensati collegamenti solo con il centro della città dimenticando di mettere in comunicazione tra loro le periferie. L’unica “taratura” che si riesce a vedere nei trasporti fiorentini è quella tesa a garantire profitti generosi ai costruttori e gestori privati dei servizi.

È davvero imbarazzante vedere come una struttura che dovrebbe tutelare i lavoratori sia diventata così sincrona con i proclami di una Confindustria che non è più nemmeno capace di tutelare gli interessi della miriade di piccole e medie imprese, ma sostiene solo la peggior élite che vede nel cemento l’unico progetto industriale possibile.

Fonte: Comitato No Tunnel TAV Firenze

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