Il segretario PD di Certaldo, Lorenzo Calvetti, alla guida del Comitato di sostegno Giachetti Ascani per l’intera zona Empolese Valdelsa.
Ogni comune ha aderito con propri rappresentanti , auspicando che tanti altri possano aderire con quella convinzione riformista che ha caratterizzato il partito negli ultimi anni , senza quella titubanza o peggio ancora vergogna che le lotte interne al partito rischiano di mettere in primo piano.
Questo il documento
“Il Partito Democratico ha di fronte a sé sfide enormi.
Il populismo di governo è promotore e fautore di politiche improvvisate, sbagliate e pericolose ma è dotato di una potenza propagandistica impressionante e rappresenta una minaccia al benessere di tutti ed in particolare proprio di quelle classi sociali da cui ottiene maggiore consenso.
Una minaccia al popolo quindi, ma anche alle istituzioni, su cui le democrazie liberali sono state edificate, poiché uno degli obiettivi non dichiarati, ma evidenti, di Lega e Cinque Stelle è demolirne progressivamente il funzionamento e il ruolo. Per questo motivo l’alleanza con i populisti è preclusa: ogni cedimento in questo senso sarebbe letale. Mai con la Lega, mai col Movimento Cinque Stelle, senza se e senza ma.
Nasce da qui la costituzione, nell’Empolese Valdelsa, del Comitato per sostenere Roberto Giachetti ed Anna Ascani al prossimo Congresso del PD.
Vogliamo mettere insieme le tante persone che non vogliono arrendersi all'indifferenza, ma opporvisi con determinazione e con uno sguardo attento all’Europa. Roberto Giachetti e Anna Ascani guardano ad un PD che vuole continuare a costruire e ad andare avanti. Senza rigettare le paure degli italiani, comprendendole, incontrandole, ma offrendo a questo Paese un’alternativa alla rabbia: la forza del cambiamento. La forza radicale dei riformisti.
Pensare che la vicenda del partito democratico degli ultimi anni possa concludersi con la competizione tra chi dice che tutto quello che è stato fatto deve essere cancellato e chi sostanzialmente se ne vergogna e ritiene che dobbiamo chiedere scusa, non è la rappresentazione di quello che è stato il partito negli ultimi 5 anni. Dobbiamo, al contrario, saper rivendicare i risultati dei cinque anni di governo del centro sinistra sul lavoro, sulla crescita economica, sulle disuguaglianze, sulla scuola, sull’ambiente, sulla sicurezza, facendo naturalmente tesoro degli errori, per non ripeterli.
Per fare questo abbiamo bisogno che il Partito Democratico diventi veramente uno strumento per cambiare il Paese. Uno strumento che sappia raccontare l’idea di Paese che ci animava e come la stavamo realizzando, e che poi fosse capace di raccogliere i feedback, le criticità, i punti forti e quelli deboli delle nostre riforme.
La nostra comunità, fatta di circoli e di realtà locali, rappresenta già un patrimonio di dedizione, passione, capillarità che ormai abbiamo solo noi e che dobbiamo difendere e coinvolgere in maniera reale. Una comunità che ha dimostrato di essere già pronta e verso la quale dobbiamo metterci a disposizione, nel rispetto delle regole e del confronto democratico.
Basta con partito del congresso permanente, dei segretari eletti con il 70 per cento dei voti e poi demoliti dal giorno successivo, delle direzioni in cui vengono prese decisioni a larga maggioranza che restano vincolanti solo per lo spazio che separa il terzo piano del Nazareno dalla prima telecamera o il primo taccuino incontrati per strada dai nostri esponenti.
Nessuna nostalgia, nessun ritorno al passato, non c’è spazio per tutto questo. Il nostro partito ha bisogno di unità; solo uniti possiamo ripartire e rappresentare gli interessi dei nostri elettori, che troppo spesso rischiamo di tradire con continui litigi.
Sempre Avanti, insieme. Non si ferma il vento con le mani.”
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