Alessio Spinelli, sindaco di Fucecchio e presidente pro tempore della Consulta del Padule, interviene a seguito delle accuse che gli sono state mosse da alcune associazioni ambientaliste.
Di seguito la dichiarazione del sindaco.
Questa bagarre che si è creata sulla questione del Padule di Fucecchio fa veramente sorridere perché è evidente che c’è qualcuno che interpreta il mio pensiero a proprio uso e consumo, attribuendomi anche dichiarazioni e intenzioni che io non ho mai manifestato. A differenza di qualche associazione che per fortuna ha ben compreso le mie parole. Per chiarezza ribadisco i concetti.
Attività venatoria
Alla luce dell’ordinanza che riduce il calendario venatorio regionale sulla base della preapertura del 1° settembre 2018, la mia richiesta era semplicemente quella di attuare la riduzione soltanto in quelle zone dove questa preapertura è effettivamente avvenuta. Nelle aree ZPS, come il Padule di Fucecchio, dove non c’è stata nessuna preapertura, non si capisce per quale motivo debba essere ridotto il calendario venatorio senza alcun preavviso e dopo che i cacciatori hanno già pagato le tasse. Mi sembra una richiesta elementare che non ha niente a che vedere con l’essere a favore o contro la caccia.
Attività di controllo ambientale
Considerato che sono frequenti le visite nel Padule di Fucecchio da parte di guardie facente parti di associazioni che si occupano della tutela ambientale, mi ero permesso di chiedere un’attenzione particolare anche al proliferare di abbandoni di rifiuti, pur mantenendo tutte le loro altre attività di controllo e i loro obiettivi.
Veniamo adesso invece alle cose che mi sono state attribuite senza che io mi sia mai espresso in tal senso.
I miei pensieri sono stati interpretati in maniera tale da farmi apparire come “sostenitore delle doppiette” e contrario ai controlli sui bracconieri. Cosa assolutamente falsa. Poi da queste associazioni sono stato erudito, in modo molto risentito, anche su tutte le normative di settore con annessi articoli e commi, sono stato accusato di voler aumentare le giornate di attività venatoria presso le ZPS e di imparzialità e mancata garanzia durante questo mio mandato di presidente della Consulta del Padule.
Tenendo di conto che niente di tutto questo è stato mai scritto e mai detto, chiedo ai lettori di riflettere seriamente su chi è veramente di parte su tutta questa vicenda.
I concetti che ho espresso sono stati interpretati in modo artefatto e il fatto che qualcuno lo abbia fatto con così tanta solerzia, quasi come se una certa parte del mondo ambientalista fosse stata in trepidante attesa di avviare una discussione polemica, mi fa pensare di aver scritto delle cose corrette e molto pertinenti.
La mia famiglia vive nel Padule di Fucecchio da ben cinque generazioni, tanto che nelle carte del secolo scorso esiste il toponimo locale “Porto dello Spinelli”. La vita dell’epoca, come quella tutte le famiglie che vivevano in gronda al Padule, era basata sulla lavorazione delle erbe palustri, sull’agricoltura, sulla caccia e sulla pesca. Il Padule è nel mio Dna, per questo chiedo a tutti di evitare di strumentalizzare gli argomenti per scopi politici. Difendiamo e manteniamo le tradizioni culturali e sociali che hanno reso importante nei secoli scorsi questi bellissimi luoghi.
Fonte: Comune di Fucecchio - Ufficio Stampa
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