Politica in lutto a San Miniato. È morto Renzo Pairetto, ex consigliere ed ex assessore in giunte di sinistra. Fu esponente del Partito Socialista, poi del Partito Democratico della sinistra per poi fare il percorso nei Ds e successivamente aderendo al Partito Democratico. Abitava a Ponte a Egola. Lascia la moglie Marcella e i figli Simona, Alessandro e Giacomo.
Consigliere Comunale dal 1990 al 1999, Presidente del Consiglio Comunale dal 1995 al 1999 (Primo Presidente del Consiglio comunale, dopo la riforma del 1993), nel secondo mandato di Alfonso Lippi e Assessore dal 1999 al 2004, nella giunta del primo mandato di Angelo Frosini. I funerali si svolgeranno domani alle ore 14,30.
"l Partito Democratico di San Miniato esprime le sue più sentite condoglianze per l'improvvisa scomparsa di Renzo Pairetto, uomo al servizio delle Istituzioni", questo il messaggio di condoglianze del Partito Democratico di San Miniato.
Angelo Frosini ricorda Renzo Pairetto
La notizia dell’improvvisa scomparsa di Renzo Pairetto mi addolora molto.
Ho conosciuto Renzo alla fine degli anni ’80 e ho condiviso con lui gran parte della mia esperienza politica e amministrativa nella Sinistra. Dal 1990 al 1995 fu apprezzato Consigliere comunale, eletto nel PSI. Ero segretario dell’Unione comunale del PDS quando, alla fine del suo mandato da consigliere, mi comunicò, con delicatezza e rispetto, che per essere coerente con le sue idee di Sinistra, per le quali si era battuto anche all’interno del Partito socialista, avrebbe voluto aderire al nostro partito, nato pochi anni prima a seguito della svolta della Bolognina.
Noi, allora, non distribuivamo tessere a chiunque le chiedesse. Anzi, ricordo bene che negammo l’adesione a chi, in modo palesemente strumentale, si era avvicinato a noi. Con Renzo non avemmo dubbi: era “uno dei nostri” e, soprattutto, era una persona coerente, onesta e leale.
Gli chiedemmo di far parte della lista per eleggere il nuovo Consiglio comunale e il sindaco, per la seconda volta, Alfonso Lippi. Consapevole del ruolo e cosciente delle responsabilità ci pensò un po’, ma alla fine accettò convintamente. Il Consiglio comunale, in cui le forze della Sinistra erano in netta maggioranza, decise che il Presidente – il primo della storia - dovesse essere proprio Renzo. Interpretò nel modo migliore, per quattro anni, quel ruolo: con autorevolezza, rigore e equilibrio.
Quando fui eletto Sindaco nel 1999 gli chiesi di mettere a frutto la sua esperienza politica e le sue competenze professionali. Accettò di fare l’assessore al Bilancio, per tutto il mio primo mandato. Aveva anche la delega alle Aziende dei servizi pubblici (acqua, gas, rifiuti) partecipate dal Comune. Dire che “fu al Servizio delle Istituzioni !”, non è una frase fatta, credetemi !
Fu anche di grande aiuto umano, oltre che professionale e politico, a chi, come me, non aveva esperienza amministrativa. Ricordo quanto, i primi tempi, di fronte a difficoltà che a me apparivano insormontabili, mi abbia incoraggiato, mi abbia fatto vedere la bottiglia mezza piena, mi abbia fatto guardare in avanti. Così facendo sapeva di aiutare il Sindaco e sapeva, soprattutto, di servire degnamente le Istituzioni.
Dopo che terminò il suo impegno in Giunta non si distaccò da noi. Continuò il suo impegno nei Ds e poi nel PD, partecipando, come aveva fatto prima, a tutte le iniziative politiche e alle Feste de l’Unità dove, immancabilmente, lo si poteva trovare alla Cassa del Ristorante a consigliare i piatti da scegliere, a gestire scontrini e fare i conti con rigore e serietà come aveva fatto sempre nella sua esperienza professionale e amministrativa.
Nel ricordarlo con affetto e simpatia, sto pensando che ci sono due parole che si attagliano bene a Renzo: passione e discrezione. Ha manifestato sempre passione per la Politica, attraverso l’impegno nel Partito e nelle istituzioni, ma anche per il suo lavoro, per lo Sport e, se mi è consentito, per la sua famiglia.
Fra una riunione di Giunta e un Consiglio comunale, fra un incontro tra gruppi di maggioranza e un’assemblea di Partito trovava il tempo di raccontarci del suo lavoro, delle difficoltà delle Aziende di cui era consulente, ma anche dell’ultimo successo della sua Juventus e dell’ultima partita del suo Tuttocuoio o, ancora, dell’Estrusca, la società di pallacanestro in cui giocavano i suoi tre figli: Simona e i due gemelli Alessandro e Giacomo. Al ritorno dalle ferie ci raccontava delle sue lunghe passeggiate in montagna, con la moglie Marcella, tenendo a precisare, ogni volta, che aveva scelto “Ponte di Legno” non perché era un luogo frequentato dalla Lega Nord, ma perché … ci si stava proprio bene !
Anche quando ci parlava di alcuni suoi importanti amici imprenditori o di suoi parenti che avevano avuto successo nella vita, lo faceva con orgoglio, ma sempre in modo discreto. E mostrava soddisfazione e commozione quando richiamava un episodio di tanti anni prima.
Una volta ci raccontò che una domenica era al campo Leporaia di Ponte a Egola per assistere a una partita del Tuttocuoio (campionato dillettanti, forse di promozione) quando l’altoparlante, dopo le formazioni, annunciò: “Arbitra l’incontro il signor Pierluigi Pairetto di Michelino”.
Gli venne in mente che la sua famiglia aveva origini piemontesi. Approfondì un po’ e scoprì che il suo babbo e il padre del giovane Pierluigi, che sarebbe poi diventato uno dei più grandi arbitri di calcio, erano cugini, ma avevano perso i contatti. Da quel giorno non si persero più di vista ! L’ultima volta che ho incontrato Renzo è stata più di un anno fa.
Chiacchierammo a lungo. Parlammo ancora di politica e di passione politica, quella passione che anche in lui, come in me, era diminuita notevolmente. Anche in quella occasione, pur manifestando una forte delusione, si espresse con discrezione in modo serio e pacato dimostrando, poi in fondo, una qualche speranza nel futuro. Mi viene da dire proprio che, in momenti come quelli che stiamo vivendo oggi, ci sarebbe bisogno in Politica proprio di tanta passione, con molta più discrezione, serietà e pacatezza.
Grazie Renzo !
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