"Questa è una legge che tutela diritti essenziali delle persone: cure, salute, istruzione, dimora, adeguata alimentazione. Diritti che non possono dipendere dal possesso di uno status, ma dall'essere umani. Può sembrare una scelta in salita, ma la politica deve saper andare in salita. Siamo convinti di essere dalla parte giusta". Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha presentato così, nel corso della conferenza stampa di fine anno, il significato della proposta di legge "Disposizioni per la tutela dei bisogni essenziali della persona", licenziata ieri dalla giunta regionale. Un provvedimento che aggiorna e integra le leggi 41 del 2005 (sulle tutele della cittadinanza sociale) e 29 del 2009 (sull'accoglienza e l'integrazione), e che intende anche offrire un quadro normativo nuovo per affrontare i possibili effetti del decreto Salvini sulla sicurezza.
"Questa legge – ha detto l'assessore alla presidenza Vittorio Bugli, presentando più nel dettaglio l'articolato – fa i conti con la realtà in crescita, soprattutto nelle aree urbane più importanti, di fenomeni di forte marginalità. Ci sono problemi di tutela sociale che riguardano non solo gli immigrati e gli stranieri. E' materia dove le Regioni e i Comuni possono e devono intervenire – ha sottolineato – e con questa legge vogliamo consentire alle istituzioni, alle associazioni e anche ai privati che vogliono agire, di poterlo fare: perché questo sta diventando un paese dove aiutare chi è in difficoltà rischia di diventare un reato".
Bugli ha anche ricordato che nel bilancio approvato dal Consiglio è stata previsto un aumento di 2 milioni al fondo socio sanitario per far fronte alle nuove necessità, mentre il Governo nazionale ha tagliato i 30 milioni che erano previsti per l'assistenza sanitaria agli stranieri. "Chi non ha tutele e viene spinto ai margini della società – ha detto ancora Rossi – diventa più facilmente preda di sfruttatori o rischia di essere spinto verso attività criminali. In Toscana questo pericolo lo vogliamo combattere".
Sulla legge è intervenuta l'assessore a istruzione e formazione, Cristina Grieco: "C'è chi vuol costruire muri per dividere e separare, noi invece vogliamo costruire un muro a difesa dei diritti dei bambini. Il Comune di Lodi è stato costretto a modificare il suo regolamento per l'accesso alle mense scolastiche. Hanno vinto i valori della Costituzione e della Dichiarazione universale dei diritti umani, che ispirano la nostra azione".
Fonte: Regione Toscana
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