La sala d’aspetto è quella del Santa Chiara di Pisa, unità senologica d’eccellenza per la Toscana. Sulle poltroncine, ad attendere il proprio turno, una giovane donna, impaurita, ansiosa. Perché quel gonfiore che ha sentito sotto l’ascella potrebbe essere di nuovo il mostro. Ha già avuto il cancro al seno, nel 2015, quella volta l’ha preso in tempo, si è accorta subito che c’era qualcosa che non andava. E’ stata operata, è guarita, ma per altri 5 anni, lei resta una malata oncologica da tenere sotto monitoraggio. Il monitoraggio, il gonfiore, il medico che le prescrive mammografia ed ecografia, per togliere ogni dubbio, per stare tranquilla. In pochi giorni, l’appuntamento c’è. L’attesa nella sala di Senologia, al Santa Chiara di Pisa, dove anche tre anni fa ebbe la prima diagnosi. Arriva il suo turno. Prima la mammografia, col cuore in gola. Negativa. Ma anche tre anni fa era negativa. Ora tocca all’ecografia, quella che invece, 3 anni fa, portò la sentenza peggiore.
Ma l’ecografia, la dottoressa, si rifiuta di eseguirla. “La mammografia è negativa, non c’è bisogno di fare anche l’eco”. La giovane ci resta di sasso. Ha la ricetta, la richiesta del medico, ha un sospetto, come tre anni fa, ha bisogno di fare quell’ecografia per sapere che Natale l’aspetta. Ma anche di fronte alle sue proteste, alle richieste di spiegazioni, la dottoressa è irremovibile. La ragazza cerca di spiegare, cerca di far capire che anche tre anni fa la situazione era la stessa, e il tumore c’era. Niente, non riesce a far cambiare idea alla dottoressa, che però non le fornisce nessuna ragione clinica per il rifiuto. L’unica soluzione è andare a farsela fare a pagamento.
La storia è stata raccontata, quasi con le lacrime agli occhi, da una giovane donna al consigliere regionale Jacopo Alberti. “E’ una vergogna che si tratti così una ragazza, che ha già sofferto abbastanza per il cancro avuto. Vedersi negare un esame, peraltro essendo in possesso di una regolare ricetta e con regolare appuntamento, è qualcosa che non si può ascoltare. Che medico è, quello che non capisce lo stato d’animo di una ragazza con questa storia clinica? Presenteremo un’interrogazione per andare a fondo della questione, ma soprattutto, rivolgo un appello a tutte le donne come lei, che hanno subito lo stesso sgarbo: segnalatelo, inviateci una mail, raccontateci la vostra storia. Tutti i medici che si sono rifiutati di farvi anche mezzo esame devono essere richiamati dal servizio sanitario, devono rispondere della loro condotta”.
Fonte: Lega - Ufficio stampa
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