Sarà l’unica struttura in Italia a offrire una piattaforma tecnica per analisi genomiche di ultima generazione. E’ il laboratorio di Genomica avanzata, inaugurato oggi al polo scientifico di Sesto Fiorentino dal direttore del Dipartimento di Biologia, cui la nuova struttura afferisce, David Caramelli, e dal prorettore vicario dell’Ateneo fiorentino Vittoria Perrone Compagni.
Il laboratorio è stato realizzato grazie ai fondi ottenuti da Biologia come Dipartimento di eccellenza riconosciuto dal Miur, con un investimento di circa 2.400.000 euro per le infrastrutture e la strumentazione.
Nel laboratorio, i ricercatori Unifi avranno a disposizione due sequenziatori, Novaseq 6000 e Sequel. Il primo ha una capacità di produzione di dati di sequenze genomiche unica, che arriva alla caratterizzazione di circa 96 genomi umani completi nell’arco di 48 ore. Il secondo può produrre un minor numero di sequenze genomiche ma di lunghezza di gran lunga maggiore rispetto a Novaseq 6000. Insieme rappresentano le strumentazioni di frontiera in termini di sequenziamento massivo di genomi umani, animali, vegetali e dei microorganismi.
“Lo studio approfondito del genoma è fondamentale nelle ricerche applicate alle analisi mediche, per determinare caratteristiche del DNA associate alla salute dell’uomo - ha spiegato Caramelli - ma anche a quelle su ambiente, produzione agraria, gestione del patrimonio forestale e della biodiversità. Ė inoltre uno strumento necessario per investigare i processi che hanno caratterizzato la storia evolutiva della nostra specie e che regolano le comunità animali, vegetali e dei microorganismi dei nostri ecosistemi”.
Oltre che per la ricerca avanzata nei vari settori della Biologia e delle Scienze naturali del Dipartimento, il laboratorio metterà la sua strumentazione a disposizione delle altre strutture di ricerca Unifi e delle aziende ospedaliere del territorio.
“Considerata l’unicità del sistema - ha commentato Caramelli - ci proponiamo come punto di riferimento in Italia per la fornitura di servizi e lo sviluppo di progetti congiunti di ricerca”.
Fonte: Università degli Studi di Firenze
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