“In Toscana la pratica della cremazione rappresenta quasi il 25 per cento delle sepolture; nel 2016, secondo i dati elaborati da Socrem Toscana, le cremazioni sono state oltre 10.376. L'Italia è il quarto Paese europeo con quasi 200mila cremazioni all'anno. Il crematorio è diventato un’infrastruttura cimiteriale indispensabile. Nella nostra regione sono presenti dodici impianti, che però sono distribuiti ed operano in maniera disomogenea. Tale disomogeneità determina problematiche e disagi, anche di natura economica, ai congiunti del defunto; basti pensare ai casi non isolati in cui i parenti devono farsi carico del trasporto presso altre città o di aspettare anche fino a due settimane prima di poter vedere rispettata la volontà della persona cara. E’ pertanto necessario che la Giunta si attivi affinché sia realizzato il cosiddetto Piano regionale di coordinamento dei crematori, previsto dalla legge regionale del 2004 in materia di Affidamento, conservazione e dispersione delle ceneri derivanti dalla cremazione dei defunti. Chiedo, inoltre, alla Giunta se non si ritenga utile sollecitare i Comuni che non hanno ancora aggiornato il proprio regolamento di polizia mortuaria; ovvero che non hanno provveduto all’individuazione di Sale del Commiato e di aree per la dispersione delle ceneri e dei Giardini delle Rimembranze all’interno dei perimetri cimiteriali”. È quanto chiede alla Giunta regionale Serena Spinelli, capogruppo Articolo Uno Mdp con l’interrogazione in merito ai servizi di cremazione sul territorio regionale e alla piena attuazione della L.R. 29/2004 in materia di “Affidamento, conservazione e dispersione delle ceneri derivanti dalla cremazione dei defunti”.
“Come ci ha segnalato il Consorzio che riunisce le associazioni toscane che si occupano di cremazione (Socrem), oggi in audizione in Commissione sanità, gli impianti attualmente attivi nella nostra regione sono già al limite delle capacità. E non sono sufficienti a soddisfare in maniera adeguata e omogenea la richiesta del servizio, che continua a crescere e che tra l’altro comporta costi inferiori e un notevole risparmio di spazi e servizi cimiteriali rispetto alla tumulazione in loculo o all’inumazione a terra – conclude Spinelli – Voglio ricordare come al di là di aspetti logistici e di natura economica, la necessità di dare seguito a un regolamento che armonizzi questa attività in tutto il territorio regionale, risponde prima di tutto al bisogno di dare piena attuazione alla normativa nazionale e regionale, che garantisce lo svolgimento di un rito funebre che risponda alle convinzioni etiche e religiose di ognuno, e di rispettare il diritto fondamentale della persona di disporre le modalità di trattamento del proprio corpo dopo la morte”.
Le richieste del consorzio alla Regione
In Toscana, la domanda di cremazione dei defunti è in crescita, supera il 25 per cento, oltre due punti al di sopra della media nazionale. La disponibilità degli impianti per la cremazione attivi nella nostra regione “è insufficiente” e questo determina “la situazione di difficoltà nella quale oggi le società per la cremazione trovano nell’espletamento del loro servizio”, ha spiegato il presidente del Consorzio toscano delle società per la cremazione (Ctc), Sergio Castelli. Il tema è stato affrontato nel corso dell’audizione che la commissione Sanità e politiche sociali, presieduta da Stefano Scaramelli (Pd) ha tenuto questa mattina, martedì 11 dicembre.
Varare il regolamento attuativo della legge regionale, definire un piano di coordinamento degli impianti di cremazione operanti in Toscana e prevedere “almeno un impianto in ciascuna provincia”, queste le principali richieste presentate alla Regione dai rappresentanti delle società di cremazione. “I dodici impianti attivi in Toscana sono gestiti in maniera molto personale – ha spiegato Castelli – Talvolta l’uso è consentito solo ai cittadini residenti, talvolta solo alcuni giorni la settimana. Intanto la domanda di cremazione nella nostra regione ha raggiunto quest’anno quota dodicimila unità”. E viene illustrata la varietà delle realtà territoriali, “come Prato, dove la cremazione raggiunge quasi il 60 per cento, o come Lucca, dove si è già avviato un discorso per la realizzazione di un impianto, ma al momento non si trovano i giusti riferimenti”.
Per Lucca erano presenti Andrea Fisicaro, vicepresidente della società per la cremazione lucchese, e l’assessore Celestino Marchini, che ha confermato la disponibilità dell’amministrazione comunale alla realizzazione di un forno crematorio e la richiesta di revisione della normativa, “per evitare che l’opera venga bloccata, che i cittadini si trovino a dover cercare risposta nelle Regioni vicine o a dover pagare somme eccessive”. Franco Lotti, ex presidente della società per la cremazione di Prato, ha spiegato che “la carenza di un sostegno legislativo” indebolisce il confronto con l’amministrazione comunale, “che peraltro si dimostra poco disponibile”.
“Il servizio di cremazione implica un cambio di cultura rispetto ai servizi cimiteriali”, ha aggiunto Sergio Castelli. “Non riconoscere questa variazione di tendenza significa produrre disservizi alla cittadinanza, che attualmente deve fronteggiare quattro-cinque giorni di attesa prima della cremazione”. Il piano di coordinamento “doveva mettere a sistema la legge vigente”, osserva Castelli. Non si produce inquinamento ambientale, “se si rispettano i criteri, come conferma Arpat”, mentre “l’alternativa della ‘criomazione’, che prevede la riduzione in polvere dei corpi attraverso azoto liquido a meno 120 gradi, presenta costi elevatissimi e rischi ambientali per l’accumulo di azoto”.
I consiglieri Serena Spinelli (Art.1-Mdp), Nicola Ciolini (Pd), Andrea Quartini (M5s), Paolo Sarti (Sì-Toscana a sinistra) eMonica Pecori (gruppo misto-Tpt) hanno concordato sulla necessità di provvedere rapidamente al varo del regolamento attuativo e del piano regionale di coordinamento degli impianti. Il presidente Scaramelli (Pd) ha annunciato un lavoro di approfondimento da parte della commissione, “con un lavoro insieme alla Giunta sul regolamento e arrivare in pochi mesi a presentare soluzioni costruttive”.
Fonte: Consiglio Regionale della Toscana - Ufficio Stampa
Notizie correlate
Tutte le notizie di Toscana
<< Indietro