Coworking giovanile con gli spazi dismessi: parte Open a Castelfiorentino

(foto 2018)

Nuovi spazi condivisi per lavorare in “co-working”, puntando decisamente sull’imprenditoria giovanile creativa. Sale per riunioni, seminari, formazione professionale. Nuovi ambienti per la formazione teatrale e per un potenziamento dell’attività artistica, sempre più “aperta” agli stimoli della comunità. Tutto nell’ottica della promozione della cultura e della creatività, dell’innovazione e dello sviluppo d’impresa giovanile, dell’inclusione sociale e sviluppo di comunità.
Sono questi, in estrema sintesi, gli obiettivi del progetto “OPEN: spazi aperti alla creatività!”, promosso dal Comune di Castelfiorentino in partenariato con due associazioni del territorio (l’associazione “Open Flow” e l’associazione “Teatro C’Art”) e finanziato dalla Fondazione CR Firenze che è stato illustrato questa mattina nella sala rossa del Municipio. Sono intervenuti il Sindaco, Alessio Falorni, il Vicesindaco con delega alla Cultura, Claudia Centi, l’arch. Alessia Macchi (“rigeneratrice socio-urbana” coordinatrice del progetto), Serena Montagnani (legale rappresentante “Open Flow”, per la quale erano presenti anche Paolo Mori e Federica Bettarini) e Stefano Marzuoli (socio fondatore Associazione “Teatro C’Art”). Come hanno ricordato i presenti, il progetto “OPEN” contempla anzitutto la riqualificazione e rigenerazione urbana di due ampi spazi, uno centrale e l’altro periferico, ubicati rispettivamente nel centro storico alto (un magazzino finora non utilizzato, che si affaccia su piazza De Filippo) e nell’area industriale di Pesciola, al piano secondo di un capannone artigianale dove al piano terra si trova la sede attuale del Teatro C’Art. Due realtà, situate in due direzioni opposte rispetto alla città, che si completano, creando una piattaforma diffusa di rivitalizzazione urbana.

Nel primo caso, l’intervento di ristrutturazione consentirà all’associazione “Open Flow” di avere a disposizione un ambiente moderno, di ben 350 mq di superficie utile (più altri 200 per deposito, archivio, ecc..) da suddividere per due tipologie di attività: uffici di “co-working”, in cui giovani professionisti potranno lavorare condividendo gli stessi spazi e pagando unicamente la locazione dei servizi utilizzati, risparmiando conseguentemente sui costi di gestione; oltre agli uffici, ci sarà anche un’ampia sala per corsi di formazione, corsi di hobbistica, riunioni (anche a disposizione dei professionisti o neoimprenditori che lavorano in “co-working”). L’associazione si propone di diventare ponte tra cittadini, creativi, professionisti e artigiani, promuovendo modalità dinamiche di collaborazione professionale e contribuendo all’avvio di start-up e imprese innovative soprattutto giovanili e favorendone l’inserimento nel mercato del lavoro territoriale.

Nel secondo caso, l’intervento di ristrutturazione metterà a disposizione dell’associazione “Teatro C’Art” un nuovo spazio scenico di circa 100 mq, al fine di implementare la formazione e la produzione artistica, con un più stretto legame sinergico con altre associazioni teatrali, le scuole e le realtà del volontariato che sono presenti nel territorio (e con le quali “Teatro C’Art” collabora da tempo con il progetto “Circo Volante”, laboratori scolastici, ecc..); in pratica, una nuova veste “più aperta” al Teatro C’Art, senza naturalmente rinunciare alla sua identità, che in questi anni lo hanno fatto diventare una delle realtà di eccellenza a livello internazionale sul versante della produzione e della formazione teatrale, basata sull’identità comico-relazionale del corpo.

I due luoghi oggetto della proposta progettuale potranno creare quindi una tensione positiva e propositiva tra due poli attivi della cittadinanza, mettendo al centro il borgo antico e permettendo un coinvolgimento della comunità nella sua rigenerazione urbana e umana. Entrambe le realtà che daranno vita al progetto si muovono intorno al perno dell’innovazione culturale, sottolineando il ruolo che il Sistema Produttivo Culturale e Creativo - industrie culturali, industrie creative, patrimonio, performing arts e arti visive, produzioni creative-driven - svolge nel generare inclusione, lavoro e ricchezza.
Il progetto “OPEN: spazi aperti alla creatività!” è stato elaborato dall’arch. Alessia Macchi, esperta di rigenerazione urbana e innovazione sociale, che ha tracciato i contenuti innovativi del progetto e coordinato il lavoro delle due associazioni.

Il costo dell’intero progetto è di circa 260.000 euro, finanziato per il 50% dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze. Le due associazioni contribuiranno all’investimento per il rimanente 50%, muovendosi insieme intorno al perno dell’innovazione culturale, nell’ambito di un progetto unitario che prevede attività formative, attività di imprenditoria giovanile e di inclusione sociale, legate al tema della creatività. Si tratta di due aspetti inscindibili della rigenerazione urbana: da un lato gli “asset fisici”, la materia prima, il patrimonio immobiliare dismesso da restituire alla comunità attraverso ambienti moderni, sostenibili, riqualificati; dall’altro “le persone che li animano, la dimensione sociale collettiva, gli slanci di chi l’innovazione la crea con il proprio pensiero e il proprio agire”.

“Riqualificazione urbana, imprenditoria giovanile, creatività. E’ intorno a questi concetti – sottolinea il Sindaco, Alessio Falorni – che ruota il progetto “Open”, un progetto ambizione di rigenerazione urbana che sarà portato avanti in piena sintonia con gli interventi di rivitalizzazione del centro storico alto finanziati dal “Bando periferie” e quelli relativi alla “strada dei mestieri”, puntando a una riattivazione del metabolismo sociale, commerciale e artigianale di tutta la comunità. Una delle caratteristiche innovative del progetto – prosegue Falorni – è appunto questa collaborazione tra due poli attivi come Open Flow e Open Theater, quasi un’ibridazione tra il mondo della produzione artistica e teatrale con quello dell’imprenditoria giovanile e dei professionisti del backstage, valorizzando così virtuose connessioni che aprano alla partecipazione inclusiva e all’innovazione sociale. Il mio ringraziamento va a chi si è impegnato a fondo in questo progetto, come l’architetto Alessia Macchi e le due associazioni che ho ricordato, e la Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, che lo ha finanziato confermando così la sua sensibilità e la sua attenzione non solo al recupero e alla valorizzazione del nostro patrimonio artistico ma anche a proposte innovative di rigenerazione urbana come questa”.

Fonte: Comune di Castelfiorentino - Ufficio stampa

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