A livello Ue sono stati 2654 (dati del Sistema di Allerta Rapido Rasff) gli allarmi per il cibo scattati nei primi nove mesi del 2018, il 60% dei quali provocati da prodotti di origine extracomunitaria che spesso arrivano anche grazie alle agevolazioni tariffarie concesse dall’Unione Europea. Al vertice dell’insicurezza c’è la Turchia con ben 231 allarmi dei quali ben 39 si riferiscono alle presenza di aflatossine cancerogene nelle nocciole molto usate dall’industria dolciaria, seguita da vicino dalla Cina (230). Tra i maggiori pericoli ci sono la presenza di microrganismi patogeni, le micotossine, i residui di fitofarmaci, la contaminazione da metalli pesanti o la presenza di corpi estranei o non autorizzati.
E’ per questo che Coldiretti ha promosso a Bruxelles insieme ad altre nove organizzazioni l’Iniziativa Europea dei Cittadini “EatORIGINal - Unmask your food” per estendere l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti gli alimenti. Iniziativa che in questi giorni si sta allargando con la raccolta firme in tutto il Paese. Nel week and appena trascorso molte occasioni di sottoscrivere la petizione in tutta la Toscana, con un grande successo di adesione di centinaia di cittadini soprattutto a Firenze nell’ambito della quarta edizione di Food And Wine in Progress. Alla stazione Leopolda, cornice dell’happening che ha visto il connubio tra vino e cibo, firme illustri di sommeliers e chef stellati ed anche di rappresentanti delle istituzioni come Marco Remaschi, Assessore Regionale all’agricoltura, Cecilia Del Re, Assessore allo sviluppo economico del Comune di Firenze, Lucia De Robertis vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana, oltre a tanti altri esponenti della società civile e del mondo dell’informazione.
“EatORIGINal - Unmask your food” è un’iniziativa autorizzata dalla stessa Commissione con la Decisione (UE) 2018/1304 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea L 244 del 28 settembre 2018 che gode del sostegno di numerose organizzazioni e sindacati di rappresentanza al fianco della Coldiretti: dalla Fnsea (il maggior sindacato agricolo francese) alla Ocu (la più grande associazione di consumatori spagnola), da Solidarnosc (storico sindacato polacco) alla Upa (l’Unione dei piccoli agricoltori in Spagna), da Slow Food a Gaia (associazione degli agricoltori greci), da Campagna amica a Fondazione Univerde, fino a Green protein (ONG svedese).
“Passi in avanti ne sono stati fatti ma ancora molto è necessario fare per evitare che ogni giorno rischino di finire nel piatto alimenti di bassa qualità e origine incerta che mettono a rischio la salute – ha detto Fabrizio Filippi, presidente Coldiretti Toscana - come dimostrano gli scandali alimentari globali dell’ultimo decennio che si sono propagati rapidamente per la mancanza di trasparenza, dal latte alla melamina dalla Cina del 2008 che ha provocato vittime tra i bambini allo scandalo mondiale sulla carne avariata esportata dal Brasile nel 2017”.
“L’etichettatura di origine obbligatoria degli alimenti è una battaglia storica di Coldiretti – ha commentato Antonio De Concilio, direttore regionale - è stata introdotta per la prima volta in tutti i Paesi dell’Unione Europea nel 2001 dopo l’emergenza mucca pazza nella carne bovina per garantire la trasparenza con la rintracciabilità e ripristinare un clima di fiducia. Da allora molti passi in avanti sono stati compiuti ma resta l’atteggiamento incerto e contradditorio dell’Unione Europea che obbliga a indicare l’origine in etichetta per le uova ma non per gli ovoprodotti, per la carne fresca ma non per i salumi, per la frutta fresca ma non per i succhi e le marmellate, per il miele ma non per lo zucchero”.
Per spingere l’Unione Europea a completare il percorso nasce un fronte europeo per la trasparenza in etichetta con la raccolta di un milione di firme in almeno 7 Paesi dell’Unione. L’obiettivo è dare la possibilità a livello europeo di estendere l’obbligo di indicare l’origine in etichetta a tutti gli alimenti dopo che l’Italia, affiancata anche da Francia, Portogallo, Grecia, Finlandia, Lituania, Romania e Spagna, ha già adottato decreti nazionali per disciplinarlo in alcuni prodotti come latte e derivati, grano nella pasta e riso.
“Con questa iniziativa chiediamo di migliorare la coerenza delle etichette, inserendo informazioni comuni nell’intera Unione circa la produzione e i metodi di trasformazione, al fine di garantire la trasparenza in tutta la catena alimentare – continua De Concilio – per questo invitiamo tutti i cittadini a scendere in campo al nostro fianco. Le occasioni di sottoscrizione non mancano da tutti i mercati di Campagna Amica, alle sedi Coldiretti su tutto il territorio e in alternativa anche online sul sito: http://sceglilorigine.coldiretti.it. Una battaglia di civiltà a cui la Toscana non potrà far mancare il proprio apporto”.
Fonte: Coldiretti - Ufficio stampa
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