Nei giardini pubblici, in pieno giorno, a due passi da donne e bambini. Cappucci sulla testa, cuffie nelle orecchie, telefono alla mano e via. Gli spacciatori hanno invaso la nostra città. Non c’è un angolo di Pontedera che non ospiti presenze quantomeno “sospette”. Giovani, spesso nord africani, che vagano tra il centro e i quartieri periferici. Camminano con passo spedito e hanno sempre il cellulare tra le mani. Le forze dell’ordine fanno il massimo e cercano di arginare il fenomeno, ma il problema è un altro. Perché queste persone circolano sul nostro territorio? In base a quale criterio abitano nel nostro comune? L’immigrazione può anche essere una ricchezza, ma a patto che porti in città uomini e donne di buona volontà, pronti a integrarsi nel tessuto sociale cittadino, che ha come regola numero uno quella del lavoro e della buona condotta. Queste persone invece sfruttano le nostre strade per mettere in commercio sostanze stupefacenti, spesso e volentieri tagliate con sostanze ancora più nocive alla salute della droga stessa. I numerosi stabili abbandonati in città aiutano il fiorire di queste comunità di delinquenti, che dormono negli edifici che il Comune non è in grado di mettere in sicurezza, anche e soprattutto attraverso ordinanze ai legittimi proprietari. E intanto le nonne portano i nipoti al parco e non sono tranquille, perché a pochi passi da loro, sulle panchine, si celebra il grottesco rito dello scambio di droga tra chi la vende e i ragazzini, sempre più giovani, che ne fanno uso. Censire gli stranieri sul territorio, capire quale tipo di contributo danno alla nostra società ed, eventualmente, se l’unica loro occupazione è la delinquenza, lavorare alla creazione, e alla messa in atto, di uno strumento per allontanarli immediatamente dalla città. Meno foto e sorrisi di rito e più fatti. La gente è stanca di vedere spot elettorali. Vuole vivere serena in città.
Matteo Arcenni
Centro destra valdera
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