Persecuzione degli ebrei, Carmi: "Anche mio padre salvato dai monaci"

“Va ricordato quanto bene ci sia stato a fronte di tanto male. Mio padre Alberto è stato salvato dai monaci benedettini di Monte Oliveto Maggiore nel senese. Era un ragazzo, lo aiutarono anche a preparare l’esame di maturità”. È stato il ricordo pieno d’emozione di Donatella Carmi, vicepresidente della Fondazione Cassa di risparmio di Firenze, ad aprire ieri pomeriggio la presentazione del volume La Chiesa fiorentina e il soccorso agli ebrei, curato da Francesca Cavarocchi ed Elena Mazzini e promosso dall’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea. È intervenuto anche il cardinale Giuseppe Betori. All’iniziativa hanno preso parte, nella sala convegni di via Bufalini, oltre cento persone. Presente anche Felice Neppi Ventura, presidente dell’Associazione ebraico - cristiana.

“Il caso fiorentino è emblematico della stagione della persecuzione. Non è un riscatto rispetto alle responsabilità di allora, ma rappresenta un momento di quella faticosissima uscita della società italiana dal regime”, ha messo in evidenza Simone Neri Serneri, presidente dell’Istituto storico della Resistenza.
Le curatrici ricostruiscono, luogo per luogo e nome per nome, la rete della solidarietà che la Chiesa del cardinale Elia Dalla Costa mette in piedi per proteggere gli Ebrei. Grande apprezzamento per il metodo e la qualità della ricerca è stato espresso da Daniele Menozzi della Scuola normale superiore di Pisa, Valeria Galimi e Paolo Zanini dell’Università di Milano che hanno presentato il volume.

La ricerca è articolata e inserisce la vicenda fiorentina nella complessità italiana. E qui emerge un documento molto prezioso: è un registro manoscritto di monsignor Francesco Repetto, segretario del cardinale di Genova Pietro Boetto. Francesca Cavarocchi lo ha consultato e trascritto alla biblioteca Franzoniana di Genova. Cifra per cifra Repetto riporta come vengono distribuiti, sul territorio italiano, circa 25 milioni di lire destinate al soccorso agli ebrei in 35 diocesi.
È denaro che arriva dalla Svizzera, in forza del patto di collaborazione tra il cardinale Boetto e Lelio Vittorio Valobra, presidente dell’organizzazione di aiuto ai profughi Delasem, costretto a fuggire per le persecuzioni. Repetto, grazie a una fitta e coraggiosa rete di collaborazione tra le diocesi, che vede quella di Firenze tra le più impegnate - tra il settembre ’43 e il luglio ’44 - riesce a fare arrivare risorse a chi ne ha necessità è braccato. Dovrà interrompere la sua attività quando sembra ormai prossimo il suo arresto.

Fonte: Ufficio stampa

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