Ribadita dalla proprietà della Spirale la decisione di chiudere il sito di Monsagrati (Lu) e di non ritirare la procedura di licenziamento per i 38 lavoratori. Allo stesso tempo la proprietà valuterà se accettare, o meno, la possibilità di accedere alla cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività ed ha lasciato aperta la porta al ricollocamento di alcuni lavoratori in Trentino.
Si è tenuto oggi pomeriggio a Palazzo Strozzi Sacrati, convocato dal consigliere per il lavoro del presidente Enrico Rossi, Gianfranco Simoncini, un nuovo incontro sulla vertenza Spirale. Al tavolo sono intervenuti il sindaco di Pescaglia Andrea Bonfanti, il consigliere regionale Stefano Baccelli, rappresentanti della Provincia e del Comune di Lucca, di Confindustria e della proprietà.
L'azienda, come detto, ha ribadito che non ci sono le condizioni per ritirare la procedura di licenziamento e la conferma dei posti di lavoro perché il sito di Monsagrati deve essere chiuso, pur confermando la propria disponibilità a ricollocare almeno 15 lavoratori presso lo stabilimento in Provincia di Trento. Sempre l'azienda, dopo ampia discussione e confronto, ha deciso di prendersi un periodo di riflessione per valutare se accogliere la richiesta di cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività.
In attesa delle decisioni dell'azienda e di un eventuale nuovo incontro, il consigliere del presidente Rossi, Simoncini, ha spiegato che l'auspicio, in questa fase, è che possa essere accolta la richiesta di cassa integrazione, in modo da avere un anno di tempo per studiare, con politiche attive da parte della Regione e con l'intervento di eventuali nuovi imprenditori, ipotesi di nuova reindustrializzazione dell'area dove sorge l'attuale stabilimento.
Fonte: Regione Toscana
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