La mostra - che avrà luogo nell'aula Magliabechiana degli Uffizi dal 26 febbraio al 26 maggio 2019 – riunirà alcune opere di Antony Gormley, realizzate in diversi materiali e dimensioni, che esplorano il corpo nello spazio e il corpo come spazio. La nuova, ampia sala al piano terreno del museo, dove la luce naturale si diffonde in dodici nitidi spazi con copertura a volta scanditi da sei pilastri in pietra e privi di pareti interne, accoglierà dodici opere dell'artista. Altre due saranno collocate negli spazi della collezione storica, mentre un’altra sarà installata sulla terrazza degli Uffizi.
Al centro della mostra il dialogo in atto tra Passage e Room, due sculture realizzate a trentacinque anni di distanza l’una dall’altra. Entrambe affrontano la questione dello spazio del corpo: Passage (2016) è un tunnel in acciaio Cor-Ten dalla forma umana lungo 12 metri che potrà essere percorso dai visitatori; e Room (1980) – una serie di abiti dell’artista tagliati in un nastro continuo largo 8 millimetri che definisce un recinto quadrato di 6 metri per 6, non accessibile al pubblico. Si tratta dunque di un dialogo per contrasto fra queste due opere, della contrapposizione tra stasi e movimento, fra spazio immaginativo e reale.
Nelle parole dell’artista: “Uso l’impressione indessicale del mio corpo vivente invece che la mimesi per realizzare un’opera che sposta e racchiude, per coinvolgere e attivare l’attenzione.”
La mostra proporrà diverse nuove opere realizzate per l’occasione, tra cui Veer II (2018), un’evocazione tridimensionale in ghisa di un teso sistema nervoso al centro del corpo, a grandezza naturale, e Breathe (2018), un’opera espansiva di grandi dimensioni ricoperta di piombo che applica i principi cosmici del Big Bang alla singolarità di un corpo soggettivo.
La relazione con il prezioso patrimonio culturale della città, e con gli Uffizi in particolare, è affidata alle due Another Time una delle quali sarà esposta tra le sculture classiche in galleria mentre l’altra verrà collocata nella terrazza degli Uffizi, prospiciente piazza della Signoria. Si è infine voluto cercare un terzo rapporto con la collezione storica degli Uffizi attraverso una sala dedicata al dialogo tra l'Ermafrodito dormiente, copia romana di età imperiale da un originale ellenistico del II secolo a.C. poggiante su un basamento, e il blocco Settlement (2005) che abbraccia invece il pavimento.
Discostandosi dall’idea della mostra come spazio per la contemplazione estetica o per il godimento della narrazione o della rappresentazione, Essere sollecita la nostra partecipazione attiva come connettori tra oggetti definiti e spazi aperti in cui massa e vuoto, buio e luce, duro e morbido coinvolgono la presenza dello spettatore nello spazio.
“Attendiamo con immenso entusiasmo di ospitare Antony Gormley e la sua straordinaria personale agli Uffizi nella primavera del 2019”, ha commentato il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt.
“Sulla sciadell’installazione del 2010 alla Strozzina, Clearing VI, che esplorava la tensione tra creatività contemporanea e architettura rinascimentale, e della sua mostra “Human” al Forte Belvedere nel 2015, che ha instaurato un legame tra le sue sculture e la città in una lontana, quasi petrarchesca prospettiva dello spirito, Antony Gormley torna ora al cuore dell’arte e della città, il Rinascimento, interpretato simbolicamente come la culla della modernità. Abbiamo messo a punto la mostra in collaborazione con l’artista, modellandola sia sulla sua carriera personale sia sullo spazio del museo, tenendo conto dei capisaldi della storia dell’arte che ha l’onore di ospitare. Il cuore della mostra sarà nell’Aula Magliabechiana degli Uffizi, mentre altre tre opere saranno distribuite in vari punti della Galleria. L’uomo è al centro dell’esperienza, ma Gormley rifiuta ogni mimesi, ogni scontato riferimento casuale alla Natura. Le sue creazioni in ghisa, acciaio, tessuto, cemento e argilla interagiscono in modo coinvolgente con lo spettatore, diventando oggetti-soggetti che attirano l’attenzione, offrendo stimoli inaspettati per azione e reazione riflesse e affrontando il digitale con il rendere fisico il pixel.”
BIOGRAFIA DELL’ARTISTA
Nato a Londra nel 1950, Antony Gormley ha tenuto una serie di mostre personali in sedi come Kettle’s Yard, Cambridge (2018); Long Museum, Shanghai (2017); National Portrait Gallery, Londra (2016); Forte di Belvedere, Firenze (2015); Zentrum Paul Klee, Berna (2014); Centro Cultural Banco do Brasil (2012); Deichtorhallen Hamburg; Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo (2011); Kunsthaus Bregenz (2010); Hayward Gallery di Londra (2007); Kunsthalle zu Kiel; Malmö Konsthall (1993); Louisiana Museum of Modern Art, Copenaghen (1989). Nel settembre del 2019 terrà una grande mostra personale alla Royal Academy of Arts di Londra. Tra le sue opere pubbliche permanenti annoveriamo Angel of the North (Gateshead, England), Another Place (Crosby Beach, England), Exposure (Lelystad, The Netherlands) Chord (MIT – Massachusetts Institute of Technology, Cambridge, MA, USA). Ha inoltre partecipato a importanti mostre collettive
come la Biennale di Venezia e documenta 8, Kassel, Germania. Nel 1994 Gormley ha vinto il Turner Prize; dal 2003 è membro della Royal Academy. Nel 1997 è stato nominato Ufficiale dell’Ordine dell’Impero Britannico e nel 2014 nominato cavaliere.
Ulteriori dettagli sull’artista sono disponibili sul suo sito web: http://www.antonygormley.com
Fonte: Ufficio stampa Opera Laboratori Fiorentini – Civita
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