La Guarda di Finanza bussa alla porta di 120 società e 220 soggetti in molte regioni d'Italia, tra cui la Toscana. La GdF, nell'ambito di un'inchiesta della procura di Gorizia dal nome 'Grande Tagliamento', sta effettuando perquisizioni e sequestri per una vicenda che punta a verificare la regolarità di decine di appalti pubblici tra il 2015 e il 2018. Friuli, Trentino, Veneto, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna sono nel mirino.
Sono circa 150 le gare d'appalto per la realizzazione o la manutenzione di opere pubbliche che sarebbero state alterate e sulle quali sono in corso le verifiche. Tra queste, secondo quanto si apprende, anche alcune riguardanti opere e strade da realizzare nelle zone dell'Italia centrale colpite dal terremoto del 2016 tra cui la Tre Valli Umbre. Diverse sono le stazioni appaltanti coinvolte, nelle sedi delle quali i finanzieri stanno acquisendo documenti, tra queste Autostrade per l'Italia, Anas e le società che gestiscono gli aeroporti nel Triveneto.
Le indagini mirano ad acquisire prove su accordi tra imprese finalizzati alla spartizione delle opere. Ciò che ipotizza l'accusa è la condivisione delle intenzioni di partecipare o no a una gara o solo ad un lotto di essa, con informazioni sui contenuti delle offerte, alterando la libera concorrenza. Tra i reati per cui si procede si evidenziano l’associazione a delinquere, la turbativa d’asta, gli inadempimenti e le frodi nelle pubbliche forniture, i subappalti in violazione di legge e concussione.
Le indagini hanno evidenziato prassi contrarie alla legge anche in ordine: alla costituzione di associazioni e raggruppamenti temporanei meramente cartolari; all’utilizzo di contratti di subappalto per quote superiori al limite normativo del 30%, in cambio del riconoscimento di percentuali di guadagno; alla falsa indicazione documentale di dotazioni logistiche e strumentali al fine di incrementare il punteggio tecnico attribuito dalle commissioni aggiudicatrici.
Ciò che emerge dalle risultanze istruttorie non sono solo le decine di turbative d’asta tra le imprese coinvolte per effetto di pratiche collusive, ma anche un pericoloso fenomeno di frode nella realizzazione delle opere appaltate con lavorazioni eseguite utilizzando talvolta materiali non certificati, difformi da quelli dichiarati e in quantitativi inferiori rispetto a quelli richiesti e fatturati, con conseguenti gravi violazioni anche di natura ambientale, il tutto con il comportamento a volte omissivo di coloro che avrebbero dovuto esercitare funzioni di controllo.
Autostrade per l’Italia afferma che "risulta 'parte offesa' nell’ambito delle indagini per ipotesi di turbativa d'asta avviate dalla Guardia di Finanza di Gorizia su altre società che hanno partecipato a gare per l’assegnazione di alcuni appalti pubblici, la cui procedura di aggiudicazione per quanto riguarda Aspi, peraltro, avviene tramite una commissione di gara nominata dal Ministero delle infrastrutture e trasporti, come previsto dalla normativa vigente. La società resta a disposizione degli organi inquirenti per fornire il massimo supporto e collaborazione".
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