Questura e commissariati, reparti celeri e mobili, la polizia stradale, quella ferroviaria, la polizia femminile mobilitata per i soccorsi a donne, famiglie e minori. Nel libro di Sergio e Daniele Tinti, La Polizia di Firenze nell’alluvione del ’66 (Edizioni dell’Assemblea), presentato in palazzo del Pegaso oggi, lunedì 19 novembre, c’è molto più che la sommatoria di voci e protagonisti dei giorni tragici dell’alluvione di 52 anni fa. C’è piuttosto l’istantanea del contributo di tante donne e uomini della Polizia di Firenze, cui si deve il salvataggio di vite e beni di Firenze e dintorni, e la testimonianza del valore insostituibile della solidarietà e della forza della rete della Polizia di Stato.
“Siamo orgogliosi di presentare questo libro, che è un tributo agli uomini della Polizia di Stato ma anche a tutti gli uomini in divisa che dettero tutti se stessi per salvare Firenze”, ha affermato il presidente del Consiglio, Eugenio Giani, nei saluti di apertura in sala Gonfalone, dinanzi alla platea folta di autorità. Nelle parole di Giani i ricordi incancellabili di allora accanto alla consapevolezza maturata con il tempo: il ruolo dell’alluvione di Firenze nella normativa che creò la Protezione civile; “l’impegno straordinario delle forze dell’ordine, a cui il libro dei Tinti dà un senso compiuto”; il significato dell’opera degli Angeli del fango, “che ancora nel 2006 vennero a Firenze, per i 40 anni dall’alluvione, a testimoniare il loro impegno: 12 mila persone”, l’esercito senza divisa che si prodigò per la città. E poi l’esperienza dei nostri bibliotecari della Biblioteca nazionale – “per salvare i 500mila libri colpiti” -, fino al ricordo, incancellabile, del sindaco di Firenze, Piero Bargellini.
Fu un contributo importante, quello della Polizia di Firenze, che Sergio Tinti, dirigente generale di P.S. oggi in pensione, e suo figlio Daniele, anch’esso transitato tra le file della Polizia di Stato, ricostruiscono con precisione e immediatezza, ricevendo lo “speciale ringraziamento” di Franco Gabrielli, Capo della Polizia – Direttore generale della P.S., che firma la prefazione del libro edito dal Consiglio regionale. Un ringraziamento che va a chi ha messo insieme una testimonianza unica nel suo genere, consultando archivi, giornali, memorie.
“Da questore della provincia di Firenze devo constatare che leggendo il libro ho potuto conoscere un impegno molto superiore a quello che io ricordavo e di cui ero a conoscenza, che è stato veramente pregnante, significativo e concreto”, ha commentato il questore di Firenze, Alberto Intini. “Una delle prime strutture ad intervenire nella notte a difesa dei cittadini e a sollievo della città è stata proprio la polizia, che all’epoca non era polizia di Stato ma Corpo delle guardie di pubblica sicurezza, con la questura che è stata un presidio fondamentale nell’occasione. Un libro che dà uno spaccato della tragicità degli eventi di quei giorni ma anche dell’enorme rilevanza dell’operato della polizia”, ha aggiunto Intini.
ll libro offre un particolare spaccato nella ricostruzione di eventi che, contrariamente ad altri disastri naturali e grazie alla mobilitazione internazionale e nazionale, e alla tempra di tanti fiorentini, è riuscito a cementare “una memoria pubblica condivisa fondamentalmente positiva”, come scrive Eugenio Giani nell’introduzione. Furono oltre 70 milioni di metri cubi di acqua e fango, quelli che si rovesciarono nel capoluogo toscano, provocando morti (35) e danni ingentissimi alla città e al suo patrimonio artistico unico al mondo.
Fonte: Consiglio regionale della Toscana
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